Claude-Nicolas Ledoux
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Claude-Nicolas Ledoux (Dormans, 21 marzo 1736 - Parigi, 18 novembre 1806) fu un architetto e urbanista francese.
L'achitetto costruisce le sue opere partendo da forme pure: piramidi, sfere e cubi, in modo da creare un'architettura «parlante», ovvero in grado di comunicare la propia funzione ed il proprio messaggio civico e didattico.
[modifica] Biografia
La sua formazione avvenne a Parigi con Jean-François Blondel, influenzato al contempo dalle monumentali e visionarie architetture incise dal Piranesi.
Di questo primo periodo sono: lo Château d’Eaubonne (1762-63), l’Hôtel d’Hallwyl (1764-66), con la facciata risolta in un possente bugnato rustico, l’Hôtel d’Uzès (1764-67), lo Château de Benouville (1768-77) e l’Hôtel de Montmorency (1770-72), quest'ultimo impostato planimetricamnetesu su un asse diagonale, con ambienti circolari ed ovali, in modo da ottenere una migliore distribuzione degli interni e risolvere il problema della disposizione ad angolo: al piano terra si susseguono: l'ingresso, il vestibolo e lo scalone, mentre al piano nobile: l'anticamera, la sala da pranzo e il salotto rotondo, con su entrambi i lati dell'asse diagonale una camera da letto, fornita di camerino, spogliatoglio e guardaroba.
Nel 1771 completò il Pavillon de Louveciennes, commissionato dal re di Francia per la sua protetta Madame Du Barry, interamente decorato e arredato in stile neoclassico; con pilastri lisci, bassorilievi classici e controsoffitti a nido d’ape. Nel 1773 venne nominato accademico e architecte du Roi. Tra il 1775 e il 1784 realizzò il cubico teatro di Besançon, con un portico ionico senza frontone e, all’interno, un emiciclo sormontato da un colonnato dorico. Nel 1776 iniziò i lavori per l'Hôtel Thélusson, la residenza di una vedova di un ricco banchiere, considerata come "una delle maggiori attrazioni di Parigi", costruita con geometrica semplicità, cui si accedeva attraverso un arco trionfale che portava a un giardino all'inglese.
Tra il 1785-89, realizzò a Parigi la Barrière de la Villette, una delle porte della città, utilizzata per riscuotere la tassa dell’octroi; ma anche, insieme ad altre quarantacinque barrières, a segnare il perimetro della città di Parigi e fare da ingresso monuamentale per il viaggiatore che s’avvicinava alla città. In quest'opera unì due forme elementari, una croce greca e un cilindro contente la cupola, in modo da sovrapporre ad una forma cubica, con un'imponente porticato formato da pilastri tuscanici con semplici capitelli, una forma sferica. Inoltre l'effetto di grande imponenza viene accentuato dal chiaroscuro dato dall'alternanza di pieni e vuoti e dal contrasto generato dalle finestre quadrate dell’attico e dagli archi semicircolari al di sotto di esse.
Nel 1792 edificò un gruppo di quindici case dalle chiare forme geometriche, inserite liberamente entro un giardino all'inglese. Nel progetto per l'ampliamento delle saline di Chaux, presso il villaggio di Arc-et-Senans, Ledoux progetta un'intera città impostata su un anello ellittico formato da due giri di abitazioni, l'interno riservato agli uffici amministrativi, l'esterno ad edifici di per attrezzature, residenze di vario tipo, tra cui un ospizio, un mercato e un cimitero; e strutture a carattere pubblico: il Palazzo della Concordia, la Casa dell'Unione, il Tempio della Memoria, la Casa della Vita Comune, la Casa dell'Educazione. infine l'asse diametrale veniva a coincidere con la casa del direttore e con le officine. I lavori iniziati nel 1775, per questa moderna «città ideale», non vennero mai portati a termine, interrompendosi nel 1779. I pochi edifici realizzati mostrano l'impiego di forme semplici ma imponenti, mentre la decorazione si ispira a motivi arcaici come nel portico di accesso, scavato in modo tale da emulare la roccia naturale.
Nel 1783 costruí a Compiègne un magazzino del sale, di cui resta solo la facciata porticata e nel 1786 progettò il Palais de Justice ad Aix-en-Provence. Con la Rivoluzione francese la sua carriera si interruppe; venne imprigionato e privato sia delle commissioni pubbliche che di quelle private. Ledoux passò gli ultimi anni della sua vita raccogliendo ed approntando i suoi progetti, portando alle estreme conseguenze la sua architettura «parlante», elaborando un nuovo tipo di d’architettura che, sacrificando la funzionalità dell'edificio, potenzia la comunicazione simbolica, progettando strutture formate di pure sfere, cubi, cilindri e piramidi, che egli collocava in un paesaggio ideale, assolutamente impraticabili; ad esempio, se per un un bordello si poteva dare in pianta la forma di fallo, alla casa dei sorveglianti del fiume si poteva dare la forma di un ponte sopra una cascata, mentre per un bottaio era adatta la forma di cerchio di botte.
[modifica] Bibliografia
- Daniel Rabreau, Claude Nicolas-Ledoux 1736-1806: l'architecture et les fastes du temps, Bordeaux 2000, ISBN 2858228469
- Marco Pogacnik, Sulla nozione di spazio in Claude-Nicolas Ledoux. La colonna, la luce e la sostruzione, in "Annali di Architettura", n. 16, Vicenza 2004 (in pdf)
- Commons contiene file multimediali su Claude-Nicolas Ledoux