Alceste De Ambris
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Alceste De Ambris (Licciana Nardi, provincia di Massa-Carrara, 1874 - Brive, Francia, 1934), uomo politico italiano, vicino al sindacalismo ed al primo fascismo rivoluzionario.
Fu a Parma agli inizi degli anni Novanta per frequentare l'università.
Sindacalista rivoluzionario, nel 1907 venne nominato segretario della locale Camera del Lavoro, che alla fine del 1907 contava 29.037 a fronte dei 12.600 di inizio anno. La rottura dell’unità proletaria dovuta ai contrasti fra riformisti e sindacalisti rivoluzionari permise la controffensiva padronale, che sfociò nello sciopero agrario del 1908 con la sconfitta susseguente dei lavoratori.
Il 20 giugno 1908 a Parma vi furono accesi tumulti, le forze di repressione governative occuparono la sede della Camera del Lavoro. Il De Ambris riuscì a fuggire a Lugano; Amilcare , il fratello, rimase invece a Parma con l'intento di ricostruire le leghe contadine.
Alceste raggiunse il Brasile, tornando in Europa nei primi mesi del 1911 e, nuovamente a Lugano, riagganciò i contatti per intervenire in Italia.
Alceste De Ambris, nel 1913, veniva eletto deputato e ritornava in Italia. A Parma, dove era conosciutissimo, fu accolto da manifestazioni di festa. Ormai c'era sentore di guerra, ed il De Ambris pensò che potesse esservi l'occasione per una futura svolta rivoluzionaria, come poi avverrà in Russia. Fu quindi interventista di sinistra, fece parte dei Fasci di Azione Internazionalista, si avvicinò al fascismo "diciannovista", che aveva carattere di movimento di sinistra (sansepolcrismo), caratteri completamente traditi e rovesciati dal fascismo affermato.
Raggiunse D'Annunzio a Fiume e, come suo capo di Gabinetto, fu la mente realizzatrice della Carta del Carnaro.
In seguito, assieme a Capitan Giulietti ed a Luigi Campolonghi, tentò di convincere D'annunzio stesso a precedere i fascisti, a Roma, per la presa di potere. I socialisti però non lo appoggiarono, perdendo quella che, secondo Lenin, era l'occasione di instaurare un inizio di rivoluzione in Italia, con a capo il D'Annunzio stesso. D'Annunzio, comunque, fu sempre ambiguo in tale periodo, non volle infatti ricevere neanche Antonio Gramsci utilizzando una scusa assai futile.
Partecipo' alla difesa di Parma con gli Arditi del Popolo, guidati da Guido Picelli ed Antonio Cieri, con la Legione Proletaria Filippo Corridoni, e con frange dei Popolari, oltre che ovviamente con i militanti delle formazioni di sinistra.
Fu Aggredito a Genova dai fascisti, agli inizi del 1923, e andò in esilio in Francia, rifiutando le offerte che in cambio di un suo ravvedimento gli avrebbero permesso il ritorno in Italia ed un posto nella struttura politico-sociale fascista. A Parigi strutturò cooperative di lavoro in modo da dar sussistenza ai numerosissimi esiliati del fascismo, ormai divenuto regime.
[modifica] voci correlate
[modifica] Riferimenti
Arditi del Popolo di Eros Francescangeli
Alla festa della rivoluzione di Claudia Salaris