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Sergej Esenin - Wikipedia

Sergej Esenin

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Sergej Esenin
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Sergej Esenin

Sergej Aleksandrovič Esenin (o Yesenin, o Jesenin; in russo, Сергей Александрович Есенин) (3 ottobre 189528 dicembre 1925) è stato un importante poeta lirico russo.

Indice

[modifica] Biografia

Nato nel paese di Konstantinovo (oggi Esenino), nella regione di Rjazan', in Russia, da una famiglia contadina, Sergej Esenin fu mandato a vivere dai suoi nonni. Cominciò a scrivere poesie all'età di nove anni. Prodigio letterario, nel 1912 si trasferì a Mosca dove si guadagnò da vivere lavorando come correttore di bozze in una società editoriale.

L'anno seguente si iscrisse all'Università statale di Mosca come studente esterno e studiò lì per un anno e mezzo. Le sue prime poesie furono ispirate dal folklore russo.

Nel 1915, si trasferì a San Pietroburgo, dove conobbe i compagni poeti Alexandr Blok, Sergej Gorodeckij, Nikolaj Kljuev e Andrej Belyj.

Fu a San Pietroburgo che divenne famoso nei circoli di letteratura. Alexander Blok fu soprattutto utile a promuovere le fasi iniziali della carriera di Esenin come poeta. Esenin disse che Belyj gli diede il significato della forma, mentre Blok e Kljuev gli insegnarono il lirismo.

Nel 1915, Sergej Esenin pubblicò il suo primo libro di poesie, intitolato Radunica, seguito a ruota da Rito per il morto (1916). Attraverso le sue collezioni di poesia pungente sull'amore e la vita semplice, divenne uno dei poeti più popolari del momento.

Esenin e il poeta Nikolaj Kljuev, all'epoca della loro relazione (ca. 1917). Kljuev aprì la strada del mondo letterario al suo giovane compagno.
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Esenin e il poeta Nikolaj Kljuev, all'epoca della loro relazione (ca. 1917). Kljuev aprì la strada del mondo letterario al suo giovane compagno.

Bisessuale come tendenze, e con la fortuna di una bellezza fuori dal comune, si appoggiò nella prima parte della sua vita ad uomini influenti, mentre nella seconda parte la sua preferenza andò a donne influenti. Dotato di una personalità romantica, s'innamorava frequentemente, e in un breve periodo si sposò cinque volte.

Si sposò per la prima volta nel 1913 con una collega di lavoro della casa editrice chiamata Anna Izrjadnova, dalla quale ebbe un figlio, Yuri, che sarebbe stato arrestato durante le grandi purghe staliniste, e sarebbe morto in un gulag nel 1937. Nel 1916-1917, Sergej Esenin fu arruolato per il servizio militare, ma poco dopo la Rivoluzione d'ottobre del 1917, la Russia uscì dalla prima guerra mondiale. Credendo che la rivoluzione avrebbe comportato una vita migliore, la sostenne, ma subito si disilluse e talvolta criticò persino il governo bolscevico in poesie come L'ottobre severo mi ha ingannato.

Nell'agosto 1917 Esenin si sposò per la seconda volta con l'attrice Zinaida Raikh (più tardi moglie di Vsevolod Meyerhold). Da lei ebbe una figlia, Tatjana, ed un figlio, Konstantin. Konstantin sarebbe poi diventato un famoso statistico di calcio.

Nel settembre del 1918 fondò una propria casa editrice chiamata Трудовая Артель Художников Слова ("Compagnia lavorativa moscovita degli artisti della parola").

[modifica] Il marito di Isadora

Nell'autunno del 1921, mentre visitava lo studio del pittore Aleksej Jakovlev, conobbe la celebre ballerina americana Isadora Duncan, che aveva 17 anni più di lui. Si sposarono il 2 maggio 1922, nonostante il fatto che la Duncan conoscesse solo una dozzina di parole in russo, mentre Esenin non parlava nessuna lingua straniera. Si trattò quindi per entrambi di una mossa pubblicitaria, destinata come tale a breve durata (oltre tutto anche la Duncan era a sua volta bisessuale, con preferenza per le donne).

Esenin accompagnò la sua moglie-celebrità in un viaggio in Europa e negli Stati Uniti, ma l'esperienza si rivelò eccessiva per lui, e la sua dipendenza dall'alcol sfuggì al controllo. Spesso ubriaco o drogato, le sue crisi di rabbia gli fecero distruggere camere d'hotel o causare scompiglio in ristoranti.
Questo comportamento non era in sé affatto negativo per la Duncan che, ora cittadina sovietica, ballava ammantata di drappi rossi ed esibiva il bellissimo ed esotico marito contadino sovietico, per di più anche poeta, alla stampa mondiale, attirando così su di sé l'attenzione di tutti in un momento in cui la sua fama aveva iniziato ormai a declinare.
Tuttavia Esenin, isolato dalla barriera della lingua, si trovava tagliato fuori dal proprio ambiente, riducendosi, lui poeta celeberrimo in patria, a fare l'accompagnatore di una celebrità straniera, il "marito di Isadora Duncan". Lo stress che questa situazione inflisse alla personalità già disturbata del poeta lo condusse a una vera e propria malattia.

[modifica] Il ritorno in patria

Il matrimonio con la Duncan ovviamente durò poco tempo, e nel maggio del 1923 Esenin era di ritorno a Mosca.

Lì ebbe subito una stretta relazione con l'attrice Augusta Miklaševskaja, e si crede che l'abbia sposata in una cerimonia civile dopo aver ottenuto il divorzio da Isadora Duncan. Un'altra amante di questo periodo, Galina Benislavskaja, si sarebbe suicidata sulla tomba di Esenin un anno dopo la sua morte.

Il comportamento di Esenin divenne progressivamente sempre più avventato e quello stesso anno ebbe un figlio, Alexandr, dalla poetessa Nadežda Vol'pin. Sergej Esenin non conobbe mai questo suo figlio; Alexander Esenin-Vol'pin sarebbe poi diventato un importante poeta e attivista nel movimento dissidente dell'Unione Sovietica degli sessanta con Andrej Saharov e altri. Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti, Esenin-Volpin divenne un importante matematico.

[modifica] Il declino

Negli ultimi due anni della sua vita Sergej Esenin ebbe comportamenti imprevedibili e spesso si ubriacava, tuttavia in questo periodo di disperazione personale creò anche alcune delle sue poesie più famose.

Nella primavera del 1925, un Sergej Esenin molto volubile sposò la sua quinta moglie, Sofia Andreevna Tolstaja, una nipote di Lev Tolstoj. Lei cercò di aiutarlo, ma lui patì un esaurimento nervoso e venne ricoverato in ospedale psichiatrico per un mese.

Due giorni dopo essere stato dimesso per il Natale, si tagliò un polso e scrisse una poesia d'addio con il suo stesso sangue; il giorno dopo s'impiccò dai tubi del riscaldamento sul soffitto della sua camera dell'hotel Astoria a San Pietroburgo, all'età di 30 anni.

Esiste anche l'opinione che insinua che il suicidio sarebbe stato una montatura, e che Esenin sarebbe stato in realtà ucciso da agenti del GPU.

Sergej Esenin è sepolto al cimitero Vagan'kovskoe di Mosca. La sua tomba è ornata da una scultura di marmo bianco.

[modifica] La fama di Esenin

Esenin nella camera ardente
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Esenin nella camera ardente

Dopo aver per caso incontrato Esenin nel 1925, Vladimir Majakovskij annotò:

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«... Con la più grande difficoltà ho riconosciuto Esenin. Con difficoltà, pure, ho rigettato le sue richieste persistenti di bere insieme un aperitivo, richieste accompagnate dallo sventolio di un pingue mazzo di banconote. Tutto il giorno ho avuto quest'immagine deprimente di fronte ai miei occhi, e la sera, ovviamente, ho discusso con i miei colleghi su cosa si può fare per Esenin. Purtroppo, in una situazione del genere, si limitano tutti a parlare.»

Secondo le memorie di Il'ja Ehrenburg Persone, anni, vita (1961),

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«Esenin era sempre circondato da satelliti. La cosa più triste di tutte fu vedere, di fianco a Esenin, un gruppo casuale di uomini che non avevano nulla a che fare con la letteratura, ma a cui semplicemente piaceva (e piace ancora) bere la vodka di qualcun altro, crogiolarsi nella fame di qualcun altro, e nascondersi dietro l'autorità di qualcun altro. Non fu attraverso questo sciame nero, tuttavia, che morì, lui li trasse a sé. Sapeva quel che valevano; ma nel suo stato trovò più facile stare con persone che disprezzava.»

Sebbene fosse uno dei poeti più famosi della Russia e gli fosse stato dato dallo Stato un funerale elaborato, la maggior parte dei suoi scritti furono messi all'indice dal Cremlino durante la dittatura di Josif Stalin e il governo di Nikita Khruščёv. A ciò contribuì in modo significativo la critica di Nikolaj Ivanovič Bukharin. Solo nel 1966 la maggior parte delle sue opere fu ripubblicata.

Al giorno di oggi, le poesie di Sergej Esenin vengono ancora imparate a memoria dai bambini a scuola, e molte sono state musicate, registrate come canzoni popolari. La morte prematura, i freddi giudizi da parte di alcuni dell'élite letteraria, l'adorazione da parte delle persone comuni, il comportamento che destava scalpore, tutto ciò contribuì all'immagine popolare duratura e mitica del poeta russo.

[modifica] La poesia d'addio

La notte del 27 dicembre, poco prima di tagliarsi le vene, Esenin scrisse una poesia d'addio: A presto, amico mio, a presto (До свиданья, друг мой, до свиданья). La poesie era indirizzata ad Anatoli Marienhof suo convivente ed amante negli ultimi quattro anni di vita (le poesie d'"amicizia" che gli sono indirizzate lo chiamano col vezzeggiativo "Tolya"). Esenin sopravvisse a questo primo tentativo di suicidio, e consegnò la poesia ad un amico, con la consegna di leggerla solo il giorno dopo; nel frattempo, Esenin si impiccò. Il testo dell'addio dice:

Testo originale in russo

До свиданья, друг мой, до свиданья.
Милый мой, ты у меня в груди.
Предназначенное расставанье
Обещает встречу впереди.

До свиданья, друг мой, без руки, без слова,
Не грусти и не печаль бровей,-
В этой жизни умирать не ново,
Но и жить, конечно, не новей.

Traduzione

A presto, amico mio, a presto.
Mio caro, sei nel mio cuore.
Questa partenza predestinata
Promette che ci incontreremo ancora.

A presto, amico mio, senza mano, senza parola
Nessun dolore e nessuna tristezza dei sopraccigli.
In questa vita, morire non è una novità,
ma, di certo, non lo è nemmeno vivere.

[modifica] Confessioni di un malandrino

In Italia una poesia del 1920, la "Confessione d'un malandrino", è diventata nel 1976 un best-seller popolare, nella traduzione di Renato Poggioli, come canzone musicata e cantata da Angelo Branduardi:

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«Mi piace spettinato camminare
col capo sulle spalle come un lume
e così mi diverto a rischiarare
il vostro triste autunno senza piume.»

[modifica] Alcune delle opere di Sergej Esenin

  • Il rosso dell'alba, 1910
  • Le acque alte hanno lambito, 1910
  • La betulla, 1913
  • Autunno, 1914
  • La puttana, 1915
  • Guarderò nel campo, 1917
  • Ho lasciato la casa natia, 1918
  • Teppista, 1919
  • Confessioni di un teppista, 1920 (traduzione italiana cantata da Angelo Branduardi)
  • Sono l'ultimo poeta del paese, 1920
  • Preghiera per i primi quaranta giorni della morte, 1920
  • Non ho pietà, non grido, non piango, 1921
  • Pugachev, 1921
  • Solo una gioia ho lasciato, 1923
  • Una lettera alla madre, 1924
  • Taverna Mosca, 1924
  • Confessioni di un teppista, 1924
  • Luce di luna desolata e pallida, 1925
  • L'Uomo Nero, 1925
  • Al cane Kačalov, 1925

[modifica] Bibliografia

  • Elwira Watala e Wictor Woroszylski, Vita di Sergei Esenin, Vallecchi, Firenze 1980.
  • Simon Karlinsky, Omosessualità nella letteratura e nella storia russa dall'XI al XX secolo, "Sodoma" n. 3, primavera-estate 1986 (Online in formato .pdf).
  • Anatoly Mariengof, A novel without lies (Memorie dell'ultimo partner di Esenin) ISBN 5-7172-0049-8.
  • Giuseppe Paolo Samonà, voce: "Esenin, Sergej Aleksandrovic", in: Grande dizionario enciclopedico Utet, vol. VII, Utet, Torino 1987, p. 625.
  • Renato Poggioli, Il fiore del verso russo, Mondadori, Milano 1970 (antologia).

[modifica] Collegamenti esterni

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