Sant'Agata sul Santerno
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Sant'Agata sul Santerno | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Emilia-Romagna | ||
Provincia: | Ravenna | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | m s.l.m. | ||
Superficie: | 9 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 237 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Lugo, Massa Lombarda | ||
CAP: | 48020 | ||
Pref. tel: | 0545 | ||
Codice ISTAT: | 039017 | ||
Codice catasto: | |||
Sito istituzionale |
Sant'Agata sul Santerno (Sant'êgta in romagnolo) è un comune di 2.131 abitanti della provincia di Ravenna. È il secondo comune più piccolo della provincia (dopo Bagnara di Romagna) e il più piccolo come popolazione. Ma, nonostante la limitata estensione e l'esiguo numero degli abitanti, è un paese di antiche tradizioni. Inoltre Sant'Agata sorge su un'importante via di comunicazione, la via San Vitale (strada che collega Bologna con Ravenna), nel punto in cui questa attraversa il fiume Santerno.
Indice |
[modifica] Cenni storici
[modifica] Dal Medioevo all'Unità d'Italia
L'antica pieve di "Sancta Agatha" viene fatta risalire al 740; eretta sopra un tempio pagano, compare in diversi documenti di epoche successive. Il paese sorse attorno alla chiesa ed ha sempre portato il nome della santa martire di Catania.
Per tutto il medioevo Sant'Agata fu disputata dai signori locali, trovandosi, suo malgrado, teatro di scontri tra truppe avverse. Una delle date più significative della storia del paese è il 1440. Il 23 settembre di quell'anno Papa Eugenio IV cedette in feudo le terre della Romandiola, tra cui Sant'Agata, agli Estensi di Ferrara per 11.000 ducati d’oro. Il castello assunse quindi il nome di S. Agata Ferrarese, che conservò fino all'Unità d'Italia.
Poi Sant'Agata subì la sorte di molti altri paesi della Bassa Romagna: il ritorno nello Stato della Chiesa dopo l'estinzione della dinastia estense nel 1598, la sottomissione all'esercito napoleonico nel 1796, il ritorno sotto lo Stato Pontificio nel 1815 ed, infine, i plebisciti del 1859 con l'annessione al Regno d’Italia.
Nel 1863, per Regio decreto, il paese assunse l'attuale denominazione di S. Agata sul Santerno.
Nel Gonfalone del Comune compaiono: Sant'Agata, la torre civica e l'aquila degli Estensi.
[modifica] Il Novecento
All'alba del nuovo secolo la popolazione viveva in condizioni modeste. Delle circa 400 famiglie che costituivano il Comune, quelle ricche si potevano contare sulla punta delle dita. In quanto al tipo di lavoro, la fetta più grossa della popolazione era dedita all'agricoltura. Una parte erano i piccoli proprietari, in tutto qualche decina di famiglie che possedevano in media dai 3 ai 4 ettari di terra, non superavano ma i 10. Nonostante la loro vita faticosa, erano considerati benestanti: infatti non dovevano dividere con nessun altro il frutto del loro lavoro, come invece accadeva ai coloni mezzadri e agli affittuari (che dovevano corrispondere al proprietario del terreno una quota fissa tutti gli anni). A Sant'Agata, come del resto in tutta la Bassa Romagna, mezzadri e affittuari rappresentavano la stragrande maggioranza dei lavoratori.
La categoria più disagiata era senza dubbio quella degli operai e dei braccianti: lavoravano solo d'estate, nella mietitura, nella trebbiatura e nella vendemmia, e rimanevano disoccupati in inverno; in più molti di essi non erano proprietari della casa in cui vivevano.
Alcune tappe dello sviluppo civico di Sant'Agata sono scandite dagli avvenimenti che seguono: - 1901 venne fondata la Cassa Rurale, da 14 soci tra cui don Antonio Randi; - 1905 venne inaugurato il nuovo ponte sul Santerno; - 1924 venne aperta la prima agenzia della Cassa di Risparmio di Ravenna; - 1925 giunge in paese la luce elettrica. La linea ferroviaria esisteva invece fin dal 1888; - 1926 venne inaugurato l'asilo infantile fondato da Giovanna Azzaroli; - 1929 vennero costruite le attuali Scuole elementari.
Le due guerre mondiali furono causa di lutti e privazioni per tutti i santagatesi: nella guerra 1915-1918 si contarono 16 caduti in battaglia, 19 deceduti per malattie contratte al fronte e 5 dispersi. I danni causati dal secondo conflitto mondiale furono ancora più gravi: il paese venne quasi completamente distrutto dai bombardamenti (terribile l'ultimo del 9 aprile), inoltre pianse 77 civili deceduti per fatti di guerra e 6 militari morti o dispersi sui vari fronti. Sant'Agata fu liberata il 10 aprile 1945; i primi ad entrare furono inglesi e neozelandesi.
Al referendum istituzionale del 1946 la Repubblica ottiene 1.169 voti, la monarchia 108 voti.
Alle elezioni politiche del 1948, ottengono voti per il Senato: Fronte Popolare 604, Democrazia Cristiana 277, PRI 239. Per la Camera: Fronte Popolare 674, Democrazia Cristiana 425, P.R.I. 259.
Il 5 dicembre 1959 il fiume Santerno rompe l'argine in due punti, l'acqua entra dentro le case dei santagatesi. Dopo questa alluvione, comunque, non ne saranno più registrate.
Nel 1960 Primo Mazzari fonda l'omonima distilleria, che rimane ancora oggi la fabbrica più conosciuta di Sant'Agata. Il secondo marchio più conosciuto, il Mobilificio Pirazzoli, sorge nel 1966. L'edificio, a tre piani, spicca in un paese di tutte case basse. Per la sua altezza e la grande insegna luminosa posta sul tetto, lo si nota anche a qualche chilometro di distanza percorrendo la San Vitale, soprattutto perché svetta sul ponte del Santerno.
Tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta si assiste in Italia ad una straordinaria trasformazione degli stili di vita, che coinvolge anche i piccoli centri abitati. Tra i mezzi di trasporto, la bicicletta finisce in secondo piano. Si passa ai ciclomotori (Vespa su tutti) e poi alle automobili (Fiat 600 e 500 Fiat).
Nel 1967 viene costruito il primo acquedotto cittadino. Al censimento del 1971 i santagatesi risultano occupati: il 27,2% nell'agricoltura; il 32,5% nell'industria ed il 40,3% nel terziario. Si nota un progressivo inurbamento della popolazione: tra il 1951 e il 1971, la quota degli abitanti che risiedono nel centro urbano è passata dalla metà ai due terzi.
Al referendum sul divorzio del 1974, il fronte del no vince anche in paese con 1.024 voti contro 462 sì. Alle elezioni politiche del 1976 il primo partito a Sant'Agata è il PCI con il 48% dei voti (alla Camera), seguito dalla DC con il 29,2% e, staccati dal PRI con il 10,7% e il PSI con il 5,2% .
Il 10 giugno 2003 è stato inaugurato il nuovo ponte sul Santerno, dotato di piste ciclabili e posto più in alto rispetto al precedente.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Monumenti
Chiesa arcipretale
La chiesa attuale fu costruita nel 1881 per volere di mons. Ercole Rambelli, arciprete dal 1874 al 1916. Il progetto fu affidato all'architetto Pritelli di Faenza che si ispirò, per la realizzazione dell'opera, allo stile neoclassico, in voga nel sec. XIX.
La pianta è a croce latina, con abside semicircolare. La facciata, in pietra a vista, si sviluppa in verticale, terminando con un frontone triangolare. L'interno è a navata unica con nicchie laterali. Nella chiesa vi sono sette altari; il maggiore è dedicato a Sant'Agata Vergine e Martire, raffigurata nella pala d'altare opera del pittore massese Orfeo Orfei. Un altro pittore di Massa Lombarda, Umberto Folli, dipinse la volta del presbiterio nel 1944.
Nel 1883, sempre per volere di mons. Rambelli, fu edificato il campanile, ancora su progetto del Pritelli.
Torre civica
Detta anche Torre dell'orologio, fu costruita sull'antica porta di accesso al castello medievale. Il castello sorse nei primi secoli dopo il Mille. La costruzione era cinta da solide mura che formavano un quadrilatero circondato da un grande fossato. La chiesa arcipretale venne costruita nel recinto del castello. Lo spazio circondato dall'antica Fossa costituisce oggi la piazza principale del paese, Piazza Umberto I.
Sovrasta la torre la campana dell'orologio, fin da tempi remoti, certamente già nel 1487, data in cui venne redatto il primo Statuto cittadino. La campana, detta della ragione, serviva per chiamare a raccolta i cittadini che governavano il paese e si è mantenuta fino ai giorni nostri.
Il municipio si trova in piazza Garibaldi, un tempo piazza Maggiore, entro la cerchia delle mura. In origine faceva parte del fabbricato del castello: i muri perimetrali recano ancora tracce dei suoi contrafforti obliqui. L'edificio ha sempre avuto un prevalente utilizzo pubblico.
Presso il municipio sono conservati gli Statuti, due antichi e preziosi codici, uno dei quali in pergamena con pregevoli miniature; contengono in 4 libri, le leggi che il duca di Ferrara Ercole II emanò per S. Agata nel 1487.
[modifica] La San Vitale e la Bastia
Sono le due strade storiche che si incrociano a Sant'Agata.
La Via San Vitale è una delle prime strade della Bassa Romagna di cui si abbia notizia nei documenti storici. Anticamente si chiamava Via Salara, la sua funzione era infatti collegare i porti con l'entroterra e permettere il trasporto dei carichi di sale che dal mare Adriatico venivano destinati ai paesi dell'interno. Il tracciato medievale della San Vitale non seguiva il percorso odierno se non approssimativamente. Ancora nel 1801 sul fiume Santerno non esisteva il ponte, infatti la strada era nominata "Via Pubblica che va al passo della Barca".
Secondo l'opinione prevalente, la San Vitale ha raggiunto l'attuale configurazione dopo l'Unità.
Anche la Via Bastia è una delle strade più antiche della Bassa Romagna. Le sue origini si perdono infatti nel tempo. La strada, che parte dalla Via San Vitale, procede verso nord costeggiando il fiume Santerno fino alla sua immissione nel Reno. Nel 1395, quando il Santerno spagliava ancora nelle valli, i soldati di Nicolò III d’Este avevano costruito una bastia, cioè un baluardo difensivo, nel punto di confluenza tra Reno (all'epoca Po di Primaro) e Zanniolo, ad ovest del Santerno. Nel 1460 il Santerno venne condotto nel Po di Primaro e la Bastia assunse l'attuale importanza, data dal fatto che si trovò a fiancheggiare il fiume.
[modifica] Cittadini illustri
- Carlo Gieri (m. 1872)
- Giovanni Battista Ricci Bitti
- Custode Marcucci, liutaio (1864-1951)
- Giovanna Azzaroli, educatrice e benefattrice
- Giuseppe Zanzani, medico e radioamatore (1921-1998)
[modifica] Sagre, Feste religiose e popolari
- 5 febbraio: Festa della Patrona Sant'Agata
- 4a domenica dopo Pasqua: Festa del Compatrono San Vincenzo Ferreri
[modifica] Bibliografia
- Statuto della terra di Sant'Agata, Libri IV, 1487, traduzione a cura di Armanda Capucci;
- Giovanni Baldini, Armanda Capucci, Ti racconto il Novecento, Walberti, Lugo, 2005;
- Armanda Capucci, Antonio Taglioni, Nello specchio dei ricordi, Comune di S. Agata s/S, 1995
- Armanda Capucci, Antonio Taglioni, Un ponte fra passato e futuro, Walberti, Lugo, 2004;
- (a cura della Comunità parrocchiale), Un prete e la sua gente. Mons. Giovanni Ceroni, Walberti, Lugo, 1991;
- "Arte e fede nelle icone della Pieve di S. Agata sul Santerno" (opuscolo), 2006
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