Giuseppe Capograssi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giuseppe Capograssi (Sulmona, 15 marzo 1889 - Roma, 23 aprile 1956), filosofo del diritto.
Giuseppe Capograssi nacque a Sulmona da un'antica famiglia nobile che vi si era trasferita da un comune della provincia di Salerno nel 1319, a seguito del vescovo Andrea. Fu un insigne studioso del diritto e si dedicò interamente alla speculazione filosofica ed all'insegnamento.
Iniziò la carriera accademica a Macerata, dove venne nominato anche rettore e quindi si trasferì dapprima a Padova , poi a Roma, di qui a Napoli, presso l'Università Federico II, per un decennio, trascorso il quale si trasferì ex novo a Roma. Poco prima della morte venne nominato giudice della Corte Costituzionale. Fu tra i fondatori dell'Ugci (Unione giuristi cattolici italiani), di cui fu anche il primo presidente.
La sua filosofia viene denominata "dottrina dell'esperienza giuridica" ed è rivolta alla centralizzazione della volontà del soggetto agente, che si imprime nell'azione stessa vera fonte di espressione giuridica e di vita. La filosofia dovrebbe quindi occuparsi della vita e dell'azione, avendo a centro della sua speculazione la "persona". Il suo si ricollega al personalismo cattolico , il cui approfondimento si ebbe proprio nel Novecento, sulle orme di sant'Agostino, Pascal, Rosmini, anche ad opera di pensatori francesi quali Maritain e Mounier.
[modifica] Opere
- Saggio sullo Stato, 1918
- Riflessioni sull'autorità e la sua crisi, 1921
- Analisi dell'esperienza comune, 1930
- Studi sull'esperienza giuridica, 1932
- Introduzione alla vita etica, 1935
- Il problema della scienza del diritto, 1937
Gli "scritti a Giulia" sono pensieri ed attenzioni rivolte quotidianamente alla fidanzata, Giulia Ravaglia, dal dicembre del 1918 al 18 febbraio 1924, data del loro matrimonio.