Calcolitico
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Il Calcolitico, o età del rame viene indicato anche con il termine di eneolitico e più raramente cuprolitico, si riferisce ad un periodo della preistoria considerato come tappa di transizione tra le industrie litiche del neolitico finale e la nascente metallurgia. In quest'epoca i metalli come oro, argento e rame sono utilizzati nel quadro di un artigianato secondario, mentre la parte essenziale degli strumenti rimane di pietra o di osso.
Nell'Europa occidentale l'iniziale diffusione di un artigianato in rame, a partire dalla metà del III millennio a.C. potrebbe essere avvenuta a partire dalle regioni dell'Egeo grazie ad una via commerciale danubiana, ma sembra comunque essere stato molto limitato. Sulla costa atlantica la più importante produzione metallica, sembra essere stata quella dell'oro, fino all'introduzione del bronzo che segna il vero inizio dell'età dei metalli.
A differenza che nel caso del bronzo e del ferro, l'utilizzo del rame sembra aver coesistito per un lungo periodo con quello della pietra, senza apportare grandi sconvolgimenti socio-economici nelle civilizzazioni che lo conoscevano. I ritrovamenti archeologici attestano inoltre che l'utilizzo del rame riguarda culture contemporanee e vicine ad altre che lo ignoravano e ad altre ancora che già possedevano il bronzo.
Questa scarsa incidenza dell'utilizzo del rame sulle culture preistorica si deve probabilmente spiegare con le difficoltà e gli scarsi benefici di questa nuova tecnica. Il rame si può raccogliere allo stato naturale in modeste quantità e il minerale deve essere martellato prima di essere fuso a circa 1000°. La produzione è dunque casuale a confronto con l'industria litica e riguarda principalmente pezzi di modeste dimensioni e le produzioni litiche sono generalmente più raffinate.
Tra le caratteristiche delle culture calcolitiche europee si riconoscono:
- la tecnica litica del "ritocco a pressione", che permetteva una finezza ineguagliata per mezzo del distacco successivo di piccole schegge di materiale;
- l'incremento delle pratiche agricole grazie anche all'aratro (il cui uso è attestato anche in ambito rituale nell'area megalitica di Saint Martin de Corléans ad Aosta, ad ulteriore riprova della fondamentale importanza di questo strumento nella vita produttiva);
- l'emergere di differenze sociali e di ruoli di potere e controllo, indiziati dai dati provenienti dai contesti funerari e dall'iconografia figurativa dei reperti studiati.
Tra le evidenze archeologiche e monumentali principali dell'Età del Rame si annoverano:
- il bicchiere campaniforme, presente in molte regioni del Mediterraneo occidentale e dell'Europa;
- la costruzione di megaliti, in particolare sulla costa atlantica europea (Carnac in Bretagna, Stonehenge in Inghilterra), le statue stele e le stele antropomorfe nelle regioni mediterranea e alpina (Francia meridionale, Corsica, Sardegna, Lunigiana, Aosta e Sion in Svizzera, Arco in Trentino), oltre alle incisioni rupestri, rinvenute nelle Alpi Retiche (Valtellina, Val Camonica, Alto Adige) e Marittime (Monte Bego).
Cronologicamente oggetti in rame compaiono:
- in Egitto nel sito di Nagada (4000-3200 a.C. circa), con asce piatte, ceselli, coltelli con manico in osso e spille;
- nella valle dell'Indo, nei siti di Harappa e di Mohenjo Darô (intorno al 2500 a.C.), con oggetti in piombo, oro e rame dal forte contenuto in arsenico (e quindi quasi allo stato naturale), associati persino ai primi oggetti in bronzo (grani di collana, anelli per caviglie e fermagli);
- a Cipro, indubbiamente per influsso anatolico, nel sito di Ambelikou, dove la ceramica rossa permette la datazione tra il 2300 e il 2000 a.C.;
- a Troia gli scavi di Schliemann ne rivelano la presenza già nei livelli più antichi, moltiplicandosi poi ai livelli II e III (2300-2100 a.C.);
- in Bulgaria tra il 4500 e il 4000 a.C.
- in Svizzera con la cultura di Pfyn (intorno al 3700 a.C.);
- nella civiltà precolombiana precede di poco l'arrivo degli Europei, agli inizi del XVI secolo.