Apnea
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L'apnea è l'assenza di respirazione esterna.
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[modifica] L'apnea e le variazioni fisiologiche indotte
Durante l'apnea non c'è movimento dei muscoli della respirazione ed il volume dei polmoni rimane inizialmente invariato.
A seconda dell'apertura delle vie respiratorie può esserci o meno un flusso di gas tra i polmoni e l'ambiente; lo scambio di gas tra i polmoni e la respirazione cellulare non viene influenzato.
[modifica] Cause ed effetti dell'apnea
L'apnea può essere ottenuta volontariamente (ad esempio, mediante l'atto del "trattenere il respiro"), indotta da droghe (ad es., tossicità degli oppiacei), indotta meccanicamente (ad es., strangolamento), o può avvenire come conseguenza di uno stato patologico, ad esempio una malattia neurologica o un trauma.
In condizioni normali gli esseri umani non possono immagazzinare molto ossigeno nel corpo. Un'apnea di più di un minuto di durata porta quindi ad una grave mancanza di ossigeno nella circolazione sanguigna. Danni permanenti al cervello possono avversi dopo circa tre minuti e la morte ne consegue inevitabilmente dopo pochi minuti se la ventilazione non viene ripristinata. Comunque, in circostanze particolari come l'ipotermia, l'ossigenazione iperbarica, l'ossigenazione apneica (si veda sotto), o l'ossigenazione extracorporea, periodi più lunghi di apnea sono tollerabili senza gravi conseguenze.
Una persona senza allenamento non può sostenere volontariamente l'apnea per più di uno o due minuti. La ragione di ciò è che il ritmo della respirazione e il volume di ogni respiro sono strettamente regolati per mantenere valori costanti di tensione della anidride carbonica (CO2) e di pH del sangue.
In apnea, la CO2 non viene rimossa attraverso i polmoni e si accumula nel sangue. La conseguente crescita di tensione della CO2 e il crollo del pH risultano nella stimolazione dei centri respiratori del cervello, che non possono essere sopraffatti volontariamente. Comunque, la tolleranza all'apnea può essere esercitata. L'antica tecnica dell'immersione in apnea richiede di trattenere il respiro e i migliori apneisti possono infatti tenere il respiro sott'acqua per più di otto minuti.
Molte persone hanno scoperto autonomamente che l'iperventilazione volontaria, eseguita prima di iniziare un'apnea volontaria, permette di trattenere il respiro più a lungo. Alcune di esse attribuiscono scorrettamente questo effetto ad un incremento di ossigeno nel sangue, non realizzando che si tratta invece di una diminuzione del tasso di CO2 nel sangue e nei polmoni. Il sangue che lascia i polmoni è in normalità completamente saturato di ossigeno, quindi l'iperventilazione non può aumentare la quantità di ossigeno disponibile. Abbassare la concentrazione di CO2 aumenta invece il tempo che passa prima che i centri respiratori vengano stimolati, come descritto in precedenza.
Questo errore ha portato alcuni ad usare l'iperventilazione come mezzo per aumentare il tempo di immersione, senza realizzare che c'è il pericolo che il corpo possa esaurire l'ossigeno mentre è sott'acqua, prima di sentire il bisogno di respirare, perdendo quindi improvvisamente conoscenza come risultato. Se una persona perde coscienza sott'acqua, ci sono considerevoli probabilità di morte per annegamento.
[modifica] Ossigenazione apneica
Poiché lo scambio di gas tra il sangue e i polmoni è indipendente dal movimento del gas da e verso questi ultimi, una quantità sufficiente di ossigeno può essere posta in circolazione anche se una persona è apneica. Questo fenomeno (l'ossigenazione apneica) viene spiegato nel seguente modo:
Con l'insorgere dell'apnea, si sviluppa una depressione nello spazio dei polmoni, perché viene assorbito più ossigeno di quanta CO2 venga rilasciata. Con le vie respiratorie chiuse o ostruite, ciò porta ad un graduale collasso dei polmoni. Comunque, se le vie respiratorie sono aperte, qualsiasi gas fornito alle vie respiratorie superiori, seguendo il gradiente di pressione, fluisce nei polmoni per rimpiazzare l'ossigeno consumato. Se viene fornito ossigeno puro, questo processo serve a rifornire le scorte di ossigeno nei polmoni. Il prelievo di ossigeno nel sangue rimarrà quindi al livello usuale e il normale funzionamento degli organi non viene influenzato.
Motivazione: l'anidride cardonica si rieqilibria per diffusione con l'aria esterna. Segnalazione di The doc post...
In condizioni ideali (ovvero se ossigeno puro viene respirato prima dell'insorgere dell'apnea per rimuovere tutto l'azoto dai polmoni, e ossigeno puro viene insufflato), l'ossigenazione apneica può in teoria essere sufficiente per fornire abbastanza ossigeno per far sopravvivere un adulto in buone condizioni per più di un ora. Comunque, l'accumulo di anidride carbonica (descritto sopra) rimane il fattore limitante.
L'ossigenazione apneica è più di una curiosità fisiologica. Può essere impiegata per fornire un quantitativo sufficiente di ossigeno nella chirurgia toracica, quando l'apnea non può essere evitata, e durante la manipolazione delle vie respiratorie, come broncoscopia, intubazione, e chirurgia delle vie respiratorie superiori. Comunque, a causa delle limitazioni sopra descritte, l'ossigenazione apneica è inferiore alla circolazione extracorporea ed è usata nelle emergenze e per interventi brevi.
[modifica] Bibliografia
- J.F.Nunn; Applied Respiratory Physiology; Butterworth-Heinemann Ltd; ISBN 0-7506-1336-X (IV edizione, 1993)
[modifica] Voci correlate
- Sistema respiratorio
- Apnea del sonno
- Ventilazione meccanica
- Immersione in apnea
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