Carpino Folk Festival
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1954 - Nel pieno boom economico degli anni Cinquanta del secolo scorso avviene una svolta importante negli studi sulle tradizioni musicali del Gargano e dell’Italia in generale. Il Gargano viene interessato per la prima volta da tali studi nel 1954, da Alan Lomax e Diego Carpitella, nell’ambito di una ricerca sistematica su tutta la penisola commissionata dalla Columbia World Library and Primitive Music, che li porterà a registrare circa 3000 documenti. La raccolta conservata presso gli Archivi di Etnomusicologia, in Roma, comprende 53 documenti sonori, con vari organici vocali e strumentali, registrati nei comuni di Sannicandro Garganico, Cagnano Varano, Carpino e Monte Sant’Angelo. Senza saperlo, Alan Lomax e Diego Carpitella il 23/24 Agosto di quell’anno riesumano la Tarantella del Gargano.
1966 - Il 10 dicembre del 1966 Diego Carpitella e Roberto Leydi, che stanno preparando uno spettacolo a Milano con cantori e suonatori tradizionali, si recano a Carpino per effettuare una raccolta di canti del paesino garganico. È importante rilevare che in quest’occasione viene registrata la cosiddetta Accomë j’èja fa’ p’amà ’sta donnë, che tanto successo ha avuto presso i gruppi di riproposta, in realtà un sonetto (sunèttë) nella forma di tarantella alla muntanarë.
1967 - Dopo questa raccolta il gruppo di Carpino (Rocco Di Mauro, Andrea Sacco, Gaetano Basanisi, Giuseppe Conforte, Angela Gentile e Antonio Di Cosmo) viene invitato a Milano, nel marzo del 1967, a partecipare allo spettacolo “Sentite buona gente” presso il Teatro Lirico, con un notevole successo di pubblico.
1970 - Roberto Leydi pubblica: Folklore Musicale Europeo (Serie di 3 LP, Albatros/Vedette Records).
1972 - L’iniziatore di una lunga operazione di riproposta della Tarantella del Gargano è invece Roberto De Simone che con la Nuova Compagnia di Canto Popolare pubblica LP "Lo guarracino" (Ricordi, SMRL 6151). Negli anni Settanta/Ottanta del secolo scorso, altri ricercatori, prevalentemente locali, si cimenteranno nella raccolta di documenti di tradizione orale. Ricordiamo tra i più importanti: Francesco Nasuti di Monte Sant’Angelo, Raffaele Cera di San Marco in Lamis, il gruppo che opera all’interno del Centro di Studi Garganici di Monte Sant’Angelo, Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò e Giuseppe Michele Gala.
1976 - Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò con i Musicanova pubblicano "Garofano d’ammore" (Philips-Phonogram), LP che farà conoscere al pubblico di massa i sonetti di Carpino.
CARLO D’ANGIO’ - Cominciammo a ricercare a Giugliano (nord Napoli) avendo il primo contatto con la tarantella, che poi avremmo continuato a ricercare in tutto il sud, fino ad individuarne quella che, a mio parere, è l’espressione più alta, mitica: quella del Gargano. Arrivammo a Carpino, con Roberto De Simone, nel ’70, e fummo i primi a raccogliere le “Tarantelle del Gargano”.
EUGENIO BENNATO - Pescammo nel patrimonio di queste zone alcune canzoni che ci avevano profondamente impressionato. La gente di Milano pensava che fossero gospels americani non canti del Gargano.
In questo periodo vengono pubblicate varie raccolte di canti popolari, encomiabili per l’aspetto letterario, ma di dubbia scientificità nella trascrizione e nell’analisi delle musiche e dei comportamenti musicali.
A partire dai primi anni del 1980, ad opera del Centro Studi di Tradizioni Popolari del Gargano e della Capitanata, che collabora con la cattedra di Etnomusicologia dell’Università degli Studi di Bologna, vengo iniziate le prime ricognizioni etnomusicali eseguite con sistematicità e rigore scientifico, sotto la supervisione di Roberto Leydi.
1996 - ROCCO DRAICCHIO (musicista del gruppo Al Darawish), nativo di Carpino, concepisce l'idea di un folk festival in omaggio alla tradizione musicale popolare. Fin dall'inizio il favore riscosso tra il pubblico e tra gli addetti al settore dimostra la validità dell'intuizione di Draicchio. Viene quindi fondata l'Associazione Culturale Carpino Folk Festival per ripetere negli anni quell'iniziale felicissima esperienza e per avviare un progetto complesso di tutela del patrimonio artistico culturale della musica popolare.
Da questo momento, le serenate contadine e le tarantelle escono dai sotterranei di Carpino e grazie anche ai suoi Cantori valicano i confini locali e nazionali per divenire le musiche tradizionali tra le più belle al mondo.
Apprezzato per le sue tradizioni, i suoi suoni e la sua cultura, Carpino costituisce una delle capitali della musica popolare e tradizionale italiana ed europea.