Curzio Malaparte
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«Un parlatore squisito e un grande ascoltatore pieno di tatto ed educazione»
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Kurt Erich Suckert (Prato, 9 giugno 1898 - Roma, 19 luglio 1957), meglio conosciuto con lo pseudonimo di Curzio Malaparte, è stato uno scrittore, giornalista e diplomatico italiano del Novecento.
Indice |
[modifica] Vita
Kurt Erich Suckert nacque a Prato da madre italiana e padre tedesco, dove frequentò il collegio "Cicognini". Si arruolò sedicenne nella legione garibaldina per combattere in Francia nella prima guerra mondiale fino al 1915 quando, entrata in guerra anche l'Italia, poté arruolarsi nel Regio Esercito nel corpo degli degli Alpini. Nel 1918 iniziò la carriera giornalistica e subito dopo la guerra tenta inutilmente di pubblicare La rivolta dei santi maledetti (1921), un saggio-romanzo sulla guerra che vede nella Roma corrotta il principale nemico da combattere.
Aderì in seguito al partito fascista di Benito Mussolini e nel settembre 1922 partecipò alla Marcia su Roma. Nel 1924 con il nuovo regime amministrò case editrici come quella de «La Voce». Ma a questo punto Malaparte si allontana dal fascismo, avendo questo deluso le speranze di rivoluzione sociale che lo avevano originariamente attratto.
Nel 1933 viene allontanato da "La Stampa" di Torino a causa del carattere individualista che emerge dai suoi scritti. In questi anni scrive Tecnica del colpo di stato, pubblicato in Francia nel 1931, col quale Malaparte attacca profondamente sia Hitler che Mussolini. A causa del libro Malaparte fu confinato temporaneamente nel 1933 all'isola di Lipari per aver svolto attività antifasciste all'estero. Tecnica del colpo di stato venne considerato in generale come un invito a una conquista violenta del potere attraverso il rovesciamento dello Stato, nonostante Malaparte, sostenesse al contrario che fosse negli intenti un’analisi tecnica per la difesa dello Stato.
Su intervento di Galeazzo Ciano, Malaparte poté ritornare in libertà, lavorando come inviato del "Corriere della Sera". Aldo Borrelli, direttore del giornale, aveva allora in Dino Buzzati e Curzio Malaparte due straordinari corrispondenti di guerra.
Negli anni successivi lo scrittore costruì a Capri Villa Malaparte, luogo dei più bei momenti di mondanità ed attività artistica. Partecipò alla seconda guerra mondiale con il grado di Capitano degli alpini e lavorando come corrispondente per il Corriere della Sera. Nel 1943 uscì il suo primo romanzo Kaputt e poi nel 1949 La pelle. Maledetti toscani, 1956, fu pure un libro interessante, un pò autoironico, da toscano che parla di toscani. Negli anni '50 collaborò con una rubrica assai viva, in uno stile toscanissimo, al settimanale Il Tempo.
Morì a Roma nel 1957 di cancro, da alcuni considerata la conseguenza dell'intossicazione da iprite subita nel primo conflitto mondiale.
Curzio Malaparte riposa in un Mausoleo costruito sulla cima del Monte Spazzavento, una collina dominante Prato, secondo le sue volontà ("…e vorrei avere la tomba lassù, in vetta allo Spazzavento, per sollevare il capo ogni tanto e sputare nella fredda gora del tramontano"). Questa frase è riportata sulla sua tomba assieme ad un'altra celebre frase che recita ""..io sono pratese, sono orgoglioso di essere pratese e non vorrei essere nato se non fossi stato pratese..."
[modifica] Casa Malaparte e l'isola di Capri
L'amore di Curzio Malaparte per l'isola di Capri iniziò nel 1936 quando, recatosi a far visita all'amico Axel Munthe, ne rimase entusiasta. Grazie all'interessamento di Galeazzo Ciano, acquistò da un isolano, un pezzo di terra a picco sul mare, in una posizione impervia e selvaggia, a pochi passi dai faraglioni.
Casa Malaparte, progettata dall'architetto Adalberto Libera, fu considerata in seguito un capolavoro del Razionalismo italiano. La villa, battezzata dallo scrittore, Casa come me, è costituita da un grande salone sulle cui pareti si aprono quattro grandi finestroni, costruiti in modo da offrire in ognuno un panorama diverso. Vi sono poi lo studio, la stanza da letto, un piccolo appartamento per gli ospiti, chiamato l'ospizio e la Favorita, la camera da letto della compagna del momento.
La sua abitazione fu lasciata in eredità al governo cinese ma i suoi parenti impugnarono il testamento. Oggi la casa non è visitabile.
Nel 1963 Jean Luc Godard utilizzó la villa durante la ripresa del film "Le Mepris", basato sul romanzo "Il Disprezzo" di Alberto Moravia. Brigitte Bardot, Michel Piccoli e Jack Palance furono i protagonisti del tragico triangolo. Inoltre il regista tedesco Fritz Lang interpretò la parte di sé stesso.
[modifica] Bibliografia
[modifica] Saggistica
- La rivolta dei santi maledetti, Roma: La Rassegna Internazionale, 1921
- Le nozze degli eununchi, Roma: La Rassegna Internazionale, 1922
- L'Europa vivente, Firenze: La Voce, 1923; in L'Europa vivente e altri saggi politici, Firenze: Vallecchi, 1923
- Italia barbara, Torino: Piero Gobetti, 1925; Roma: La Voce, 1927
- Intelligenza di Lenin, Milano: Treves, 1930
- Technique du coup d'état, Paris: Bernard Grasset, 1931, 1948; pubblicato dapprima in francese e poi tradotto in italiano come Tecnica del colpo di stato, Milano: Bompiani, 1948
- I custodi del disordine, Torino: Bugatti, 1931
- Le bonhomme Lénine, Paris: Bernard Grasset, 1932; pubblicato in francese e poi tradotto in italiano come Lenin buonanima, Firenze: Vallecchi
- Deux chapeaux de paille d'Italie, Paris: Denoel, 1948; pubblicato in francese
- Due anni di battibecco, 1955
- Maledetti toscani, Firenze: Vallecchi, 1956, 1959
- Io, in Russia e in Cina, 1958; Firenze: Vallecchi
- Mamma marcia, 1959; Firenze, Vallecchi; con Lettera alla gioventù d'Europa e Sesso e libertà, postfazione di Luigi Martellini, Milano: Leonardo, 1990, 1992
- L'inglese in Paradiso, Firenze: Vallecchi, 1960
- Benedetti italiani, 1961; Firenze, Vallecchi
- Viaggi fra i terremoti, Firenze, Vallecchi, 1963
- Journal d'un étranger à Paris, in francese, 1966; tradotto in italiano come Diario di uno straniero a Parigi, Firenze: Vallecchi
[modifica] Narrativa
- Avventure di un capitano di sventura, Roma: La Voce, 1927
- Don Camaleo, Genova: La Chiosa, 1928; in Don Camaleo e altri scritti satirici, Firenze: Vallecchi, 1946
- Sodoma e Gomorra, Milano: Treves, 1931
- Fughe in prigione, Firenze: Vallecchi, 1936
- Sangue, Firenze: Vallecchi, 1937
- Donna come me, Milano: Mondadori, 1940
- Il sole è cieco, Milano: Il Tempo, 1941; Firenze: Vallecchi, 1947
- Il Volga nasce in Europa, Milano: Bompiani, 1943; in Il Volga nasce in Europa e altri scritti di guerra, Firenze: Vallecchi
- Kaputt, Napoli: Casella, 1943; Milano: Daria Arnati, 1948; Vallecchi, Firenze 1960, 1966
- La pelle, Roma-Milano: Aria d'Italia, 1949, 1951; Firenze: Vallecchi, 1959; Milano: Garzanti, 1967
- Storia di domani, Roma-Milano: Aria d'Italia, 1949
- Racconti italiani, 1957; Firenze: Vallecchi
[modifica] Teatro
- Du côté de chez Proust. Impromptu en un acte, in francese, Parigi: Théâtre de la Michodière, 1948
- Das Kapital. Pièce en trois actes, in francese, Parigi: Théâtre de Paris, 1949
- Anche le donne hanno perso la guerra, 1954
[modifica] Poesia
- L'Arcitaliano, Firenze e Roma: La Voce, 1928; in L'Arcitaliano e tutte le altre poesie, Firenze: Vallecchi
- Il battibecco, Roma-Milano: Aria d'Italia, 1949
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Curzio Malaparte
[modifica] Collegamenti esterni
[modifica] In italiano
[modifica] In inglese
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