Numanzia
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Numanzia, antica roccaforte celtiberica (in spagnolo: Numancia), situata in provincia di Soria, alla confluenza dei fiumi Tera e Duero, divenne nel secolo II a.C. baluardo della resistenza iberica all'espansione romana in Spagna.
In seguito alla sconfitta del console Caio Ostilio Mancino da parte delle tribù che vivevano intorno all'Ebro, venne posto al comando dell'esercito Publio Cornelio Scipione Emiliano, eroe della terza guerra punica, che pose l'assedio a Numanzia nel 133 a.C.
A Scipione venne assegnato un esercito di sessantamila uomini rinforzato con un nutrito contingente di cavalleria numidica fornita dall'alleato Micipsa e al cui comando si trovava il giovane nipote del re, Giugurta.
Per prima cosa, Scipione si adoperò per rincuorare e riorganizzare l'esercito scoraggiato dall'ostinata ed efficace resistenza della città ribelle; poi, capito che la cittadella poteva essere presa solo per fame, fece costruire una doppia circonvallazione atta a isolare Numanzia e a privarla di qualsiasi aiuto esterno. Il console si dedicò poi a scoraggiare gli iberi dal portare aiuto alla città ribelle, presentandosi con l'esercito alle porte della città di Lutia e obbligandola alla sottomissione e alla consegna di ostaggi.
Dopo un anno di assedio (l'assedio di Numanzia ispirò a Cervantes un dramma), i numantini, ridotti alla fame, cercarono un abboccamento con Scipione, ma, saputo che questi non avrebbe accettato altro che una resa incondizionata, preferirono gettarsi in un ultimo, disperato assalto contro le fortificazioni romane, fallito il quale la leggenda racconta che i superstiti bruciarono la città e si gettarono fra le fiamme.
Comunque risulta che non tutti morirono; molti, fatti schiavi, sfilarono nel trionfo di Scipione. La città fu rasa al suolo come Cartagine pochi anni prima.
Il bellum numantinum acquista particolare importanza, a prescindere dalle crudeltà che furono perpetrate (pare che i numantini si lasciarono andare al cannibalismo), per il fatto che segnò la fine della pacificazione dell'Iberia col definitivo affermarsi del potere di Roma.
Numanzia fu riedificata da Augusto. Sono poi state ritrovate le mura rinforzate da torri e l'impianto urbano di forma quasi ellittica, con due strade longitudinali tagliate da dieci vie minori. Le case, a pianta rettangolare, sono molto modeste. Abbondanti i rinvenimenti archeologici di ceramica sia celtiberica sia romana.
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