Erbe fini
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In gastronomia col termine erbe fini, derivato dal francese fines herbes, si indica una miscela di erbe aromatiche tritate finemente. La miscela è solitamente composta da prezzemolo, dragoncello, cerfoglio, erba cipollina; alcune ricette inseriscono crescione d'acqua e le foglie di finocchio.
Vengono usate in numerose ricette prevalentemente per aromatizzare omelette e piatti a base di uova, possono insaporire gli umidi di pesce e pollo, o semplicemente possono essere usate per guarnire un piatto. Sono ottime per esaltare il sapore della selvaggina.
Vengono coltivate negli orti, per le loro qualità aromatiche, da condimento e medicinali.
Si usano generalmente le loro foglie, fresche oppure secche o disidratate, per condire, insaporire o profumare diverse pietanze crude o cotte.
Per lungo tempo le erbe furono in generale poco conosciute, ad eccezione della menta, del prezzemolo e dell'aglio. Le altre spesso non furono conosciute che localmente.
Appartengono principalmente a tre famiglie botaniche:
- le Agliacee: aglio, cipolla, cipollotto, erba cipollina, scalogno, ...
- le Apiacee: angelica, carvi, cerfoglio, finocchio, prezzemolo, ...
- le Lamiacee: issopo, maggiorana, melissa, menta, origano, santoreggia, salvia, timo, ...
Le erbe aromatiche secche hanno un aroma più forte e devono essere usate con parsimonia.
[modifica] Curiosità
Alcuni sostengono che la mangiatoia che avrebbe ospitato Gesù bambino fosse piena di erbe fini.
[modifica] Voci correlate
- Erbe provenzali
- Spezia