Achille Campanile
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Achille Campanile (Roma, 28 settembre 1899 – Lariano, 4 gennaio 1977) è stato uno scrittore, giornalista e autore teatrale italiano, celebre per il suo umorismo surreale e i giochi di parole.
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[modifica] Gli esordi
Per breve tempo impiegato di ministero, ancora giovanissimo divenne cronista, iniziando la carriera come giornalista de La Tribuna per passare poi all' Idea Nazionale e al Travaso.
Vuole la leggenda (alla cui coloritura forse lo stesso Campanile potrebbe aver contribuito), che dovendo raccontare della triste storia di una vedova che tutti i giorni, da molti anni, si recava in cimitero per portare dei fiori sulla tomba del marito e che un giorno ivi era stata trovata morta, riversa sulla tomba, Campanile abbia preparato il "pezzo" come di consueto, ma titolandolo "Tanto va la gatta al lardo". Responsabile della terza pagina del suo giornale era Silvio D'Amico (ma secondo altre versioni si sarebbe trattato di Emilio Cecchi) che, nello sconcerto, non sapendo se si avesse a che fare con un genio o con uno squilibrato, nel dubbio gli diede un possibilità, che Campanile non avrebbe deluso.
[modifica] L'affermazione
In qualche modo presentato ed introdotto, dunque, al mondo della cultura degli anni Venti, non tardò Campanile a far notare una spiccata vocazione per una composizione antinconvenzionale ed incline alla ricerca dell'effetto.
Ammirato e sostenuto da Pirandello e Montale (col quale era anche in amicizia), Campanile cominciò dunque a presentare i suoi primi lavori (Centocinquanta la gallina canta del 1924, L'inventore del Cavallo del 1925).
[modifica] Tragedie e battute
Fra le prime sue opere, le "Tragedie in due battute" (rappresentate per la prima volta intorno al 1925) rappresentano certamente un contributo di grande innovazione ed un'opera in sé irripetuta.
Si tratta di piccoli atti, sceneggiati per il teatro, effettivamente composti da un numero irrisorio di battute (termine usato nel senso del gergo teatrale e non in quello umoristico).
Alcuni sono rimasti noti presso il pubblico, spesso senza che sia noto da dove provengano, come ad esempio il notissimo scambio di battute:
- «Dove vai?»
- «All'arcivescovado. E tu?»
- «Dall'arcivescovengo.»
Malgrado il nome con cui sono note, si tratta ovviamente di opere del genere della commedia, e destinate dallo stesso autore ad una prevista lettura libresca piuttosto che alla resa scenica. Questo anche in considerazione dei numerosi commenti inseriti nelle note di rappresentazione, e che talvolta costituiscono l'intero contenuto della "tragedia", come ad esempio in "Una tragedia evitata in tempo", nella quale l'unico protagonista non recita una sola battuta. Anche questa chiave è portata al paradosso in "Un dramma inconsistente", il cui unico personaggio è Nessuno: la scena, suggerisce la nota d'ambiente, "si svolge in nessun luogo" e Nessuno "(tace)". Come in molte di queste tragedie, infatti, Campanile parte dal titolo per costruire il suo atto unico in rigorosa deduzione dal titolo stesso, la tragedia è spiegazione del suo titolo. Meglio se in poche battute, con epigrammatica esplicitazione della potenziale pericolosità paradossale di un apparentemente innocente assunto.
È questa infatti una delle tecniche più caratteristiche di Campanile: recepire l'assunto esterno, sia esso il titolo, sia esso una battuta dei uno dei suoi protagonisti, con sospensione temporanea di giudizio, portandolo perfidamente alle sue estreme conseguenze di paradosso, implicitamente denunciando che nessun assunto è sufficientemente ristretto in una definizione unica, inequivoca ed incontrovertibile, insuscettibile di esiti perniciosi. In altri casi, la chiave è ribaltata e le tragedie riassumono in un titolo formalmente corretto situazioni di vaga eccezionalità, la cui racchiudibilità in un concetto banalmente consueto svilisce il contenuto di eccezionalità, o forse irride l'intento o l'istinto di considerare talune situazioni come eccezionali, come cioè non riconducibili a già esplorate categorie dell'ordinarietà.
Le Tragedie sono state raccolte da compilatori, in realtà non furono ordinate dall'autore. Furono anche più volte rappresentate a teatro, fra gli altri dalla compagnia Tieri Lojodice.
[modifica] La produzione
Seguirono commedie e romanzi di notevole successo come Ma cos'è questo amore del 1930, Se la luna mi porta fortuna, Agosto moglie mia non ti conosco che gli diedero una notevole popolarità tanto che la sua immagine in abiti molto eleganti e col monocolo era molto nota.
Dopo la guerra ebbe un calo di popolarità, ed inizò una lunghissima attività come critico televisivo de L'Europeo.
Fra le poche opere del periodo spicca Il Povero Piero del 1959, dove viene affrontato con molta ironia l'argomento della morte e, soprattutto, dei funerali e degli atteggiamenti di parenti e amici del caro estinto.
Negli ultimi anni venne riscoperto e ritornò ad un grande successo con Manuale di conversazione (1973), Gli asparagi e l'immortalità dell'anima (1974).
Visse fra Roma e Milano, ma negli ultimi anni si spostò a Lariano, vicino a Velletri dove morì nel 1977.
Vinse due volte il premio Viareggio a quarant'anni di distanza: nel 1933 per Cantilena all'angolo della strada e nel 1973 per Manuale di conversazione.
[modifica] Lo stile e le stilettate
Lo stile di Campanile, praticamente oggi riconoscibile ed inconfondibile al primo assaggio, si compone di una prosa curata, precisa, pignola, con costante (ma sottintesa) ricerca di impeccabilità linguistica.
Nella grande ed esperta conoscenza della lingua, e nel sapiente uso del lessico (solo apparentemente popolaresco, in realtà rigorosamente studiato e sofisticato), affonda la radice della non comune capacità di allestire spettacoli della logica che, in qualche assonanza (o piuttosto consonanza) con effetti tipici pirandelliani, ridicolizzano la più istintiva delle convenzioni sociali, la parola, ed attraverso questa le convenzioni stesse.
[modifica] Critica
Molti critici hanno elevato lo scrittore a "classico" del Novecento, fra questi Carlo Bo (per il quale era "uno dei rarissimi inventori di un nuovo genere letterario") ed Enzo Siciliano, che ha evidenziato come in questo autore "il riso, nell'attimo in cui scocca, è anche empio".
Oltre che all'analogia con alcuni dei percorsi pirandelliani in tema di convenzioni, Campanile è stato variamente accostato alle ricerche sull'assurdo di Ionesco (accostamento che respinse) ed al surrealismo, ma secondo alcune visioni costituirebbe un unicum, un caso pienamente a sé e di non vantaggiosa comparazione.
Come tutti gli umoristi, Campanile fu sottovalutato per anni da tutta la critica ufficiale; la sua riscoperta da parte del pubblico e della critica negli anni settanta rese giustizia ad uno dei più grandi umoristi italiani. In particolare Umberto Eco ne analizzò lo stile e la modernità del suo umorismo paradossale e surreale. Fra gli altri ammiratori vanno menzionati Oreste Del Buono, Giovanni Arpino.
«L'umorista tra l'altro è uno che istintivamente sente il ridicolo dei luoghi comuni e perciò è tratto a fare l'opposto di quello che fanno gli altri. Perciò può essere benissimo in hilaritate tristis e in tristitia hilaris, ma se uno si aspetta che lo sia, egli se è un umorista, può arrivare perfino all'assurdo di essere come tutti gli altri "In hilaritate hilaris e in tristitia tristis" perché, e questo è il punto, l'umorista è uno che fa il comodo proprio: è triste o allegro quando gli va di esserlo e perciò financo triste nelle circostanze tristi e lieto nelle liete.»
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(Achille Campanile)
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[modifica] Le opere
La produzione di Achille Campanile è molto vasta e spazia fantasiosamente dal teatro al romanzo, dalla sceneggiatura cinematografica alla critica televisiva.
[modifica] Narrativa
- 1927 Ma cos'è questo amore? (Corbaccio)
- 1928 Se la luna mi porta fortuna (Treves)
- 1929 Giovanotti, non esageriamo!, (Treves)
- 1930 L'umorismo dell'Ariosto, (Mondadori) (in AA.VV., L'ottava d'oro, celebrazioni ariostesche)
- 1930 Agosto, moglie mia non ti conosco, (Treves)
- 1931 In campagna è un'altra cosa (c'è più gusto) (Treves)
- 1932 Battista al Giro d'Italia (Treves) (Campanile al seguito del giro d'Italia del 1932)
- 1933 Cantilena all'angolo della strada (Treves)
- 1933 Amiamoci in fretta (Mondadori)
- 1934 Chiarastella (Mondadori)
- 1940 La Gifle du km. 40
- 1941 La moglie ingenua e il marito malato (Rizzoli)
- 1942 Il diario di Gino Cornabò (Rizzoli)
- 1942 Celestino e la famiglia Gentilissimi (Rizzoli)
- 1945 Avventura di un'anima (De Luigi)
- 1946 Viaggio di nozze in molti (Garzanti)
- 1949 Il giro dei miracoli (Sera)
- 1955 Trac Trac Puf - Fiaba per adulti e per piccini (Rizzoli)
- 1958 Codice dei fidanzati (Elmo)
- 1959 Il Povero Piero (Rizzoli)
- 1961 Trattato delle barzellette (Rizzoli)
- 1967 Dormono sulla collina (Editalia) (presentazione al volume Umoristi Francesi 1860-1890)
- 1967 Togliamoci il cappello (Editalia) (presentazione al volume Umoristi Inglesi 1860-1890)
- 1973 Manuale di conversazione (Rizzoli)
- 1974 Gli asparagi e l'immortalità dell'anima (Rizzoli)
- 1975 Vite degli Uomini Illustri (Rizzoli)
- 1976 L'eroe (Rizzoli)
- postume
- 1980 Benigno (Rizzoli)
- 1984 L'umorista e l'atomica (conferenza al Circolo Ufficiali il 16 dicembre 1950, in Ridotto)
- 1989 La televisione spiegata al popolo (Bompiani)
- 1989 Opere, Romanzi e racconti 1924-1933 (Bompiani)
- 1992 Poltroni numerati (Il Mulino)
- 1994 Opere, Romanzi e racconti 1932-1974 (Bompiani)
[modifica] Opere per il Teatro
- 1924 Centocinquanta la gallina canta
- 1927 L'inventore del cavallo (Editrice d'Arte Fauno)
- 1931 L'amore fa fare questo e altro - Teatro completo 1 (Treves)
- 1936 Erano un po' nervosi
- 1937 Visita di condoglianze
- 1938 Uno Sciagurato
- 1938 Un esperimento riuscito
- 1939 Delitto a Villa Young
- 1940 Aeroporto
- 1940 La Spagnola
- 1961 Il Povero Piero
- 1971 L'inventore del cavallo e altre 15 commedie (Einaudi)
- 1978 Tragedie in due battute (Rizzoli)
[modifica] Opere per il Cinema
- 1939 Animali pazzi (soggetto e sceneggiatura), diretto da Carlo Ludovico Bragaglia e interpretato da Totò
[modifica] Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Achille Campanile
[modifica] Collegamenti esterni
- Il sito ufficiale gestito dal figlio Gaetano
- Interviste a Campanile - sito RAI
- Un ricordo sul sito del liceo Mamiani di Roma, del quale fu studente
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