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L'esigenza di libertà nel settore del software è sempre stata sentita. Ma se oggi questo tipo di software rappresenta concretamente una scelta possibile, lo si deve all'azione di persone che con impegno hanno agito, legalmente, verso il raggiungimento di questo obiettivo.
I primi utenti di UNIX sono state le università, a cui in particolare questo sistema operativo veniva fornito a costo contenuto, con i sorgenti, ma senza alcun tipo di supporto tecnico, né alcuna garanzia. Proprio questa assenza di sostegno da parte della casa che lo aveva prodotto, stimolava la cooperazione tra gli utenti competenti, in pratica tra le università.
Il maggior fermento intorno a UNIX si concentrò presso l'università della California a Berkeley, dove a partire dal 1978 si cominciò a distribuire una variante di questo sistema operativo: BSD (Berkeley software distribution).
Per questo software, nacque una licenza d'uso che rimane il progenitore della filosofia del software libero: la licenza BSD (sezione 403).
Per molto tempo, la variante BSD di UNIX rimase relegata all'ambito universitario o a quello di aziende che avevano acquistato i diritti per utilizzare il codice sorgente dello UNIX originale. Ciò fino a quando si decise di ripulire lo Unix BSD dal codice proprietario.
Il risultato iniziale fu 386BSD, che venne rilasciato nel 1992 con la versione 0.1. Tuttavia, questa edizione libera dello Unix BSD non ebbe vita facile, dal momento che da quel punto iniziarono delle contese giudiziarie sulla proprietà di alcune porzioni di codice ritenute libere (a torto o a ragione che fosse).
Dai problemi di 386BSD che causarono la sua eliminazione dalla distribuzione pubblica, si svilupparono altri progetti indipendenti per ottenere, finalmente, un sistema BSD libero. Il primo di questi fu nominato NetBSD, al quale si aggiunse subito dopo FreeBSD; più tardi, apparve anche OpenBSD.
Tuttavia, i problemi legali non erano finiti. In particolare, per quanto riguarda FreeBSD, questa versione di BSD fu «libera» solo all'inizio del 1995 con la versione 2.0. Il pezzo seguente è tratto da A Brief History of FreeBSD di Jordan K. Hubbard, marzo 1998.
The first CDROM (and general net-wide) distribution was FreeBSD 1.0, released in December of 1993. This was based on the 4.3BSD-Lite ("Net/2") tape from U.C. Berkeley, with many components also provided by 386BSD and the Free Software Foundation. It was a fairly reasonable success for a first offering, and we followed it with the highly successful FreeBSD 1.1 release in May of 1994.
Around this time, some rather unexpected storm clouds formed on the horizon as Novell and U.C. Berkeley settled their long-running lawsuit over the legal status of the Berkeley Net/2 tape. A condition of that settlement was U.C. Berkeley's concession that large parts of Net/2 were "encumbered" code and the property of Novell, who had in turn acquired it from AT&T some time previously. What Berkeley got in return was Novell's "blessing" that the 4.4BSD-Lite release, when it was finally released, would be declared unencumbered and all existing Net/2 users would be strongly encouraged to switch. This included FreeBSD, and the project was given until the end of July 1994 to stop shipping its own Net/2 based product. Under the terms of that agreement, the project was allowed one last release before the deadline, that release being FreeBSD 1.1.5.1.
FreeBSD then set about the arduous task of literally re-inventing itself from a completely new and rather incomplete set of 4.4BSD-Lite bits. The "Lite" releases were light in part because Berkeley's CSRG had removed large chunks of code required for actually constructing a bootable running system (due to various legal requirements) and the fact that the Intel port of 4.4 was highly incomplete. It took the project until December of 1994 to make this transition, and in January of 1995 it released FreeBSD 2.0 to the net and on CDROM. Despite being still more than a little rough around the edges, the release was a significant success and was followed by the more robust and easier to install FreeBSD 2.0.5 release in June of 1995.
Allo stato attuale, le tre varianti *BSD sono tutte riconducibili a BSD 4.4-Lite, dove le differenze più importanti riguardano le piattaforme hardware in cui possono essere installate e l'origine della distribuzione. Infatti, il punto di forza della variante OpenBSD, sta nel fatto di essere realizzata in Canada, da dove possono essere distribuiti anche componenti per la comunicazione crittografica.
Nel 1985, Richard Stallman ha fondato la FSF, Free software foundation, con lo scopo preciso di creare e diffondere la filosofia del «software libero». Libertà intesa come la possibilità data agli utenti di distribuire e modificare il software a seconda delle proprie esigenze e di poter distribuire anche le modifiche fatte (capitolo 371).
Queste idee filosofiche si tradussero in pratica nella redazione di un contratto di licenza d'uso, la General Public License (sezione 398), studiato appositamente per proteggere il software libero in modo che non potesse essere accaparrato da chi poi avrebbe potuto impedirne la diffusione libera. Per questo motivo, oggi, il copyright di software protetto in questo modo, viene definito copyleft.
Il software libero richiede delle basi, prima di tutto il sistema operativo. In questo senso, l'obiettivo pratico che si prefiggeva Richard Stallman era quello di realizzare, con l'aiuto di volontari, un sistema operativo completo.
Nacque così il progetto GNU (Gnu's not Unix), con il quale, dopo la realizzazione di un compilatore C, si volevano costruire una serie di programmi di servizio necessari nel momento in cui il cuore del sistema fosse stato completo.
Il progetto GNU diede vita così a una grande quantità di software utilizzabile sulla maggior parte delle piattaforme Unix, indirizzando implicitamente il software libero nella direzione dei sistemi di questo tipo.
Nel 1990 inizia lo sviluppo del kernel Hurd e intorno al 2000 inizia la distribuzione del sistema GNU/Hurd (sistema GNU basato su kernel Hurd).
Alla fine degli anni 1980, il professor Andrew S. Tanenbaum (capitolo 356) sviluppa Minix, un sistema operativo Unix per elaboratori i86, realizzato specificamente per uso didattico. Era sufficiente acquistare il libro a cui era abbinato e si otteneva un sistema completo di sorgenti. Tuttavia, Minix aveva un problema: poteva essere usato, distribuito e modificato, solo per fini didattici.
I diritti di questo sistema operativo sono stati ceduti inizialmente alla casa editrice del libro con il quale questo veniva diffuso. Nell'anno 2000, Andrew S. Tanenbaum ha concordato che la licenza di Minix diventasse meno restrittiva della precedente, portandola ad assomigliare a quella di BSD.
Linux è nato come un progetto personale di studio delle funzionalità di multiprogrammazione dei microprocessori i386 da parte di Linus Torvalds, all'epoca uno studente all'università di Helsinki, in Finlandia.
Linus Torvalds decise di trasferire il suo studio dei microprocessori i386 su Minix, con l'idea di realizzare qualcosa di simile a Minix, anzi, qualcosa di migliore (a better Minix than Minix), cominciando da quel sistema operativo, per poi staccarsene completamente.
Dopo molto lavoro, Linus Torvalds riuscì ad arrivare a un sistema minimo e soprattutto autonomo da Minix. Il 5 ottobre 1991 inviò il messaggio seguente su comp.os.minix.
Do you pine for the nice days of Minix-1.1, when men were men and wrote their own device drivers? Are you without a nice project and just dying to cut your teeth on a OS you can try to modify for your needs? Are you finding it frustrating when everything works on Minix? No more all-nighters to get a nifty program working? Then this post might be just for you.
As I mentioned a month ago, I'm working on a free version of a Minix-lookalike for AT-386 computers. It has finally reached the stage where it's even usable (though may not be depending on what you want), and I am willing to put out the sources for wider distribution. It is just version 0.02...but I've successfully run bash, gcc, gnu-make, gnu-sed, compress, etc. under it.
L'anno di nascita di un sistema operativo basato sul kernel Linux(1) è quindi il 1991, anche se non è il caso di tentare di stabilire una data esatta della nascita della prima versione, la 0.01. Infatti, in quel momento non si poteva ancora parlare di sistema operativo vero e proprio; era solo la dimostrazione che la strada era giusta.
Linux non è rimasto il progetto personale di una persona; in breve tempo ha coinvolto un numero molto grande di persone, unite dal fatto che si trattava di un progetto libero da qualunque restrizione legale al suo utilizzo, alla sua diffusione, alla possibilità di modificarlo ecc. In pratica, la fortuna di Linux rispetto a Minix, è stata quella di avere scelto subito la licenza GNU-GPL (sezione 398), quella che ancora oggi rappresenta la difesa ideale per il software che viene scritto perché sia a disposizione di tutti. In questo modo si è superato il limite originale di Minix che lo rendeva interessante solo per professori e studenti. La licenza GPL rende Linux interessante per chiunque.
Tuttavia non bisogna trascurare l'importanza del progetto GNU, che ha dato al kernel Linux tutto quello che serve per arrivare a un sistema operativo completo: GNU/Linux appunto.
Una volta compresa l'importanza del software libero, nel momento in cui hanno cominciato a giocarsi interessi economici, o di altro genere, si è posto il problema di definire in modo preciso e inequivocabile cosa sia effettivamente il «software libero».
In questa direzione si è distinto particolarmente il gruppo che pubblica la distribuzione GNU/Linux Debian, nel definire una serie di punti che devono essere rispettati per l'inserimento del software nella distribuzione stessa.
Al problema dell'ambiguità del concetto, si affiancava l'ambiguità della denominazione: in inglese, free software poteva essere inteso come software gratuito (free of charge).
Così, nel 1998, nasce la definizione Open Source, a identificare i principi secondo cui il software può essere ritenuto «libero», riutilizzando gran parte del lavoro del gruppo Debian, ma dandogli un nome inequivocabile e non modificabile (<http://www.opensource.org>).
Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, il nome di questa definizione è ancora più ambiguo, dal momento che non sintetizza il significato che vorrebbe avere. In breve: Open Source, ovvero «sorgente aperto», non fa pensare alla «libertà» che invece è il motivo alla base del software libero. In tal senso, benché la definizione Open Source sia un marchio registrato, non si riesce a impedire l'utilizzo di questi termini, in inglese, slegati da un contesto preciso. Così si permette di sfruttarli per «illudere» gli ingenui sulle qualità «open» del sorgente («source») di un certo prodotto commerciale (proprietario) che non ha nulla a che vedere con il software libero. Il vero problema, come sempre, è l'ignoranza: il software libero non è un concetto radicato e compreso a sufficienza.
Da un punto di vista ideale, il futuro del software libero non è così roseo come sembrerebbe, a seguito dell'attenzione che viene data a livello commerciale al sistema operativo GNU/Linux e dall'euforia che ne deriva. Di per sé, ciò non dovrebbe essere un male, ma in questa situazione diventa difficile per l'utente comune riuscire a comprendere il significato e il valore del software libero; soprattutto diventa difficile distinguere facilmente quale software sia veramente «software libero».
In questo senso, chi crede nella filosofia che ha dato vita a tutto questo, non può esserne soddisfatto. Come scrive Richard Stallman in Why ``Free Software'' is better than ``Open Source'':
We have to say, ``It's free software and it gives you freedom!'' -- more and louder than ever before.
Chi utilizza GNU/Linux e il software che può funzionare con questo sistema operativo, deve impegnarsi a leggere le licenze d'uso: tutto quello che porta il marchio «Linux» non è necessariamente «software libero». Questo non significa essere contrari all'utilizzo del software proprietario, ma diventa indispensabile distinguere le cose, soprattutto per il rispetto delle leggi.
L'ultima cosa da considerare nei confronti del futuro del software libero è il problema del brevetto sugli algoritmi e su altri concetti legati al software. Il brevetto impedisce la produzione di software libero che utilizzi algoritmi brevettati, anche se per la realizzazione dei programmi non si copia del codice protetto.
La distribuzione GNU/Linux Debian cerca di classificare in modo molto preciso il software che la compone, in modo da informare rapidamente l'utilizzatore su ciò che si accinge a installare. La definizione di ciò che per Debian è «libero» corrisponde praticamente alla definizione Open Source. In questo senso si tratta di un criterio meno restrittivo rispetto a ciò che invece sostiene la Free Software Foundation.
Nonostante questa differenza, il lavoro di classificazione di Debian rimane molto importante per l'utilizzatore distratto. In particolare, si può scandire quanto installato con il programma vrms, che letteralmente sta per Virtual RMS, ovvero, scherzosamente, un Richard Stallman virtuale.
Per chi usa questa distribuzione GNU/Linux, tale programma può essere molto utile, per scovare periodicamente il software che può dare qualche problema di tipo legale. A titolo di esempio viene mostrato il resoconto che potrebbe essere generato:
$
vrms
[Invio]
Non-free packages installed on dinkel communicator-base-45 Popular World-Wide-Web browser software (base support) communicator-nethelp-45 Popular World-Wide-Web browser software (runtime help communicator-smotif-45 Popular World-Wide-Web browser software (full static M doc-html-w3 Recommendations of the W3 gs-aladdin-manual The Ghostscript user manual by Thomas Merz (English) hwb The Hardware Book netscape-base-45 Popular World-Wide-Web browser software (base support) netscape-java-45 Popular World-Wide-Web browser software (java runtime |
In questo estratto di esempio si può notare che viene considerata anche la documentazione, non solo il software inteso come programma applicativo.
FreeBSD
NetBSD
OpenBSD
The Open Source Page
The GNU Project and the Free Software Foundation (FSF)
Linux OnLine -- The Linux Home Page
Steve Baker A Complete History of Tux (so far)
Stephen White A Brief History of Computing
Appunti di informatica libera 2003.06.29 --- Copyright © 2000-2003 Daniele Giacomini -- daniele @ swlibero.org
1) Il nome originale di Linux avrebbe dovuto essere FREIX, ma poi, l'amministratore dell'FTP finlandese da cui si distribuivano le prime versioni del sistema, decise di cambiarlo, utilizzando un'alterazione del nome di Linus: Linux appunto.
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome storia_breve_del_software_libero.html
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