Variazione
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In musica, la variazione è una tecnica formale che prevede l'alterazione durante la ripetizione o la reiterazione con modifiche di un brano. Le modifiche possono essere di tipo armonico, melodico, contrappuntistico, ritmico, di timbro o di orchestrazione.
Le forme musicali realizzate impiegando in maniera strutturale le variazioni, o un tema e variazioni, dove un tema viene ripetuto in forma modificata o accompagnato in modo diverso, costituiscono un genere musicale. La passacaglia e la ciaccona sono forme dove un tema o una linea di basso può essere ascoltata per l'intero pezzo. Le variazioni Fantasia è una forma che di basa sulla variazione ma nella quale il tema e il materiale ripetuto si integrano con maggior libertà.
[modifica] Storia delle variazioni
Opere caratterizzate dalla forma di "tema e variazione" sono state composte durante buona parte della storia della musica classica. Una forma molto in voga di variazioni nella musica Musica rinascimentale era quella divisionale, nella quale il ritmo base era successivamente suddiviso in intervalli sempre più veloci. Anche il principio fondamentale che prevede un inizio di variazioni piuttosto semplici, per proseguire via via con altre più elaborate, è sempre stato presente nella storia di questa forma musicale, dal momento che rappresenta una delle codifiche stesse, evitando sequenze del tutto arbitrarie.
Due variazioni famose di epoca barocca, entrambe per clavicembalo, sono la Harmonious Blacksmith di George Friedrich Händel e le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, le quali, insieme alle variazioni di Ludwig van Beethoven, di un periodo successivo, sono universalmente considerate rappresentative del genere ai suoi massimi livelli.
Nell'era musicale classica, Wolfgang Amadeus Mozart scrisse un buon numero di variazioni, tra queste il primo movimento della sua Sonata per pianoforte in La, K. 331, o il finale del suo Quintetto per clarinetto. Mozart preferiva uno schema particolare per le sue variazioni: la penultima in un tempo piuttosto lento, spesso quasi come un ulteriore movimento lento in un'opera caratterizzata dalla presenza di più movimenti, seguito dalla variazione finale in un tempo veloce, quasi a livello di virtuosismo. Haydn è caratterizzato dalle variazioni doppie, nelle quali due diversi temi correlati, normalmente in maggiore e in minore, vengono presentati e poi variati alternativamente. Un esempio è il movimento lento della sua Sinfonia N. 103, "Rullo di tamburo".
Beethoven scrisse molte variazioni tra le sue opere. Alcune costituiscono delle opere a sé, tra cui sono importanti le variazioni "Diabelli", Op. 120. Altre costituiscono un movimento o una parte di un movimento di opere più ampie, per esempio il primo movimento della Sonata per pianoforte Op. 26, o le variazioni del movimento del finale nella Terza Sinfonia. Esempi di variazioni che spesso sono considerate tra le più profonde espressioni musicali nel genere si trovano in diversi dei suoi lavori più tardi, come il movimento lento del suo quartetto d'archi, Op. 127, il secondo movimento della sua ultima Sonata per pianoforte, Op. 111, e il movimento lento della Nona Sinfonia.
Franz Schubert scrisse cinque variazioni utilizzando i propri lied come temi. Spicca tra queste il movimento lento del suo quartetto di violini "La Morte e la fanciulla" ("Der Tod und das Mädchen", D. 810), una serie intensa di variazioni del suo lied piuttosto triste (D. 531) con lo stesso titolo. Il Quintetto per pianoforte in La ("La trota", "The Trout", D. 667) comprende un gioioso insieme di variazioni sul suo altrettanto allegro tema ("Die Forelle", D. 550).
Nel periodo della musica romantica le variazioni persero in qualche modo di importanza, ma molti compositori continuarono comunque a creare delle opere con questa forma. Emerge Johannes Brahms, le sue tendenze classicheggianti probabilmente lo rendevano più incline alla scrittura delle variazioni. Alcune delle variazioni di Brahms si basano su temi di precedenti compositori, come ad esempio nelle variazioni per orchestra su di un tema (che al tempo di Brahms di pensava essere di Haydn) e le variazioni per pianoforte su un tema di Händel.
Variazioni sono state composte anche da compositori del XX secolo, tra cui Arnold Schoenberg (la Variazioni per Orchestra), Anton Webern (le Variazioni, Opus 27 per pianoforte e Variazioni, Opus 30 per orchestra), Paul Hindemith, e Benjamin Britten (la sua Young Person's Guide to the Orchestra (Variazioni e Fuga su un Tema di Purcell) e le Variazioni su un Tema di Frank Bridge).
[modifica] Variazioni e improvviso
I musicisti esperti che sono padroni di un tema, possono facilmente improvvisare delle variazioni su di esso. Questo era comune nel periodo barocco, quando l'aria da capo, in particolare se con un tempo lento, richiedeva all'esecutore l'abilità di improvvisare il ritorno al tema principale.
Anche i musicisti nel periodo classico potevano improvvisare delle variazioni: una delle opere minori di Beethoven, la sua Fantasia in Sol minor Op. 77, è quasi certamente una trascrizione di un'esecuzione improvvisata, il cui nocciolo è proprio una serie di variazioni su di un breve tema. Il gran numero e il carattere in qualche modo stereotipato delle variazioni per pianoforte di Mozart, suggerisce l'idea che anch'esse siano trascrizioni di improvvisazioni, o quanto meno composte in fretta.
Le improvvisazioni di variazioni elaborate su un tema popolare costituiscono uno dei generi portanti della musica jazz.