Aidone
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Aidone | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Sicilia | ||
Provincia: | Enna | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 800 m s.l.m. | ||
Superficie: | 209,58 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 29 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Enna, Mineo (CT), Piazza Armerina, Raddusa (CT), Ramacca (CT) | ||
CAP: | 94010 | ||
Pref. tel: | 0935 | ||
Codice ISTAT: | 086002 | ||
Codice catasto: | A098 | ||
Nome abitanti: | aidonesi | ||
Santo patrono: | San Lorenzo | ||
Giorno festivo: | 10 agosto | ||
Sito istituzionale |
Aidone è un comune di 6.057 abitanti della provincia di Enna.
Indice
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[modifica] Geografia
Aidone dista 35 chilometri da Enna, è nella parte sud est della provincia. È sui monti Erei.
[modifica] Storia
[modifica] Etimologia e fondazione nell'XI secolo
L'etimologia del nome sembra derivare dal termine arabo "Ayn dun", con il significato di "sorgente superiore". La città fu fondata alla fine dell'XI secolo dai Normanni, forse sopra un precedente insediamento saraceno, e venne popolata da lombardi, provenienti dal Monferrato, dell'esercito di Ruggero d'Altavilla. La notizia si ritrova nella "Storia di Sicilia" di Tommaso Fazello, del XVI secolo (Aydonum lombardorum oppidum, Normannorum tempore, superatis Saracenis, a Lombardis, qui cum Rogerio Comite in Siciliam traiecerunt: quibus adhue patrij sermonis est usus"). A quest'epoca risale la fondazione del Castello che dominava la città, della chiesa Madre (dedicata in seguito a San Lorenzo martire), della chiesa di San Leone II Papa e, fuori dalle mura, della chiesa di Sant'Antonino Abate.
Passò successivamente in possesso di Adelasia, figlia di Radulfo Machabeo e di Matilde, figlia di Ruggero I. Adelasia era sposata con il nobile normanno Rinaldo d'Avenel, che tenne Aidone fino alla sua morte nel 1160. Adelasia diede impulso allo sviluppo di Aidone con la costruzione di diversi mulini sul fiume Gornalunga e nel 1134 vi fondò il monastero benedettino di "Santa Maria Lo Plano", con chiesa dotata di una torre campanaria. Con una donazione del 1145 il convento venne in possesso delle tenute di Genestrella, Portella, Prainetto e Commenda.
La prima citazione di Aidone risale al 1150 e si trova nel "Libro di re Ruggero" del geografo arabo al-Idrisi.
[modifica] XII e XIII secolo
Nel XII secolo, durante il regno di Guglielmo II, Aidone pagava 200 onze per lo ius marinari et lignamine curie, ossia sborsava una somma in denaro per evitare di inviare dei propri soldati alla marina normanna. In una lettera del trovatore provenzale Rambaldo di Vaqueiras a Bonifacio I, marchese del Monferrato, è citata Aidone tra le conquiste del marchese in Sicilia (anno 1194).
Nel 1220, Federico II, ridusse la tassa dello ius marinari da 200 a 30 onze. In quest'epoca probabilmente Aidone faceva parte dei possessi diretti del re, come sembra provare una supplica al re del priore Roberto del convento di Santa Maria Lo Plano, datata al 1210. Il re concesse inoltre di stabilirsi ad Aidone ad alcuni soldati provenienti da Piacenza e guidati da Umberto Mostacciolo. Ai Templari fu permesso di edificare nel 1229 la chiesa di San Giovanni e di ricavare le rendite delle tenute di Capuano, Cozzo del Lupo, Scalisi e del mulino di Chiuppi sottano (il documento cita il "precettore dei templari in Sicilia e Calabria" fra' Hermano de Petragnos). Nel 1240 Aidone era rappresentata al parlamento di Foggia dai notai Simone de Hagio e Giovanni de Manfredo.
Dopo la morte di Federico II, Aidone si dichiarò nel 1255 libero comune. Riuscì a resistere all'assalto di Pietro Ruffo, conte di Catanzaro, che agiva in nome per conto di Manfredi, ma nel 1257 fu presa e saccheggiata dall'esercito svevo, guidato da Federico Lancia. Per la resistenza che era stata opposta agli Svevi nel 1276 il re Carlo I d'Angiò ridusse ulteriormente la tassa dello ius marinari a 25 onze.
[modifica] I Vespri siciliani
Aidone partecipò alla rivolta dei Vespri siciliani, cacciando la guarnigione francese. Fu nominato capitano Simone Fimetta di Calatafimi (coadiuvato da Ruggero de Mauro e da Gualtiero di Caltagirone) e vennero inviati al campo di Pietro III di Aragona arcieri e vettovaglie. In seguito il capitano Fimetta passò dalla parte degli Angioini e dovette fuggire dal castello, che pare venisse occupato da Macalda (figlia di Giovanni di Scaletta e vedova di Guglielmo di Ficarra, che aveva sposato in seconde nozze Alaimo da Lentini, difensore di Messina contro gli angioini). Il re Pietro III d'Aragona concesse quindi il feudo di Aidone a Manfredi Chiaramonte per premiare la sua fedeltà.
Nel quadro delle lotte tra angioini e aragonesi si inserì la figura di fra' Perrone di Aidone, un frate domenicano che combatte gli aragonesi tra il 1284 e il 1287. Infine il frate, catturato dall'ammiraglio Ruggero Lauria, si uccise in carcere.
[modifica] Il feudo di Aidone ( Chiaramonte, Rosso, Gioieni)
Nel 1296, durante il regno di Federico III d'Aragona, il feudo di Aidone venne ceduto da Manfredi Chiaramonte a Enrico Rosso, discendente dal cavaliere normanno Ugo Rosso e parente di Adelasia, che prese il titolo di conte di Aidone. Nel 1299 il capitano Giovenco degli Uberti aprì le porte del castello agli angioini, ma questo venne riconquistato nel 1301 dal Federico III di Aragona, che si era sistemato con il suo esercito nel vicino castello di Pietratagliata (Gresti).
Nel 1307 un documento della casata Rosso testimonia che il feudo comprendeva il castello di Aidone, con l'abitato, la chiesa di San Leone, gli ospizi benedettini della chiesa di San Michele, l'ospizio dei Templari con la chiesa di San Giovanni, e Santa Maria Lo Plano. Poco distante erano inoltre compresi l'ospizio con la chiesa di San Marco (Scalazza), il casale Baccarato, il feudo Fessima, con il castello di Pietratagliata, e il casale Asmundo.
Nel 1320 il feudo passò a Rubeo II Rosso, e venne quindi ereditato nel 1341 dal figlio, Enrico III Rosso cancelliere del regno aragonese in stretti rapporti con Eufemia, la sorella del re Ludovico il Fanciullo e vicaria del regno in nome del fratello. Il conte Enrico partecipò alle lotte tra i baroni siciliani (tra cui i Palizzi, i Chiaramonte, gli Alagona, i Peralta, i Moncada). Nel maggio 1352 sposò Luchina Chiaramonte, figlia del conte di Modica, che capeggiava il partito dei "Latini" avversario di quello dei "Catalani", guidato dall'Alagona. Nel 1354 il conte Enrico prese Messina uccidendo Matteo Palizzi e dopo la pace di Catania, imposta ai baroni nel 1356, fu nominato capitano a Taormina e a Motta Sant'Anastasia.
Nel 1373 Enrico III Rosso cedette il feudo di Aidone (compresi il castello di Pietratagliata, il feudo di Fessima e i casali Baccarato, Asmundo e Pietralixia) a Perrone Gioeni, in cambio del feudo di Castroleone (Castiglione di Sicilia). In seguito, quando venne spogliato dei suoi beni feudali il 3 giugno 1376 dal re Federico IV d'Aragona, in seguito alla morte della regina Antonia Del Balzo, il conte Enrico si impadronì nuovamente del castello di Aidone, ma ne venne cacciato dall'esercito regio, guidato dal "giustiziere" Artale Alagona, che lo riconsegnò a Perrone Gioieni.
Il castello di Aidone ospitò nel 1396 la regina Maria e il marito, Martino il Giovane
Nel 1405 la contesa tra i Rosso e i Gioeni per il feudo di Aidone si ricompose per mezzo di un versamento di 900 onze da parte di Bartolomeo II Gioeni a Enrico IV Rosso, figlio ed erede del conte Enrico III Rosso e fedelissimo del re Martino il Giovane.
Nel maggio dell'anno 1411 Bianca di Navarra, vedova in seconde nozze del re Martino il Giovane soggiornò a lungo nel castello di Aidone. Tra i suoi sostenitori erano Bartolomeo II Gioieni, "maestro razionale" del regnoe il figlio, Perrone II Gioieni.
Nell'anno 1427 il conte Bartolomeo III Gioeni, figlio di Perrone II firmò i "Privilegi e consuetudini per gli Aidonesi": il potere locale era esercitato dal "baiulo" Giovanni Caltagirone, coadiuvato da un "capitano di giustizia".
Sotto il dominio di Giantommaso Gioeni nel 1531 il Santo titolare della Chiesa Madre e patrono della città venne cambiato da san Leone papa a san Lorenzo martire, in seguito al voto del feudatario al santo per ottenere la salvezza da una pestilenza del figlio Lorenzo. Nel 1552 Lorenzo I Gioieni ingrandì la baronia sposando Caterina di Cardona, erede dei feudi di Burgio, Giuliana, Chiusa e Calatamauro.
Nel 1602 Tommaso Gioeni venne nominato dal re Filippo III di Spagna pari del regno e principe di Castroleone, entrando a far parte del parlamento siciliano. Il principe fondò ad Aidone la "Confraternita dei Bianchi", composta esclusivamente di nobili, che partecipava ai riti della Settimana Santa.
In quest'epoca esistevano nel territorio di Aidone alcune contrade con la presenza di mercati di bestiame (Chiamopietro, Favate Sottane, Giumenta, Albospino, Calatari, Guaito).
Alcuni possedimenti del feudo originario erano stati concessi a diversi baroni (Feudonuovo, Casalazzo, Aidonetto, Baccarato-Fargione, Gruppazzi, Tande e Cavalleria, Pantano, San Giovanni, San Giuliano): n questo modo avevano acquisito la nobiltà alcune famiglie di borghesi (tra cui la famiglia Jaci). La giurisdizione politico-amministrativa del comune era affidata a "giurati" nominati dal re: un bando del 1647, emesso durante una carestia dai giurati Leone di Napoli, Vito Scopazzo e Gianbattista Emanuele, aboliva ad esempio le gabelle del frumento per evitare disordini, ma il bando venne successivamente annullato dal viceré.
Nel 1667 venne fondata la confraternita del Santissimo Sacramento, consacrata dal vescovo di Catania Michelangelo Bonadies il 24 gennaio 1670 nella chiesa di San Leone papa. I membri, al massimo 72, dovevano avere almeno vent'anni di età. Tra questi erano 13 "officiali" (governatore, consigliere maggiore, consigliere minore, cancelliere, tesoriere, due mastri di novizi, due visitatori d'infermi, due sagristani e due nunzi). Lo statuto, ampliato da 19 a 26 capitoli venne confermato il 15 giugno 1730 e ancora il 19 giugno 1777.
[modifica] Elenco dei signori di Aidone della famiglia Gioieni
- Perrone I Gioieni Protonotaro del regno (confermato nel 1377 alla morte di Re Federico IV° ])
- Bartolomeo II Gioieni, confermato nel 1392 dal re Martino I° sposa Giovannella d'Aragona e nel 1405 ottiene definitivamente Aidone con i suoi possedimenti con un versamento di 900 onze a Enrico IV Rosso jumior )
- Perrone II Gioieni (dal 1407)
- Bartolomeo III Gioieni (inizialmente sotto la tutela di Giovanni Caltagirone, che firma nel 1427 "Privilegi e Consuetudini degli Aidonesi")
- Perrucchio I Gioieni
- Bartolomeo IV Gioieni (confermato nel feudo nel 1492)
- Giantommaso Gioieni (succede nel feudo nel 1531)
- Perrucchio II Gioieni
- Lorenzo I Gioieni (fratello di Perrucchio; nel 1552 sposa Caterina di Cardona e la casata diviene di Gioieni-Cardona)
- Giovanni I Gioieni (figlio di Lorenzo, sposa Caterina d'Aragona)
- Alfonso Gioieni (figlio di Giovanni)
- Tommaso Gioieni (figlio di Lorenzo e fratello di Giovanni, sposa Susanna Marineo e nel 1602 diviene Pari del regno)
- Lorenzo II Gioieni (sposa Caterina Avarna e la casata diviene Gioieni-Cardona-Avarna)
- Isabella, figlia di Lorenzo II, nel 1629 unica erede della famiglia sposò Marcantonio V Colonna e il feudo passò alla famiglia Colonna
[modifica] XVIII e XIX secolo
Nel 1693 la città fu colpita da un disastroso terremoto, che fece cinquanta morti e causò il crollo di numerose chiese ed edifici, tra cui la chiesa madre di San Lorenzo: il culto religioso e la parrocchia vennero trasferiti nella chiesa dedicata a Sant'Antonio da Padova.
Sotto i Colonna, principi romani, nel territorio di Aidone esistevano sei baronie (Spedalotto-Cugno, Mandrilli-Toscano, Fargione-Baccarato-Feudonuovo, Dragofosso, San Bartolomeo, comprendente Pietratagliata-Prato-Tuffo-Gresti, e Raddusa-Destra). Altre tre baronie si erano costituite da terreni comunali dell'"università" (Giresi-Pali-Malaricolta, Belmontino e Menzagno).
Ad Aidone la popolazione era suddivisa in diverse classi sociali:
- "baroni e militi" (nobili e ricchi proprietari terrieri)
- "borghesi" (possessori di case e terreni)
- "maestranza" (artigiani con botteghe e laboratori)
- "rustici" (coltivatori in proprio di piccoli fondi)
- "schiavi" (salariati e braccianti senza beni propri).
Al ceto più alto appartenevano le famiglie Boscarini,Scovazzo, Cordova, D'Arena, Profeta, Minolfi, Ranfaldi e Calcagno, che produssero due generazioni di borghesi liberali e colti, con grande fermento culturale nella città tra la fine del XVIII e il XIX secolo.
Nel 1795 il Comune acquistò la chiesa di San Tommaso Apostolo, con l'annesso "Ospidale" per realizzare un teatro municipale e nel contempo iniziarono i lavori per la costruzione del Palazzo municipale, destinato a sede amministrativa e politica del "detentore" (sindaco), coadiuvato da quattro "giurati" e da "consiglieri". Nel bilancio del comune del 1802 le spese erano ripartite tra tasse e gabelle dovute allo stato, l'amministrazione del comune e i servizi pubblici, le spese per il culto e le feste religiose e infine le spese per la costruzione del teatro; le eccedenze furono utilizzate per restauri della chiesa di Santa Maria Lo Plano e della chiesa matrice di San Lorenzo.
Nel 1805 fu scoperto il primo giacimento di zolfo e iniziò lo sviluppo dell'industria estrattiva.
In quest'epoca le terre baronali erano affittate in blocco dai feudatari ad un "gabelloto", che le suddivideva in piccoli lotti da assegnare ai contadini. Un terzo delle terre lasciato a maggese era in consegna ai coloni, un terzo era coltivato a grano da braccianti e salriati e l'altro terzo era lasciato a pascolo.
Dopo l'abolizione della feudalità nel 1812, nel 1820 Aidone entrò a far parte del circondario di Piazza, della provincia di Caltanissetta e il territorio comunale in una planimetria redatta dal regio agrimensore Lorenzo Correnti risulta una estensione di salme 6884,12 (di vecchia misura) e risulta suddiviso in varie contrade (Ciappino, Grottascura, Bosco, San Bartolomeo, Gresti, Pietrapiscia, Mendola, Giresi, Spedalotto, Calvino, Malaricolta, Casalgismondo, Toscano, Baccarato, Dragofosso, Montagna), in parte corrispondenti alle baronie. Esistevano diversi latifondi, di proprietà soprattutto dei Colonna-Rospigliosi, con la quale il comune ebbe una lunga lite per il riscatto dei fondi allodiali, terminata nel 1843 con sentenza sfavorevole.
Nel 1837 anche Aidone fu colpita dal colera che imperversò in Sicilia, che causò la morte tra gli altri del pedagogista Nicolò Scovazzo (1783-1837).
In quell'anno la confraternita del Santissimo Sacramento aveva 145 iscritti, tra cui 33 sacerdoti: ne fece parte la borghesia illuminata di Aidone, che preferiva iscriversi a questa piuttosto che alla confraternita dei Bianchi, di carattere nobiliare. La confraternita venne denominata "maestranza" per la presenza massiccia di artigiani ("mastri"). Vi furono iscritti anche Gaetano Scovazzo e Vincenzo Cordova Savini, che ebbero un ruolo nelle vicende risorgimentali.
[modifica] Il Risorgimento
Aidone ebbe una cellula carbonara, guidata da Domenico Scovazzo, e il 26 gennaio del 1848 insorse contro il re Ferdinando II delle Due Sicilie. Si formò un "Comitato di difesa e sicurezza pubblica" e tre compagnie della Guardia nazionale.
Filippo Cordova, nipote di Gaetano Scovazzo (1782-1868), già ministro dell'agricoltura sotto Ferdinando II, eletto da Aidone alla "Camera dei Comuni", fu uno degli estensori dello statuto per l'autonomia della Sicilia e ministro delle finanze nel governo presieduto dal marchese di Torrearsa. Dopo la restaurazione borbonica fu in esilio a Torino e fu in seguito ministro del regno di Italia.
Durante la spedizione dei Mille di Garibaldi Aidone partecipò ai combattimenti: in contrada Dragofosso un gruppo di 120 aidonesi, guidato da da Vincenzo Cordova e Gioacchino Mazzola, riuscì a deviare un contingente borbonico guidato dal generale Alfan de Rivera, favorendo la conquista di Palermo da parte di Garibaldi.
Nel regno di Italia si distinsero altri aidonesi oltre a Filippo Cordova: Vincenzo Cordova Savini (1819-1897), nipote di Filippo, deputato di Giarre per cinque legislature e senatore del regno, e Domenico Minolfi Scovazzo (1826-1898), deputato per due legislature e presidente del Consiglio provinciale di Caltanissetta.
Ad Aidone esisteva una biblioteca comunale, fondata nel 1865, a cui si aggiunse dal 1884 una biblioteca popolare educativa circolante. Sin dal 1843 esisteva un'orfanotrofio femminile. Nel 1889 venne istituito il "Monte di prestiti e banca dei fratelli Luciano e Giuseppe Palermo", nel [[1892 Vincenzo Cordova e Domenico Minolfi fondarono la "Società di mutuo soccorso Principe di Napoli", poi Società artigiana, e nel 1895 fu creato il "Monte Frumentario" con 157 soci. Nel 1884 era stato creato un asilo infantile "Vittorio Emanuele" per gli alunni poveri e nell'ex convento domenicano aveva sede la scuola elementare con 14 classi. Il parroco aprì nel 1902 un istituto femminile per l'insegnamento del cucito e del ricamo. Infine nel 1903 nacque la "Lega dei lavoratori della terra", con 300 soci e istituzione di un fondo sociale, e nel 1905 la "Lega di miglioramento" in favore degli operai delle solfatare.
[modifica] Lista dei signori di Aidone della famiglia Colonna
- Lorenzo Onofrio I Colonna (Roma, 1637-1689, principe di Castiglione dal 1655)
- Filippo II Colonna Gioeni (Roma, 1663-1714)
- Fabrizio II Colonna Gioeni (Roma, 1700-1755)
- Lorenzo II Colonna Gioeni (Roma, 1723 - Bagni di San Casciano 1779)
- Filippo III Giuseppe Colonna Gioeni (Roma, 1760-1818)
Ultima erede della famiglia fu Margherita Colonna Gioeni (Roma, 1786-1864), che sposò nel 1803 il principe romano Giulio Cesare Rospigliosi, duca di Zagarolo, al quale passò anche il feudo di Aidone.
[modifica] Lista dei signori di Aidone della famiglia Rospigliosi
- Giulio Cesare Rospigliosi (1781-1859)
- Clemente Rospigliosi Gioeni (1823 - 1897)
- Giuseppe Rospigliosi Gioeni (1848 - 1913)
Il titolo di signore di Aidone è stato quindi ereditato da:
- Girolamo Rospigliosi Gioeni (1907-1959)
- Giulio Rospigliosi Gioeni (figlio del cugino, 1907-1986)
- Filippo Rospigliosi Gioeni (nato nel 1942)
[modifica] Lista dei sindaci del Comune dall'unità d'Italia alla fine del XIX secolo
- Rosario Domenico Boscarini (1861)
- Rosario Profeta (1861-1863)
- Giuseppe Cordova (1864-1866)
- Rocco Camerata Scovazzo (senatore del regno, 1867-1868)
- Domenico Minolfi Scovazzo, (deputato, 1869-1875)
- Gioacchino Mazzola (storico e farmacista, 1880-1882)
- Lorenzo Minolfi Scovazzo (1882-1884)
- Antonino Capra (notaio, 1884-1885)
- Pietro D'Arena (1886-1887)
- Luigi Boscarini (1888-1889)
- Antonino Capra (per la seconda volta, 1890-1891)
- Lorenzo Minolfi Scovazzo ( per la seconda volta,1892-1894)
- Antonino Profeta Ranfaldi (1895-1896)
- Domenico Minolfi Scovazzo (per la seconda volta, 1897)
- Antonino Profeta Ranfaldi (1898-1903)
[modifica] Cittadini illustri
- Fra' Perrone di Aydone (Aidone 1244 - Augusta 1287): partecipò alle lotte tra angioini e aragonesi;
- Leonardo di Luca (Aidone 1373 - Napoli 1445 ?): architetto della chiesa di San Domenico;
- Valeriano Bulzeus (Aidone 1598- Bologna 1655)- poeta e letterato, autore di "Gerusalemme destrutta al tempo di Re Antioco";
- Fra' Timeo di Aydone (Aidone 1513-1587), professore di diritto;
- Jeronimo Jaci (Aidone 1570-1636), dottore in legge;
- Fra'Innocenzo Correnti (Aidone 1696-1760), teologo e missionario;
- Lorenzo Maria Scopazzo (Aidone 1756-1826), sacerdote, fondò l'accademia di San Lorenzo e fu autore di una storia del santo;
- Rosario Ranfaldi (Aidone 1766-1833) storico,numismatico e Sindaco;
- Lorenzo Calcagno (Aidone 1770-1858), sacerdote e predicatore;
- Emmanuele Minolfi (Aidone 1774 - Palermo 1858), economista;
- Gaetano Scovazzo (Aidone 1782 - Palermo 1868) - Regio consultore e Ministro borbonico , Senatore del regno d'Italia;
- Nicolò Scovazzo (Aidone 1783 - Palermo 1837), pedagogista;
- Gioacchino Profeta (Aidone 1783-1868), teologo e musicista;
- Vincenzo D'Arena Boscarini (Aidone 1782-1878), Sindaco -presidente Consiglio comunale e del Comitato rivoluzionario del 1861;
- Filippo Minolfi (Aidone 1806-1879, poeta, scrittore e letterato;
- Filippo Cordova (Aidone 1811 -Firenze 1868), Deputato e Ministro delle Finanze (1848-49) -direttore e giornalista - Ministro del regno d'Italia- Presidente Commissioni parlamentari ;
- Vincenzo Cordova Savini (Aidone 1819-1897), Sottoprefetto - deputato e senatore del regno d'Italia;
- Rocco Camerata Scovazzo (Aidone 1813-1885), senatore del regno d'Italia;
- Giuseppe Andrea Ranfaldi (Aidone 1821-1866), studioso di antichità;
- Gioacchino Mazzola (Aidone 1829-1896), politico(Sindaco) e storico;
- Domenico Minolfi (Aidone 1826-1898), deputato e presidente di provincia;
- Lucio Boscarini-Contarella (Aidone 1840 -Catania 1905)ideologo e fondatore partito repubblicano;
- Lorenzo Ernesto Repollini (Aidone 1866-Palermo 1924 ) giudice e presidente della Corte d'appello;
- Francesco Pennisi (Aidone 1897 -Reims 1918) eroe della 1^ guerra mondiale e medaglia d'oro;
- Ottavio Profeta (Aidone 1868-1945), scrittore e autore di commedie;
- Vincenzino Cordova-Boscarini (Aidone 1870-1943) poeta satirico -autore di poesie in gallo-italico ;
- Augusto Barbera, (Aidone 1939) costituzionalista;
- Enzo Bianco (Aidone 1951) senatore dal 2006;
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Nell'anno 1806 gli abitanti di Aidone erano 3.750. Per tutto il XIX secolo si ebbe una continua crescita della popolazione, favorita sia dallo sviluppo dell'agricoltura estensiva, che dallo sfruttamento delle miniere di zolfo (Baccarato, Pintura, ecc.). La crescita continuò fino alla punta massima raggiunta nel 1951.
Negli anni successivi la chiusura delle miniere di zolfo, non più produttive economicamente, fermò lo sviluppo della cittadina e causò una rilevante emigrazione, a cui si aggiunge il recente calo dell'indice di natalità.
[modifica] Cultura
[modifica] I monumenti
- Morgantina, l'area archeologica che comprende i resti della antica città siculo-greca.
- Il '"Castellaccio", nel punto più alto della città, domina la pianura verso l'Etna e la città di Catania. La costruzione risale all'XI secolo, in epoca normanna, ma fu forse preceduto da una fortificazione saracena. Fu centro del feudo di Aidone e ospitò nel [[1396] la regina Maria e il marito, Martino il Giovane e nel maggio 1411 Bianca di Navarra. Cadde in rovina in seguito al terremoto del 1693 e successivamente venne abbandonato, da cui deriva appunto il toponimo Castellaccio.
- La chiesa madre di San Lorenzo risale all'XI secolo e fu restaurata dopo gli ingenti danni subiti nel terremoto del 1693. Dell'originario impianto normanno restano i contrafforti laterali. A lato del portale centrale sono incise le misure della "canna" e del "palmo".
- La chiesa di San Leone fu dedicata nel 1090 a san Leone papa. Fu restaurata nell'anno 1599 dal barone Lorenzo II Gioieni, marito di Caterina, erede della famiglia Cardona: l'iscrizione nel portale recita infatti "Restituit Laurentius Juenius et Cardona). Fu nuovamente restaurata dopo il terremoto nel Settecento. Notevole è il ricco portale barocco.
- La chiesa di Sant'Antonio Abate è all'incirca contemporanea alla chiesa di San Leone.
- La chiesa di San Michele Arcangelo venne fondata nell'attuale centro storico, nella zona denominata Calvario, nel 1142 ed ebbe un convento benedettino che nel 1535 passò ai frati minori francescani e alla fine del Seicento fu sede del Santo Uffizio: Resta la torre campanaria.
- La chiesa di San Giovanni risale all'anno 1229 e appartenne all'ordine dei Templari. Il portale e il campanile sono costruiti con pietra locale bianca e rossa.
- Il convento e la chiesa di San Domenico furono progettati dall'architetto aidonese Leonardo di Luca su incarico di fra Vincenzo da Pistoia nel 1419. Il complesso sorse su una precedente piccola chiesetta che custodiva come reliquia una delle spine della corona della passione di Cristo. Venne completata insieme all'annesso chiostro del convento nell'anno 1465. In seguito alle prediche che vi tenne san Vincenzo Ferreri, nel 1625 venne intitolata al santo spagnolo. L'iscrizione del portale principale recita infatti: "Hoc in Templo sum me Deus escoratus adveni et clementi bonitate precum vota suscipe largam benedictionem hic infunde ingiter divi Vincentij meritis cui dicatum fuit". Tra la fine dell'Ottocento e gli anni 1930, il convento venne utilizzato come sede della scuola elementare.
- La chiesa di Santa Caterina da Siena, con annesso monastero, venne fondata nell'anno 1535 dal domenicano Vincenzo Coniglio. I ruderi sono nell'attuale via Roma.
- La chiesa di Sant'Anna, intitolata originariamente a Santa Rosalia, risale alla prima metà del Seicento. Conserva un armadio intarsiato del 1660 e un realistico Crocifisso ligneo scolpito nel 1635 da fra'Umile da Petralia.
Presso la chiesa sorgeva il convento dei Minori Riformati, di cui resta il chiostro.
- La cappella del cimitero comunale venne costruita a partire dal 1884 su un progetto del Sindaco Gioacchino Mazzola(lo storico) che volle riproporre la forma ottagonale della Chiesa di S.Spirito a Firenze ed anche per sottolineare la sua ammirazione per i manufatti costruiti nel passato dai Cavalieri Templari.
Dei lavori fu incaricato l' architetto-scultore Filippo Dell'Ospedalis, che in seguito si occupò anche della ricostruzione della sommità della Torre Adelasia e la facciata di Santa Maria Lo Plano. La cappella, in pietra arenaria della montagna di Aidone, venne inaugurata nel 1888.
- Nell'abitato si trovano ancora le chiese degli Angeli custodi (1650), di San Giuseppe (1648) e della Madonna delle Grazie (1612), con una statua della Madonna in pietra opera di Pietro Novelli, detto il Monrealese.
- Fuori dal centro abitato, nella zona Scalazza, in direzione del Baccarato, si trova la chiesa di S.Marco (1140) con l'Ospidale annesso che venne fondata dai alcuni cavalieri templari di ritorno dalla Terrasanta. Nei documenti sono citati anche molte altre chiese e conventi, tra cui la chiesa di San Giovanni Aidonetto.
- Negli spazi del Convento dei Carmelitani di San Pietro, del Seicento è ospitata dal 1865 la Biblioteca comunale "Gaetano Scovazzo", che raccoglie i circa 30.000 volumi provenenienti dal lascito dell'illustre aidonese e dai conventi cittadini.
- Il convento dei Cappuccini, che risale agli anni 1611-1613, ospita attualmente il Museo Archeologico di Aidone. La chiesa a navata unica conserva pregevoli intarsi lignei sull'altare principale e nelle cappelle laterali. Tre grandi tele con con scene della Madonna e dei Santi sovrastano il ciborio. Da una scala si raggiunge la cripta, con le pareti coperte da tombe. Nel percorso del museo si visitano il chiostro, il primo piano, accessibile con una grande scala a chiocciola, e l'ex sacrestia.
[modifica] Il museo archeologico
Il museo archeologico di Aidone è stato inaugurato nell'estate del 1984 e custodisce i reperti di oltre trent'anni di scavi a Morgantina, ordinati secondo criteri cronologici e tematici.
La prima sala espone i materiali più antichi della preistoria e della protostoria della città, provenienti dal villaggio castellucciano (asce di pietra basaltica levigata, minuscole fuseruole e frammenti di ceramica lavorata senza uso del tornio, con essenziale decorazione lineare incisa). Alla successiva città sicula, della prima età del ferro, appartiene invece, la ceramica acroma in forme carenate, d'impasto rosso e marrone, che trova riscontri nella cultura di Ausonio a Lipari.
Nella seconda sala, posta al primo piano, sono esposti reperti dal IX alla metà del V secolo a.C.. I materiali mostrano evidenti prove della coesistenza delle culture sicula e greca. Sono da citare le antefisse degli edifici religiosi di Morgantina, i capaci “pithoi” piumati, un'arula domestica con raffigurato un cinghiale, un “kernos” a tre coppette ed il grande cratere di Eutimide, con scene di simposio e amazzonomachia, usato per banchetti pubblici.
Nella terza sala si espongono reperti appartenenti all'epoca classica ed ellenistica, fino alla distruzione della città (211 a.C.). Si tratta prevalentemente di terrecotte provenienti dalle necropoli e dai santuari urbani di Demetra e Persefone, tra cui diversi busti di Persefone. Sono ancora da citare una grande lucerna a "vernice nera" con tre beccucci ed un piatto da pesce, di provenienza forse siracusana.
Nell'ex sacrestia del convento sono esposti gli oggetti d'uso comune domestico, agricolo e religioso, che offrono un quadro della vita quotidiana degli abitanti della città (oggetti d'uso comune, stoviglie da cucina, giocattoli per bambini, ninnoli femminili, attrezzi per l'agricoltura).
[modifica] Feste e folklore
[modifica] Settimana Santa e "Giunta di Pasqua
La Domenica delle Palme si tiene l'esposizione davanti alla chiesa madre di San Lorenzo dei "Santoni", santi raffigurati con statue di cartapesta alte circa 3 m, rivestite di tuniche colorate, che durante il resto dell'anno vengono custodite dalle varie confraternite:
- San Pietro con le chiavi e san Matteo con una lunga spada (confraternita di Santa Maria La Cava, fondata nel 1630, con fascia blu);
- Sant'Andrea con un pesce e san Mattia con un'ascia, la quale viene utilizzata per aprire il portone della chiesa (confraternita della Santissima Maria Annunziata, fondata nel 1618, con fascia azzurra);
- San Giacomo Maggiore con le palme e san Giacomo Minore con un libro (confraternita della Madonna delle Grazie, fondata nel 1673, con fascia azzurro chiaro);
- San Filippo Apostolo con un bastone fiorito e san Tommaso con una squadra (confraternita della Madonna del Carmine, fondata nel 1881, con fascia marrone);
- San Simone Zelota con una spada e san Bartolomeo con fiori e un coltello (confraternita di San Giuseppe, fondata nel 1931, con fascia gialla);
- San Giovanni con un quadro di Gesù e san Giuda Taddeo con il calice (confraternita di Sant'Anna, fondata nel 1938, con fascia rossa).
Nelle sere di mercoledì, giovedì e venerdì i componenti delle varie confraternite visitano con le torce accese le diverse chiese. Il Giovedì santo, inoltre, negli altari delle chiese vengono sistemati grano germogliato e pani.
Il Venerdì santo vengono recitate le "Quarantore", lamentazioni per la morte di Gesù, nelle quali ogni "ora" è scandita da una voce principale che inizia il brano in una scala ascendente e viene accompagnata delle seconde voci in scala discendente. Dopo il tramonto i membri della confraternita della Santissima Maria Annunziata, incappucciati e vestiti di bianco, schiodano dalla Croce la statua del Crocefisso esposta nella chiesa madre, per deporlo nell'urna, mentre delle ragazze portano in processione la statua di Maria Addolorata, accompagnate dalla banda musicale.
Il giorno di Pasqua la statua di san Pietro viene portata in giro per le vie cittadine raffigurando il santo in cerca di Gesù, mentre gli altri santoni si dividono in due gruppi, uno dei quali segue la statua della Madonna con il velo nero che esce dalla chiesa di Santa Maria, mentre l'altro segue la statua di Gesù risorto che esce dalla chiesa madre. Le processioni convergono nella piazza centrale del paese, dove viene raffigurato san Pietro informato della Resurrezione da san Giovanni e poi con una serie di inchini viene rappresentata la comunicazione dell'avvenimento che i due fanno agli altri apostoli. A mezzogiorno infine avviene l'incontro tra Gesù risorto e la Madonna, alla quale viene strappato il velo nero, mentre le campane suonano a festa e i "Santoni" sono fatti saltellare dai portatori, in segno di gioia.
[modifica] Festa di san Filippo apostolo
La chiesa di Santa Maria Lo Plano conservava reliquie degli apostoli san Filippo e san Giacomo, la cui presenza è attestata a partire dal 1633. Il 1 maggio di ogni anno la statua di san Filippo, custodita insieme alle reliquie, viene portata in processione per le vie del paese. La statua attuale venne realizzata nel 1801 con grande spesa in ebano e con la veste rivestita di sfoglie d'oro.
Quando esce dalla chiesa, la statua viene portata girata di spalle, per evitare che lasci il paese in direzione di Piazza Armerina: ciò a causa di una antica contesa con tale paese e della tradizione secondo la quale il santo concederebbe più facilmente miracoli ai forestieri.
I fedeli effettuano lunghi pellegrinaggi a piedi per richiedere la grazia, e secondo l'usanza si presentano davanti alla statua con un cero acceso. Si narra che l'apostolo scacci con il suo bastone chi richieda insistentemente una grazia senza fede.
[modifica] Festa patronale di San Lorenzo martire
San Lorenzo venne istituito come patrono della cittadina con un documento del 9 agosto del 1531 firmato dal papa Clemente VII e da 15 cardinali, aderendo all'espressa volontà del barone Gian Tommaso Gioeni. Nella chiesa si conserva la reliquia di una scheggia d'osso del santo, contenuta in un reliquiario d'argento a forma di braccio, che fu probabilmente qui portata da Roma ad opera dei principi Colonna. Nel 1751 il papa Benedetto XIV permise che venisse fondata una collegiata di 18 membri e i portatori che conducono la statua in processione hanno i colori giallo e rosso della casata del papa (Lorenzo Lambertini). Nel 1790 venne inoltre concesso l'uso di una mazzetta violacea.
La festa patronale venne istituita nel 1810 dal parroco della chiesa madre, Lorenzo Maria Scopazzo (1756-1826) che fondò inoltre un'"Accademia di San Lorenzo martire" e scrisse una biografia del santo ("Grandezze del glorioso martire levita San Lorenzo arcidiacono della Chiesa, protettore amorosissimo della città di Aidone"). Il parroco scrisse inoltre ogni anno un sonetto dedicato al santo: il primo verso di ciascun sonetto si ricollegava all'ultimo verso del componimento dell'anno precedente.
La festa di S.Lorenzo veniva celebrata fino agli anni 1930 in diversi giorni dell'anno:
- 9 febbraio: il "Patrocinio"
- 7 Maggio: "Li santi cangianti"
- 10 luglio: l'"Invenzione"
- 6 agosto: rievocazione dell'incontro con san Sisto
- 10 agosto: "Trionfo di san Lorenzo martire"
- 17 agosto: "Coronazione"
- 23 ottobre: nascita del santo.
- 30 ottobre: celebrazione del "Santo nome"
- 29 novembre: l'"Apparizione" con rievocazione di un miracolo che sarebbe avvenuto nel 1627, quando una suora del vicino convento di Santa Caterina da Siena avrebbe visto il martire uscire dalla chiesa madre con una torcia accesa per andare presso un commerciante forestiero a bruciargli i vestiti ed evitando in tal modo la diffusione della peste nel paese
- 29 dicembre: l'"Ordinazione" nella chiesa madre.
[modifica] Rievocazione storica di "u battment"
Ogni dieci anni, nei giorni immediatamente precedenti alla festa di san Lorenzo (8 e 9 agosto) si teneva una rievocazione storica di un episodio risalente all'epoca della conquista normanna. La tradizione risale al XVII secolo e la rievocazione venne rappresentata fino al 1890.
L'episodio riguarda un combattimento tra cavalieri cristiani e saraceni, al quale avrebbero partecipato due contingenti lombardi dell'esercito di Ruggero d'Altavilla, guidati da Radulfo Machabeo, genero di Ruggero in quanto aveva sposato la figlia Matilde e che ottenne in seguito il feudo di Aidone e dal conte Enrico l'aleramico della casata di Bonifacio e Manfredi del Vasto (fratello della regina Adelaide, sposa del GranConte Ruggero I° e per avere sposato sua figlia Flandina gli era anche genero ).
La battaglia si sarebbe svolta presso il cosiddetto "Passo dei Giudei",(l'attuale contrada Ciappino) sulla strada che conduce a Piazza Armerina e la rievocazione consisteva in un torneo storico in costume tra un drappello di cavalieri cristiani partito dalla città e un drappello di cavalieri saraceni giunto dalla parte opposta, con la rappresentazione di due separati assalti: dopo che nel primo l'esito era rimasto incerto i cavalieri cristiani si ritiravano nelle tende a pregare e digiunare, mentre i saraceni gozzovigliavano e nell'assalto finale venivano nettamente sconfitti. Presi prigionieri i saraceni, cristiani e saraceni finivano con l'abbracciarsi in segno di pace e con il seguire insieme la processione della Madonna delle Grazie.
Dal 2005 si svolge invece un corte storico con la raffigurazione dell'arrivo di Adelasia al castello, accompagnata dai gonfaloni dei quattro quartieri storici (San Leone II Papa, San Giacomo, San Giovanni(attuale S.Anna) e Santa Maria Lo Plano ).
[modifica] Economia
Ha miniere di zolfo. L'economia è prevalentemente agricola: cereali, uva, olive, agrumi ed ha allevamenti: ovini e bovini.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Filippo Curia dal 16/05/2005
Centralino del comune: 0935 600511 - Archivio storico comunale ed Ufficio Turistico 0935-600502 Responsabile Umberto Digrazia
Email del comune: comune@comune.aidone.en.it
[modifica] Voci correlate
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