Barnabiti
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Barnabiti è il nome popolare di un ordine religioso cattolico che è canonicamente conosciuto col titolo di Chierici Regolari di San Paolo (in latino: Clerici Regulares Sancti Pauli), datogli da papa Paolo III nel 1535.
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[modifica] Storia
Questo istituto venne fondato da tre nobili italiani: Sant’Antonio Maria Zaccaria (canonizzato da papa Leone XIII il 27 marzo 1897), il Ven. Bartolomeo Ferrari e il Ven. Jacopo Morigia, questi ultimi due di Milano.
Seconda per anzianità tra gli ordini di chierici regolari (i primi sono i Teatini), la fondazione dei Barnabiti come congregazione risale al 1530. Papa Clemente VII, tramite il breve Vota per quae vos del 18 febbraio 1533, approvò canonicamente la congregazione; papa Paolo III, con le Bolle Dudum felicis recordationis (28 luglio 1535) e Pastoralis officii cura (29 novembre 1543) li esentò dalla giurisdizione del loro diocesano. Infine, le Bolle di papa Giulio III Rationi congruit e Ad hoc nos Deus praetulit (22 febbraio e 11 agosto 1550), confermarono e aumentarono i preesistenti privilegi dell’istituto, che, dall’essere una congregazione, da quel momento in avanti diventa un ordine religioso nel senso canonico del termine. I suoi membri, comunque, si attennero ancora all’usanza di chiamarla "la Congregazione".
Il nome popolare di Barnabiti venne dato alla Congregazione per associazione con la chiesa di San Barnaba a Milano, di cui divenne proprietaria nei primissimi anni della fondazione dell’istituto, che fu dapprima principalmente milanese. Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, presiedette, nel 1579, come “cardinale protettore”, la commissione che determinò una volta per tutte la costituzione dell’ordine, e i suoi principali capitoli si tennero a Milano fino al pontificato di Alessandro VII (1655-67), che ordinò loro di riunirsi a Roma.
Innocente XI (1676-89), tuttavia, decretò infine che i capitoli generali dei Barnabiti si dovessero riunire a turno a Roma e a Milano. Tali assemblee dei provinciali si tengono ogni 3 anni per l’elezione di un nuovo generale, la cui durata in carica è limitata a quel periodo, dato che è consentita un’unica rielezione a ciascun detentore della carica. In aggiunta ai tre voti regolari di povertà, castità e obbedienza, i membri dell’ordine fanno voto di non aspirare mai ad alcuna carica o posizione di prestigio, né di accettarle se non dietro ordine della Santa Sede. L’ambito della loro speciale vocazione, oltre alla predicazione in generale, alla catechesi, alle confessioni, alle missioni, al servizio in ospedali e prigioni, e all’educazione dei giovani, comprende anche un particolare impegno allo studio approfondito e all’esposizione delle Lettere di San Paolo. Il loro abito è la tonaca nera (in latino: tunica talaris), che costituiva il normale abbigliamento dei presbiteri secolari milanesi al tempo di Carlo Borromeo.
[modifica] Diffusione dell’ordine
L'ordine si è posto come scopo il rianimare lo spirito ecclesiastico e lo zelo per le anime tra il clero.
Carlo Borromeo ricevette assistenza dai Barnabiti nella sua opera di riforma della diocesi di Milano. Le sue biografie menzionano il suo affetto per loro e il piacere che gli procurava il soggiornare nella loro casa di San Barnaba.
San Francesco di Sales, che amava definirsi Barnabita, invitò la Congregazione nella sua diocesi, per fondare dei collegi ad Annecy e Thonon, mentre il barnabita Guerin fu suo coadiutore e in seguito, essendogli succeduto nella sede di Ginevra, si distinse per lo zelo con cui promosse la sua canonizzazione.
I Barnabiti hanno il titolo di episcoporum adjutores
Pur non essendo mai stata molto estesa, la diffusione dell’ordine in Europa iniziò molto presto dopo la sua fondazione. I loro principali teatri di azione furono l’Italia, la Francia, la Savoia, l’Austria e la Boemia.
Nel 1582, papa Gregorio XIII, dietro sollecitazione del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, mandò dei padri barnabiti a Malta, e nel 1610 Enrico IV di Francia ottenne i loro servizi nella difesa del cattolicesimo a Bearn, da dove si estesero a Parigi e ad altre parti della Francia.
L’imperatore Ferdinando II li invitò in Austria, nel 1627, per ostacolare la diffusione del protestantesimo, e diede loro la parrocchia di corte di San Michele, dove venne costruita una casa per alloggiarli.
L’ordine è anche proprietario della chiesa parrocchiale di Maria-Hilf a Vienna, famoso santuario eretto in ringraziamento per la liberazione della città dai Turchi da parte di Sobieski, nel 1683.
All'inizio del XX secolo Il Belgio si è dimostrato un rifugio provvidenziale per l’ordine, in quanto coloro che erano stati espulsi dalla Francia dal governo di quel paese si sono stabiliti a Bruxelles e in altre parti del vicino regno.
[modifica] Le missioni estere
Nel 1718 papa Clemente XI aggregò cinque barnabiti alla missione di monsignor Mezzabarba dall’Imperatore di Cina per tentare di risolvere la controversia dei riti cinesi. Non si ottenne alcun risultato concreto, ma, quando il resto del gruppo lasciò il paese, un membro dell’ordine, Padre Ferrari, rimase in Cina, risiedendo prima a Pechino e poi a Canton, dove mise il primo seme di quell’opera della Santa Infanzia a cui è giustamente associato il nome del vescovo francese Forbin-Janson. Da quel momento fino al 1738 i compagni di Padre Ferrari predicarono il vangelo in Cochin Cina, dove Padre Alessandro degli Alessandri fu per sedici anni vicario apostolico.
Dato che la Santa Sede, intanto, desiderava una missione regolare barnabita ad Ava e Pegu, nell’attuale Myanmar, l’ordine si assunse quell’impegno, e la missione fu mantenuta fino al 1832, quando l’impossibilità di disporre di sufficienti persone, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi da parte di Napoleone, rese necessario il suo trasferimento alla Società Parigina delle Missioni Estere [1].
I Chierici Regolari di San Paolo mantennero inoltre, per qualche tempo, dei missionari in Scandinavia; all'inizio del XX secolo avevano anche delle missioni in Brasile.
[modifica] Santi e altri membri importanti della Congregazione
Oltre ai Santi canonizzati Antonio Maria Zaccaria e Alessandro Sauli, e al beato Saverio M. Bianchi, noto come il taumaturgo di Napoli, l’Ordine Barnabita vanta diversi venerabili, tra i quali ci sono stati parecchi religiosi distintisi per la loro austera purezza.
Alfonso Paleotti, che nel 1592 succedette a suo cugino, il Cardinale Gabriele Paleotti, nella carica di arcivescovo di Bologna, riferisce nella sua autobiografia che, mentre stava invocando luce e aiuto per la conduzione della sua arcidiocesi, un sant’uomo chiamato comunemente “il Vidente”, per via del suo dono delle visioni, gli disse, riferendo un messaggio della Vergine Maria, che egli doveva mandare a chiamare i Barnabiti e nominarli penitenzieri, perché essi le erano molto devoti, erano i suoi servi fedeli, ed ella li avrebbe assistiti nell’avvicinare le anime alla pratica della comunione quotidiana.
La cultura, la cui ricerca è considerata dai Barnabiti come un’importante via per mantenere l’osservanza religiosa, è sempre stata tra loro perseguita in tutte le sue branche. Per citare solo qualche nome, l’ordine si è distinto nella teologia con Rotario, Pozzobonelli e Maderni; nelle scienze bibliche con Corio e Vercellone; nella storia ecclesiastica con Tornelli, i cui “Annales Sacri” sono considerati un’introduzione a quelli di Baronio; nella liturgiologia con Gavanto?; nell’archeologia con Caronni, la cui opera è lodata nella “Doctrina nummorum veterum” di Eckel; Cortenova, che illustrò le antichità del Friuli e di Aquileia; Delle Torre, che restaurò il Forum Julii di Cividale; Ungarelli l’egittologo, amico di Champollion e Rosellini, e decifratore dell’obelisco romano; Benzi, che spiegò l’iscrizione di Vercelli. Tra i nomi di Barnabiti eminenti nella filosofia ci sono quelli di Baranzano, amico di Galileo e di Francesco Bacone, che comunicò a lui per primo la teoria del “Novum Organum”, e quelli del Cardinal Gerdil e di Pini, autore della “Protologia”.
Per quanto riguarda le scienze fisiche e matematiche: Frisi, Cavallezi, Denza, fondatore della Società Italiana di Meteorologia e primo direttore dell’Osservatorio Vaticano, e il sismologo Bertelli.
All’architetto barnabita Binaghi si deve il restauro dell’Escorial verso la fine del sedicesimo secolo, mentre il barnabita Mazenta fu l’architetto sia della cattedrale di Bologna sia delle fortificazioni di Livorno. A questi nomi si potrebbero aggiungere quelli di molto barnabiti che sono stati famosi in letteratura. Inoltre l’ordine ha dato alla Chiesa Cattolica più di cinquanta vescovi e i seguenti sei membri del Sacro Collegio: Caddini, Fontana, Gerdil, Lambruschini, Bilio e Graziello.
Nel 1856 il Conte Schouvaloff, un insigne convertito russo, entrò a far parte della Congregazione dei Barnabiti e morì nel 1859. Era suo ardente desiderio che i suoi confratelli potessero fare qualcosa per l’unità dei cristiani. Con questo obiettivo l’ordine fondò un’Associazione delle Messe e, con il Breve “Apositum Super Nobis”, in data 30 aprile 1872, papa Pio IX concesse l’indulgenza plenaria a coloro che avessero partecipato alla messa per l’unità dei cristiani, da celebrarsi una volta al mese nella cappella dei Barnabiti a Parigi; concesse inoltre al generale dell’ordine facoltà di estendere pari privilegio a qualsiasi altra chiesa in cui si celebrasse una messa mensile per la medesima intenzione nel giorno fissato dall’ordinario. Tale privilegio è liberamente esteso dal generale a tutti i vescovi che lo desiderino.
[modifica] Note
- ↑ Un resoconto di quanto compirono i Barnabiti ad Ava e Pegu si può trovare nella traduzione del Cardinale Wiseman (pubblicata dalla Società Asiatica) del testo di Sauzerman “Religione del regno birmano”
[modifica] Bibliografia
- Catholic Encyclopedia del 1917 in inglese, oggi di pubblico dominio. La corrispondente voce originale inglese è Barnabites.