Edizione di riferimento
Opere di A. Cantoni a cura di Riccardo Bacchelli in ???Romanzi e racconti italiani dell???Ottocento???, Milano, 1953
Un giovinetto, cui l???abito e le insegne di guardia marina aggiungevano splendore e bellezza, usciva tutto lieto e festante dalla propria casa posando il suo braccio su quello del padre, e la effusione espressa negli affrettati e vivaci loro discorsi era tanto grande, che gli astanti li avrebbero tolti prima per fratelli od amici che per padre e per figlio. Nello stesso tempo una donna ancor bella e seduta dietro alle persiane della medesima casa, donde erano esciti quei due, li seguiva entrambi dello guardo, e di l?? ad un momento, quasich?? non avesse potuto pi?? reggere, usciva da sola in un dirottissimo scoppio di pianto. Eppure la vista di padre e figlio che si amino teneramente, ?? tale spettacolo che ci rallegra tutti, e pi?? avrebbe dovuto rallegrare lei, lei che aveva aspetto di donna bennata, lei che era madre dell???uno e moglie dell???altro.
Racconteremo subito il pi?? che potremo di quella piccola famiglia patrizia, e forse che il lettore profitter?? della occasione per avvertire che il segreto, in certe cose, pu?? salvare bens?? gli innocenti, e non bastare punto alla donna colpevole, e che la giustizia non ha sempre mestieri della umana riprovazione per giungere al divino suo segno.
Alessandra De??? Bardi (cos?? chiameremo la donna che non sort?? certo, nascendo, nome di questo meno antico ed illustre) aveva sposato un giovine che per sangue e per eccellenza d???animo non era certo men nobile di lei, e che apparteneva ad una famiglia, la quale, malgrado la sua indomabile devozione alla fortuna della patria, non aveva egualmente smarrito la fortuna propria. Niuno adunque meritava pi?? di lui la mano ed il parentado di Donna Alessandra, di lui che aveva gi?? saputo cos?? ben guadagnare la fede e l???amore dei suoi cittadini da vederli un giorno, con rarissimo esempio, unanimi tutti nell???affidargli il loro vecchio e glorioso Comune.
Questo fatto, per s?? onorevolissimo, gli tolse di occuparsi quanto avrebbe voluto della donna sua, la quale, per l???alto luogo dove era posta la famiglia, dovette subito raccogliere a frequenti convegni la miglior parte della cittadinanza, e fare in casa quel che il marito, con altra veste, era pur costretto a fare in Palazzo.
I primi anni di matrimonio corsero assai veloci per la gentile madre della patria, che al vivace intendimento sapeva aggiungere la modestia del fare e la grazia del dire, e non fu che pi?? tardi, quando cio?? le si introdusse in casa uno di quei giovani che la natura, non si sa perch??, si affatica a ridurre troppo amabili e troppo scaltriti, non fu che allora, torniamo a dire, che principiarono i guai.
Costui, molto innanzi nell???amicizia del marito, non ebbe grande scrupolo di mettere gli occhi sopra la moglie, e ravvisata questa per diversa e maggiore delle altre donne, colle quali si era esperimentato, ne perdette la pace e fors???anco la speranza, ma ritrov?? in cambio quella verit?? di passione che gli mancava dapprima, e che le donne amate sanno cos?? presto e cos?? ben riconoscere.
Ci?? malgrado, la pi?? cospicua parte del luogo si lev?? d???indi a poco a rumore per uno inopinato avvenimento. Il giovane si era trovata una nicchia in taluna delle nostre maggiori ambascerie, ed espatriava, probabilmente per non pi?? ritornare. Alcuni, venuti un po??? a cognizione delle ultime sue gesta, lo dissero partito in traccia di men fiere gentildonne: altri credettero che egli non avesse potuto rimanere presente alla felicit?? di chi era posto fra lui e la donna che sola aveva amato sulla terra, ma nessuno fu mai tanto ardito da supporre che Alessandra fosse caduta e, molto meno, che avesse egualmente conservato cos?? gran potere sul complice suo, da imporgli, per il pubblico onore del marito, una specie di esilio.
In qualunque guisa fossero andate le cose, e posto subito, come non dubbio, che un siffatto allontanamento si avesse a tenere in tutti i modi per una grande fortuna sua, certo ?? che Alessandra cominci?? poco dopo a lottare in segreto con una grande mestizia, malgrado che nulla di spiacevole, n?? in casa n?? fuori fosse venuto a conturbarla apparentemente. Tutt???altro, anzi. Perch?? essa aveva un bambino al petto che rassomigliava troppo a quelli di Correggio per non parere, come cosa viva, mille volte pi?? bello; perch?? aveva al fianco tal uomo, che n?? il pi?? degno n?? il pi?? affettuoso non avrebbe potuto immaginare, e perch?? finalmente non vi era, come per lo innanzi, giovane dama della citt??, la quale non si volgesse per consiglio o per aiuto a quella Donna Sandrina, cui tutte riconoscevano ??tanto buon cuore e cos?? buona testa??.
La peggio era che il buon cuore e la buona testa non bastavano certo a farle rifiorire l???aspetto, il quale mantenne anzi abbattuto per anni ed anni. Ma perch?? non si lagnava mai, n?? voleva accogliere nessun amichevole suggerimento di sentir medici o di cambiar aria, cos?? il marito ed anche gli astanti convennero poco per volta nella dolorosa opinione che il suo fosse una specie di occulto languore, cui la molta fortezza dell???animo non bastava di certo a combattere.
??? Sandrina ?? malata, ??? dissero tutti. ??? e cos?? voglia provvederci Dio, come essa non vuole! ???
E Dio parve provvedere, quale era appunto il vivissimo desiderio di ognuno. Fu parecchi anni dopo, allorch?? il bambino, fatto ormai grandicello, principi?? a dire, con meravigliosa insistenza, che voleva darsi ai viaggi e correre i mari.
Questa, per dire il vero, non sarebbe stata la via che il padre gli avrebbe additata pi?? volentieri. Nulla meno, perch?? era uomo coltissimo, e non ignorava a quali matti propositi fossero stati spinti parecchi giovanetti contrariati dai genitori nella medesima inclinazione, si guard?? bene dall???avversare apertamente i disegni del figliuolo, fino a che, passato parecchio tempo, lo prese un giorno per mano e gli disse:
??? Tu sai che portiamo, noi due soli al mondo, il nome di una famiglia, la quale per moltissimo tempo, non ha mai cessato di ricordare il suo debito verso la patria, e devi tu stesso desiderare che questa miglior parte della eredit?? nostra non accenni, per te, a venire in disuso. Io non sono qui sicuramente per dire che tu, correndo moltissime terre, non possa fare onore alla tua, quanto noi che lavoriamo per il suo bene dentro di essa. Ma per un solo viaggiatore, cui la scienza va debitrice di notevoli aiuti, sono troppi quelli che finiscono per cercare, nei viaggi, le inusitate piacevolezze e la febbrile, eppur vuota operosit?? del momento. Io ti esorto adunque ad entrare nella nostra armata navale, ed a mettere cos?? d???accordo, per quanto ?? possibile, la tua particolare soddisfazione con l???obbligo, che hai, di servire il paese che ti ha visto nascere. Se poi, dopo un conveniente numero d???anni, crederai in coscienza di potergli essere pi?? utile abbandonando il diretto servizio, e tu lo potrai fare. Sar?? il partito d???un uomo, non di un ragazzo, e l???abitudine del mare e le acquistate cognizioni ti riusciranno utilissime. ???
Il giovinetto accolse per obbedienza questo consiglio e si lasci?? mettere in un collegio di marina, di dove appunto usciva uffiziale, allorch?? lo presentammo al lettore. ??? Gran giorno quello per lui! Egli si preparava nientemeno che al suo primo viaggio transatlantico, ed era per?? venuto a congedarsi ad un tempo dalla famiglia e dai luoghi della fanciullezza.
Ma quella sua cos?? tenace inclinazione verso la vita errante ed avventurosa era proprio stata dapprincipio naturale e spontanea?
No. Troppa gran parte di essa andava ascritta alla educazione, e la natura, in sulle prime, non aveva fatto altro che accettare, secondandoli, i semi gettati da Donna Alessandra.
La quale, a dire il vero, non poteva principiare pi?? presto, n?? mettere maggior diligenza nell???opera sua. Ricorreva, per esempio, la festa del suo bambino? Ed essa cercava con dei balocchi opportunamente scelti di condurre la sua attenzione sopra luoghi lontani, ovvero su quelle maniere di vivere che sono tra le men casalinghe e tranquille. Erano carovane d???Arabi, trib?? di zingari, piccole vaporiere, piccole slitte, ed una infinit?? di modellini architettonici mescolati alla rinfusa, dove, a una capanna scozzese e ad una svizzera, tenevan dietro e piramidi e minareti e moschee, al punto che il bambino, infatuato delle spiegazioni udite, si mise un bel giorno a vuotare un salotto, e posto da un lato ci?? che gli parve pi?? conveniente delle cose sue, disse alla mamma che quello era il deserto, questa la Mecca, e che egli si preparava a pellegrinare con i suoi Arabi.
Passato il tempo dei giuochi, venne quello degli studii infantili, e madre e figlio erborarono insieme nei giardini e nei campi, ed insieme trascorsero le pagine istoriate che rendono, con evidenza di linee e di colori, i diversi aspetti della terra, e la infinita famiglia degli animali. Da ultimo, in luogo di temperare, come fanno molte madri, con pietosi racconti di fate o di folletti, la gran tendenza che hanno i bimbi verso il meraviglioso, Donna Alessandra, meglio avveduta, si pigli?? spesso il figliuolo sulle ginocchia, e lo intrattenne, con effetto pi?? salutare e con poetica eloquenza, di quelle vere maraviglie che per essere naturali, non accendono la men vergine infanzia. E per?? gli disse pi?? volte dell???entusiasmo quasi religioso che invade ed inebria le forti anime, allorch?? sentono la potenza del Creatore davanti a fragorose cascate, fra le rovine di citt?? sepolte, sugli immacolati vertici d???un???alpe.
Il fanciullo esc?? in questa maniera dalla puerizia, e fu messo in mano ad alcuni eccellenti maestri, cui Donna Alessandra cedette subito il proprio posto, come quella che non avrebbe potuto durare pi?? a lungo nelle sue istituzioni senza farsi scorgere dal marito e da tutti. Ma chi mai avrebbe potuto scrollar dalle basi una cotale educazione materna?
Di fatto, il ragazzo, colla mente rivolta ad un unico intento, non cur??, degli studii, che gli opportuni a sostenere i suoi prospetti di moto continuo, ed i poveri maestri ebbero un bell???insistere stilla necessit?? delle forti discipline letterarie. Li fece trasecolare tutti con questo argomento:
??? Che farmene? Il mio mondo classico s???impersona in Marco Polo, il romantico Liwingstone, e gli allori letterarii di questi illustri non sono certamente quelli che mi turbano i sonni. ???
Per qual ragione Donna Alessandra aveva messo tanto studio nello spingere il suo nato fuori del nido, e perch?? rompeva essa in quello strano suo pianto, vedendolo avviarsi col padre in cerca dei parenti e degli amici di casa?
La domanda ?? lunga, ma si pu?? rispondere assai brevemente:
Gli ?? che Donna Alessandra soffriva molto nel vedere insieme il marito ed il figliuolo, e tanto pi?? soffriva quanto pi?? entrambi dimostravano di volersi bene.
Era castigo o gelosia materna? Questa sarebbe stata assai piccola e puerile, quello assai grande.
Nei villaggi, dove Dio non pu?? essere pregato che in un unico luogo, e dove si urtano in breve spazio le gioie, gli affetti ed i dolori di pochissima gente, si combinano talvolta certe scene, le quali aggiungono rilievo ai comuni eventi della vita umana. Altrove, merc?? l???ampiezza dei luoghi e il maggior numero degli uomini, si possono certo separare meglio i casi lieti di una famiglia da quelli mestissimi dell???altra, ma che cosa importa? Forse che l???antica e disuguale vicenda del dolore e della gioia perde per questo della sua frequenza? Dunque, se deve andar cos?? in tutti i modi, meglio forse vale che il contrasto sia vicino ed evidentissimo. Ne possiamo profittare tutti.
Un buon operaio di una piccola terra lombarda aveva accompagnato all???ultima Messa il caro corpo della povera sua moglie, che malata di tisi e morentegli sotto gli occhi il giorno innanzi, lo prendea per mano, e gli diceva:
??? Tu che lavori non puoi aver cura dei nostri bambini, i quali, cos?? abbandonati, resterebbero forse lungo le strade come figli di nessuno; tr??vati adunque una buona persona, e sposala, e vuoi bene ai suoi figli senza far differenze in favore dei miei. Cos?? essa non diventer?? gelosa degli orfani che lascio dietro di me, e vorr?? un po??? di bene anche a loro. Bada di non chiederle tutto quello che si pu?? pretendere da una madre vera; raccomandale soltanto di vedere di buon occhio le mie creature, e ricordale spesso che c????? una madre, la quale prega per lei affinch?? le sia risparmiato il grandissimo dolore che provo io in questo momento. Io che lascio in terra degli innocenti, i quali avrebbero ancora tanto bisogno di me. ???
Ed era morta quasi subito, coll???anima pi?? viva che mai, senza dolore e senza agonia. Meglio forse gli spasimi occasionati da molte altre malattie, che almeno tolgono od affievoliscono il conoscimento dei moribondi.
La Messa funebre era gi?? terminata da qualche tempo, e le tessitrici del villaggio, compagne di mestiere della donna defunta, erano escite di chiesa in cerca dei loro mariti, i quali, per pietosa costumanza, dovevano portare la salma all???ultima dimora. E il vedovo, ginocchioni, stava fermo a pregare al suo posto.
Pregava il pover???uomo, ed era assai lieto che tardassero gli altri, e non si sarebbe mosso di dove era, nemmeno se ce lo avessero lasciato sa Dio fin quando.
??? Benedetta la tua anima, povera Nina, e che nostro Signore ti rimeriti della buona compagnia che mi hai fatta quando eri viva, e delle sante memorie che mi lasci ora che sei morta. Sta pure in pace dove ti ritrovi. Io dar?? sempre il buon esempio ai tuoi figli e procurer??, con ogni sforzo possibile, che non ti facciano mai disonore. Abbi in mente anche tu il tuo povero uomo, e parlami spesso nel cuore come mi parli adesso, che quasi mi fa illusione, e giurerei di sentirti rispondere che anche tu sei stata contenta di me. ???
Caste ed affettuose parole che rendevano assai bene, senza che egli vi ponesse mente, la calma tranquilla e rassegnata della sua buona coscienza. Ma un suono improvviso e che in sulle prime non seppe spiegare, lo fece bruscamente ritornare in se stesso. Le campane sopra la sua testa suonavano a matrimonio, ed egli, guardatosi intorno, vide che i quattro uomini si erano finalmente riuniti, e che si accingevano ad alzare la bara, mentre le donne, quale pregando, quale piangendo, si preparavano a seguirla.
Fece anch???egli un ultimo segno di croce, e giunto cogli altri fuor della porta, guard?? agli sposi che attendevano in distanza, e disse fra s??:
??? Mi ricordo benissimo che quando ci siamo sposati noi due, non erano stati morti in chiesa da parecchi giorni, ed io l???ho preso per un buon augurio! Quei poveri ragazzi che aspettano, saranno certo poco contenti di trovarmi ancora qui colla mia comitiva, ed ora invece la povera Nina guarder?? forse la sposa dal cielo e le porter?? fortuna. Dio lo voglia pure. Guai al mondo se tutti dovessero essere cos?? disgraziati come sono stato io! ???
Mezz???ora dopo, quando il vedovo poneva piede nella desolata sua casa, il villaggio era quasi tutto in festa intorno agli sposi, ed echeggiavano lungamente per l???aria gli spari dei mortaretti, e le festose canzoni degli invitati.
??? ?? sempre il medesimo frastuono! ??? pens?? fra di s?? il buon operaio, che gli amici avevano lasciato solo per ritornare al lavoro, o per accorrere, quantunque in ritardo, a complimentare gli sposi. ??? Mi pare adesso quando la povera Nina, ritornando di chiesa, mi disse in un orecchio: ???Sono cos?? contenta, che se non facessero questo gran rumore ci avrei pi?? gusto!??? Me lo sono tenuto a mente ed ho procurato di volerle bene nel modo calmo e tranquillo che piaceva a lei, senza passare, come fanno molti altri, dalle grandi smanie del principio agli sgarbi ed alle cattive maniere di poi. Ma nostro Signore avr?? le sue buone ragioni per non volere nessuno contento. ???
Un bel bambino di cinque anni, che era intanto disceso in punta di piedi da una scaletta di legno, lo prese in quel momento per il vestito, e gli disse a bassa voce:
??? Bada, pap??, che Gigino si muove e pare che si svegli. Debbo provare a vestirlo io?
??? Tu lo vuoi vestire? ??? sclam?? il pover???uomo che si era chinato a stringere fra mani e labbra la bionda testa dell???orfano.
??? S??, son capace, vedrai. ?? tardi ora, e come ho fame io, avr?? certo fame anche lui.
??? Ma io non ho ancora potuto prepararvi da mangiare.
??? No? Spicciati allora. Che se egli discende e non ritrova la polenta fatta, si mette a piangere e d?? noia alla mamma. ?? cattivo Gigino quando ha fame, non lo sai?
??? Va, ??? disse il padre che si sentiva come venir freddo, ??? va e procura di toglierti d???impiccio da quel bravo bambino che sei. ???
Quando questi discese tenendo per mano il suo fratellino che appena si reggeva sulle gambe, la polenta era fatta, ed il padre, rasserenato dalla non lieve fatica, si sentiva gi?? un pochino riavere. Lev?? su di terra i suoi figliuoli, li pose a sedere, e poi, chinatosi a baciarli mentre mangiavano, disse fra s??:
??? Non lo sa il Signore che ci siamo anche noi al mondo? Dunque ci aiuter??. Ne ha aiutati tanti. ???
E rimase l?? fermo a guardare i suoi bambini, come se quella vista gli avesse fatto entrare una nuova anima in petto. Pensava fra s?? in che modo avrebbe potuto metterli a parte della loro sventura, quando essi, dopo di aver mangiato, si avviarono per abitudine verso la camera della povera morta. Ma il letto era vuoto. Tornarono subito indietro, ed il maggiore chiese:
??? Dov????? la mamma?
??? ?? andata in un luogo dove sta meglio di qui, e verr?? il giorno che la torneremo a vedere, se saremo cos?? buoni come ?? stata buona lei.
??? Mi sarebbe piaciuto che mi salutasse prima di andare.
??? Non ti ricordi ieri quanti baci ti ha dato? Erano gli ultimi, ed essa lo sapeva, ma non ti ha detto niente, perch?? tu sei piccino ed avresti potuto credere che andasse via per non volerci bene. Fu il Signore che la chiam?? con s??, e noi che sappiamo come tribolava, dobbiamo esserne contenti. ???
Aveva un bel dire. Ma egli intanto si asciugava gli occhi da una parte, ed il bambino piangeva a dirotto dall???altra; n?? si sarebbe quietato cos?? presto se due buone donne, reduci dallo sposalizio, non fossero venute a dividere, con lui e con Gigino, le loro piccole porzioni di torta.
Vi faccia pro, buona gente!
Una giovinetta montanara, con un bel visino tutto grazia e intelligente modestia, ritornava pedestramente da una borgata di pianura, dove era stata a ritrovare una sua povera zia. Non era ancora ben giunta nel breve spianato della sua chiesuola, che gi?? parecchie amiche, n?? pi?? vecchie n?? di molto men semplici di lei, muovevano, con gran ressa di baci e di interrogazioni, ad incontrarla affettuosamente.
Teresa non rispose che questo:
??? Lasciatemi andare dalla mia mamma, prima.
??? ?? scesa al mercato. Di grazia che ritorni a notte. Hai quanto tempo vuoi. ???
Accenni questi pronunziati ad un tempo da parecchie voci. Teresa, che non era aspettata, dur?? qualche momento a raccapezzare il vero, al quale rassegnandosi, conchiuse:
??? Sediamoci allora, perch?? sono stanca assai. ???
E sedettero tutte su di un muricciuolo. Avevano intorno gli acuti profumi delle erbe montane, respiravano un???aria leggiera leggiera, e i loro sguardi, perduti negli spazii immensi, riposavano tratto tratto sui dolcissimi colori di un tramonto incantevole.
??? Racconta subito di tua zia, ??? disse una.
??? L???ho lasciata che stava un po??? meglio, povera donna. Ma da quando ha dovuto discendere al piano, e sono gi?? tre anni passati, non si ?? ancora sentita proprio bene mai.
??? E Giovannina?
??? Giovannina ?? arrivata cinque giorni sono e rimane con sua madre fino a domenica, ??? rispose la giovinetta con una lieve espressione di melanconia sul volto.
??? ?? poi vero che ?? diventata una gran signora?
??? Chi lo sa? Per?? ?? certo che ha pi?? seta lei sulle braccia e sulle spalle di quello che io non abbia canapa su tutta me. Nonostante, e per di pi?? bella che sia divenuta, pure mi piaceva assai meglio prima. Ve la ricordate? Poco allegra, poco amante del lavoro fin che volete, ma buona, compiacente, e meco poi affettuosissima. Diceva sempre che a stare con me le pareva di ritornare bambina anche lei, e non sentiva pi?? quel suo benedetto desiderio di girare il mondo. Ora invece...
??? Che cosa?
??? Ora si ?? fatta un???altra donna. Mi ha baciato molte volte, ma non sono pi?? quei baci... alla stessa maniera del suo nome, tanto mutato. Si fa chiamare Argia, e l???ho visto scritto su di una lettera che le ?? giunta ieri. Argia! Che nome? Per me rinunziare al mio di Teresa, e rinunziare al battesimo e all???acqua santa mi parrebbe una cosa sola. Quanto poi alla sua salute...
??? Ebbene?
??? Malata non si pu?? dire; ma ha cos?? fine e candida la pelle, che un raggio di sole o un filo d???aria la offendono. Dorme fino alle undici come il gattino di casa mia, e quando si sveglia vi mette gli occhi addosso per tutto il giorno con una certa guardatura spalancata, n?? allegra n?? mesta, la quale si combina assai bene con una specie di sorriso fisso, quasi dipinto, che io non ho mai veduto su di altre labbra, e ch???essa tiene costantemente fermo sopra le sue. Io non potrei certo guardar la gente sorridendo a quella maniera, senza che le lagrime, salendomi agli occhi, non mi togliessero e di sorridere e di guardare. Ma essa non pare pi?? creatura capace di soffrire e di godere come chi, al pari di noi, usa ridere e piangere con tutto il cuore; pare un corpo senza niente dentro, pare che l???anima le sia fuggita via per aspettare il resto in un altro mondo.
??? Ti ha mai raccontato i casi suoi? ??? domando una ragazza che aveva lingua men docile di tutte le altre.
??? Mai. N?? io, vedendo che taceva, le ho mai chiesto niente. Bens?? ho capito pur troppo che i suoi giorni sono tutti eguali, e che non sente pi?? n?? caldo n?? freddo per persona viva. Sua madre non ha voluto un centesimo da lei, ed essa, ad un tale rifiuto, non ha mosso altra osservazione che quei suoi danari non erano poi stati rubati a nessuno. Povera zia! Col bisogno che ha dover dire che non le manca niente! ???
Le ragazze, poco men turbate della narratrice, procurarono di cambiar discorso, ed una disse:
??? In conclusione, sei stata bene o male gi?? al piano, tu?
??? La nostra ?? un???altra vita, ??? rispose Teresa come persona che non si potesse distogliere da un mesto pensiero; ??? e poi, alla mia et??, e per pochi giorni, i luoghi non fanno differenza. Ma noi abbiamo qui d???intorno parecchie donne che sono cresciute insieme con Giovannina, e vediamo coi nostri occhi la vita che fanno. Talora stentano, ?? vero, talora si lagnano della Provvidenza. Ma esse, nelle annate cattive, sanno almeno di tribolare per mandare avanti i loro piccini fin che ritornino le annate buone. Sono adunque venute al mondo per qualche cosa, e ci rimangono per il bene e per l???amor di qualcuno! Capita una disgrazia? Hanno con chi sopportarla. Una fortuna? Con chi dividerla. E vivono tutto qui, dove Dio le ha messe, a due passi dalla casa dove sono nate, dentro di quella dove sperano di morire! Giovannina invece... ???
Una donna, colla gerla sulla schiena, giungeva ansante dalla parte opposta. Teresa le corse incontro, e parvero lagrime di gioia figliale quelle che erano, in parte, lagrime di compassione e di dolore.
Povera Argia!
Un filosofo di buona pasta, muovendo una sera lungo la strada, vide luccicare un oggetto che a lume di luna gli sembr?? di ferro. Si chin?? a raccoglierlo e disse guardandolo:
??? Sembra un ditale, ma non pu?? essere, perch?? ha l???incavo troppo corto e scarso. Per?? cosa gentile sar?? egualmente, che se non fosse, l???artefice non la avrebbe scolpita e levigata con tanto amore. ???
Un giovinetto pass?? in quel momento per la medesima via. Il vecchio lo ferm?? e gli disse: ??? Voi che avete i capelli neri, mi sapreste dire in cortesia che ?? questo? ???
Rispose l???altro: ??? Una palla da fucile, di quelli da munizione. ???
Il filosofo ringrazi?? abbrividendo, e mosse innanzi con gambe affievolite per il suo cammino.
Guardava al pezzo di piombo che teneva in mano e gli dicea sotto voce. ??? Quegli che ti fonde e l???altro che ti adopera, o pallottolina ornata, possono essere due fior di galantuomini, ma non di meno che infinito male, merc?? tua, non faranno essi a quel meschino che ti accoglier?? nelle viscere, e che nulla vieta di supporre pi?? galantuomo di tutti! Vedessero almeno i tuoi ornamenti, coteste viscere, potresti dire che ne vanno liete. Ma non li vedono. Perch?? dunque vestirti a festa? ???
Il vecchio ritorn?? a casa, e continu?? a dir seco stesso: ??? Le cose trovate si rendono, ma io non so davvero a chi mi debba rendere la trovata mia! Se ?? palla da munizione dovrebbe appartenere allo Stato. Quale persona me lo rappresenta meglio? ???
L???Almanacco di Gotha gli rispondeva ad un modo, le sue tepide simpatie ad un altro. Tenne per queste e scrisse:
??Maest??! Un suddito onorato vi vuole restituire questa galanteria che ?? vostra. Voi, per contraccambio, fatemi la gentilezza di appenderla ad una cordicina sul vostro posto a pranzo, come ha fatto all???incirca il Siracusano con la sua spada. A chi vi domander?? il perch?? della imitazione, risponderete che il vostro ?? un piombino da muratore, nel quale intendeste di rappresentare il buon governo, retto in bilico e in giusta dirittura. E vi farete onore. Ma per Voi e per me avr?? un altro significato.
??E sar?? questo. Ogni volta che i vostri amici, i profughi ed i cortigiani vostri vi recheranno intorno un certo fumo d???invocata guerra, guardate bene, dopo mangiato, l???appeso gingillo, e ponete il pensiero in queste due cose: la prima che i colpi di fucile arrivano al segno tanto pel torto come per il diritto: la seconda che tutti gli uomini sono nati di babbo e mamma, come siete Voi. Le mamme hanno durato nove mesi a generarli, i babbi vent???anni a metter loro innanzi il desinare, con assai maggiore stento del padre vostro. Pensate bene prima di muovervi a tutte queste cose, Maest??, e poi vedremo se vi parr?? che metta conto di sciupare Voi presto quelle povere anime e quei poveri corpi che Dio ha fatto cos?? adagio.??
L???ingenua lettera and?? al suo destino, ma egualmente, di l?? ad un par di mesi, principiarono ad uscir fuori certe lugubri salmodie, spagnolescamente firmate: ??Io, il Re.??
Strano pronome cotesto Io! I Tedeschi gli contrappongono il non io, e vi profondono intorno moltissimo inchiostro; gli inglesi lo scrivono modestamente con tanto d???I maiuscola, e altrove, solamente che vi esca di bocca, Dio che pericolo!
Gli ?? che la fortuna delle parole varia di molto cambiando paese, e varia anche, disgraziatamente, la fortuna dei luoghi, bench?? stien fermi. Di fatto, basta leggere ora in altissimi versi di un ???settentrional vedovo sito,??? perch?? ci venga subito voglia di guardarne un altro, pi?? vedovo assai, dalla parte opposta.
La luce, cui alludono i versi, lo rallegra ancora degli stessi raggi; ma importa molto che il sole sia sempre quello, se perfino al tempo dei Mori ci si vedeva meglio!
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?? 1996 - Tutti i diritti sono riservati Biblioteca dei Classici italiani di Giuseppe Bonghi Ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2011 |
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