Apostolo Zeno
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Apostolo Zeno (Venezia, 11 dicembre 1668 – ivi, 11 novembre 1750), poeta, librettista d’opera, letterato e giornalista.
Nobile veneziano, fu nel 1691 tra i fondatori dell’Accademia degli Animosi. Nel 1695 compone il primo libretto d'opera, Gl'inganni felici, che ottiene un grande successo rendendolo librettista alla moda. Dal 1705 collabora con Pietro Pariati, riservandosi le scene teatrali e lasciando al Pariati la composizione dei libretti.
Iniziò l’attività di giornalista letterario nella Galleria di Minerva, assumendone poi anche funzioni direttive ma ne prese le distanze quando si rese conto di non essere riuscito a darle l’impronta desiderata, tanto che finì col definirla una scempiaggine. Nel 1710 insieme al fratello Pier Caterino Zeno, Scipione Maffei e Antonio Vallisneri fondò il Giornale de' letterati d'Italia, sostenendo che era necessario che gli italiani si facessero essi il loro giornale… palesando che il buon senso, la dottrina e l’ingegno non vennero mai tra noi e che ora più mai fioriscono e s’avvivano. Il trimestrale ebbe collaboratori di prestigio come Scipione Maffei, Antonio Vallisneri, Eustachio Manfredi, Ludovico Antonio Muratori, Giovanni Battista Morgagni, Giovan Battista Vico, Bernardino Ramazzini: mosso soprattutto dalla volontà di giovare agli studi italiani, ebbe un buon successo. Chiamato Apostolo Zeno all’incarico di poeta cesareo alla corte imperiale di Vienna, nel 1718, il fratello Pier Caterino ne assunse la direzione fino al 1732 e ne rese annuale la periodicità. A Vienna rimase fino al 1729, quando gli subentrò Pietro Metastasio. Tornato a Venezia, si dedicò soprattutto a opere di erudizione e alla numismatica.
[modifica] Opere
Compose 36 libretti d’opera d'argomento storico e mitologico, fra i quali Gli inganni felici, 1695, Faramondo, 1698, Lucio Vero, 1700, Merope, 1711, Alessandro Severo, 1716, Griselda, 1718, Teuzzone, 1719, Semiramide, 1725, e 17 azioni sacre per oratori. Fra le opere letterarie, le Dissertazioni vossiane sono delle aggiunte e correzioni al De historicis latinis del Voss, mentre furono pubblicate postume le sue Annotazioni alla Biblioteca della eloquenza italiana di Giusto Fontanini. Ampio è il suo Epistolario.
[modifica] Considerazioni
Il libretto d’opera deve possedere capacità di sintesi drammatica per ricavare un intreccio che si adatti agli schemi operistici e con un linguaggio che si pieghi alla sovrapposizione musicale e sia di facile comunicazione. Dalle condanne espresse sul melodramma, di essere inverosimile e grossolano e di mortificare l’espressione letteraria, nacque l’esigenza di maggiore verosimiglianza nell’intreccio e di dignità letteraria del testo. Lo Zeno fu il primo ad avviare una riforma rendendo il melodramma più sobrio, secondo i principi arcadici, sviluppati poi dal Metastasio; ispiratosi alla tragedia francese, rispettò, come quella, la regola dell’unità di tempo e di luogo, ridusse il numero dei personaggi e delle scene ed eliminò i ruoli buffi, costruendo le opere in modo che potessero essere rappresentate anche senza musica.
Ma l’azione drammatica è rigida e senza vita e l’invenzione fantastica è povera. Francesco De Sanctis, riferendosi al Metastasio, scrive che “se guardiamo al meccanismo, il suo dramma è congegnato a quel modo che avea già mostrato Apostolo Zeno. Ma il meccanismo non è che la semplice ossatura. Metastasio spirò in quello scheletro le grazie e le veneri di una vita lieta e armoniosa. E fu il poeta del melodramma, di cui lo Zeno era stato l'architetto”.
[modifica] Collegamenti esterni
- Drammi scelti (ediz. 1929), testo integrale dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza
Poeti: britannici · francesi · greci · italiani · latini · russi · spagnoli · statunitensi · irlandesi · tedeschi · turchi · portoghesi · coreani |