Biasca
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Biasca | |
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[[Image:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Biasca]] | |
Stato: | Svizzera |
Cantone: | Ticino |
Distretto: | Riviera |
Circolo: | Riviera |
Lingua ufficiale: | Italiano |
Latitudine: | 46° 21' Nord |
Longitudine: | 8° 58' Est |
Altitudine: | 301 m s.l.m. |
Superficie: | 59,12 km² |
Popolazione: - Totale - Densità |
( ) 6.023 ab. 102 ab./km² |
Frazioni: | Biborgh, Fontana, Loderio, Pedemonte, Pontirone, Sant'Anna, Sciresa |
Comuni contigui: | Cauco (GR), Iragna, Lodrino, Malvaglia, Osogna, Personico, Pollegio, Rossa (GR), Semione |
CAP: | 6710 |
Pref. tel: | 091 |
Codice BFS: | 5281 |
Targa: | TI |
Abitanti: | Biaschesi |
Sito istituzionale | |
Biasca è un comune del Canton Ticino di 6.023 abitanti.
Indice |
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Jean-François Dominé dal 04/04/2004
Centralino del comune: 091 874 39 00
Email del comune: info@biasca.ch
[modifica] Geografia
Il comune di Biasca è situato all'incrocio tra le valli di Riviera, Blenio e Leventina, il suo territorio occupa: la parte sinistra del fiume Ticino dove questo viene raggunto dal fiume Brenno, parte del versante della montagna che separa Leventina e Blenio e tutto il versante sinistro della valle Riviera fino al confine con il comune di Osogna a sud, a nord confina con il comune di Malvaglia e occupa pure la valle Pontirone chiusa a est da vette che sfiorano i 3000 m s.l.m., solo 8 km separano la cima di queste vette dal fondo valle. Impressionante è il bastione granitico che si erge immediatamente a ridosso del paese, ora quasi completamente disabitato, ma in tempi non molto lontani, tutto il fianco della montagna era ancora sfuttato dagli agricoltori per l'allevamento di capre, pecore e mucche. A prova di questo restano sentieri e insediamenti posti in luoghi che a stento oggi si pensa potessero essere occupati dall'uomo. Dal fianco della montagna si apre una aspra valletta chiamata Santa Petronilla il cui torrente forma, precipitando lungo queste balze delle bellissime cascate.
[modifica] Storia
Il più antico riferimento scritto di questa località si trova in un codice liturgico dell’abbazia di Pfäfers datato 830, l’antico nome era ‘’Abiasca’’ in tedesco ‘’Ablentschen’’. Questa località situata strategicamente all’imbocco delle valli Leventina e Blenio e al centro della Y formata dell’orografia delle Tre valli ambrosiane, fu da sempre importante centro religioso e politico. Dopo la cessione dei territori delle tre valli da parte di Attone vescovo di Vercelli, ai Canonici della cattedrale di Milano nel 948 questo Comune e le valli adiacenti, furono legate, almeno religiosamente all'Arcidiocesi di Milano, fino al 1886. La famiglia Orelli che possedeva un castello sopra il borgo, ottenne dal capitolo del duomo di Milano la podestà sul borgo probabilmente nel XII secolo, ma la cittadinanza biaschese mitigò questo potere ottenendo nel 1292 il diritto di eleggibilità del podestà. Ecclesiasticamente Biasca, con la pieve di San Pietro, controllò le tre valli, con l’esclusione, almeno fino al XII secolo, della pieve di San Martino a Olivone. L’antica chiesa battesimale di San Pietro di epoca carolingia venne sostituita nell'XI secolo dall’attuale edificio che divenne poi collegiata. Politicamente la famiglia Orelli controllò Biasca fino alla metà del XIV secolo, in quel periodo essa passò sotto dominio visconteo assieme alla valle di Blenio, in seguito venne ceduta alla famiglia bolognese dei Pepoli. Il comune ottenne in quel periodo il diritto di eleggere un console che amministrasse la giustizia. Nel XV secolo la regione subì a più riprese i tentativi confederati di controllare le valli a sud del Passo del San Gottardo. Biasca venne occupata la prima volta nel 1403 dalle truppe di Uri e di Obvaldo; i Visconti la rioccuparono nel 1422 con la battaglia di Arbedo. Nuove occupazioni temporanee da parte di Uri si susseguirono nel 1439 , 1449, 1466-68 e nuovamente nel 1478, probabilmente venne annessa alla confederazione assieme alla valle di Blenio a partire dal 1495. Dal 1500 diventò baliaggio dei confederati assieme alla Riviera. In questo periodo molto burrascoso il carattere caparbio dei biaschesi cercò sempre di ritagliarsi uno spazio di autonomia, in particolare con il ducato di Milano, vedi gli statuti del 1434, dove in particolare si riconosce al podestà, eletto dal popolo, il diritto di amministrare la giustizia.
Il secolo successivo fu funestato da un tremendo cataclisma. Un immensa frana staccatasi dal monte Crenone, chiuse l’entrata della valle di Blenio, formando tra Biasca e Malvaglia un immenso cumulo di detriti ancora presente oggi e chiamato Buzza di Biasca, questo sbarramento formò un lago a monte della frana. Lago che cedette provocando un'alluvione devastante per tutta la regione sottostante. Biasca e tutta la regione ne furono profondamente segnate nei secoli successivi. La sua posizione strategica che tanto la favorì, fu anche causa di propagazione di epidemie, tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, tre furono le epidemie di peste che colpirono la regione. Con la nascita del Canton Ticino e la costruzione della rete viaria del San Gottardo, ultimata agli inizi del XIX secolo, si verificarono sostanziali mutamenti economici e demografici per Biasca, ancor più con l’apertura nel 1882 della Galleria ferroviaria del San Gottardo. Biasca contava 397 abitanti nel 1602, 1912 nel 1833, 2733 nel 1900, 3299 nel 1910, nel 1950 in calo a 2882 e nel 2000 ne contava 5705.
[modifica] Fonti
Dizionario storico della Svizzera
Comuni del distretto di Riviera | ||
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Biasca | Claro | Cresciano | Iragna | Lodrino | Osogna |