Ceto medio
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Il ceto medio è, letteralmente, il ceto che sta in mezzo, fra le classi basse e le classi alte. Questo nel significato più ristretto del termine.
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[modifica] Storia economica
Ai tempi della rivoluzione francese le classi sociale erano comunemente considerate 3: clero nobiltà e terzo stato. Con la prima rivoluzione industriuale (nascità dell'industria) il terzo stato muta in proletariato. Questo però è più che altro un cambio di termini, perché il benessere delle persone del proletariato cambia poco e forse anche in peggio: la fatica in fabbrica poteva essere la stessa, ma l'ambiente di lavoro era verosibilmente meno salubre della campagna.
Fino all'ottocento per ceto medio si intendeva la borghesia (commercianti, piccolil imprenditori) che si distinguevano proprio dal proletariato.
La nascita del ceto medio in senso moderno si ha invece con la redistribuzione dei benefici della seconda rivoluzione industriale alla parte meno abbiente della società. Non si tratta di un operazione di filantropia, ma della creazione di un mercato di acquirenti che da proletari diventano consumatori. Questo avviene infatti perché l'industria per giustificare la propria crescita ha bisogno di un mercato di consumatori crescente, ed è possibile proprio perché l'automazione della catena di produzione consente un abbattimento enorme dei costi di produzione e quindi dei prezzi al consumo, tale da consentire ad una fetta sempre più ampia di persone di accedere a beni prima riservati a pochi. (Un aspetto secondario, ma interessante, è che la riduzione dei tempi di lavorazione si concilia con il fatto che per consumare il lavoratore ha bisogno anche di tempo e quindi dalle quattordici ore (o più) in fabbrica della prima era industriale si scende alle 40 ore settimanali (o meno) di oggi.)
Questo effetto "virtuoso", di aumento di ricchezza ed estensione del benessere a più persone, è considerato l'effetto positivo più importante del libero mercato.
In termini di popolazione, il risultato netto è che se nell'ottocento la borghesia era una classe intermedia, ma numericamente non dominante, nel secondo novecento il ceto medio diventerà la classe dominante numericamente, e anche politicamente (almeno in principio nelle democrazie).
[modifica] Sociologia
Il ceto medio si potrebbe identificare quindi come la collezione di quelle persone che, nella catena produttiva, contribuiscono al contempo alla produzione e al consumo, senza detenere parti fondamentali della stessa catena (come accade per gli imprenditori), e senza esserne largamente esclusi (come accade per gli incapienti che si limitano al consumo per sussistenza).
In questa categoria si ritrova facilmente il lavoratore dipendente (o salariato), ma anche ad esempio un negoziante, nella misura in cui produce reddito per se e pochi altri, laddove invece nel ceto alto ricade ad esempio l'industriale che produce reddito per se e fornisce lavoro a molti altri, mentre nel ceto basso possiamo collocare chi fatica a produrre gli elementi di sussistenza per se.
In sostanza il ceto medio rappresenta anche la parte "statisticamente" più rilevante della popolazione. Proprio perché medio come in ogni popolazione normale è anche infatti il gruppo più popoloso, mentre le code della distribuzione (molto poveri e molto ricchi) sono numericamente meno rilevanti. Da questo deriva la particolare importanza politica (come bacino di voti) di questa classe sociale. Proprio per questo fatto, forse si può intendere anche che l'essere "medio" significhi anche "fare media" in termini di opinione.
Solitamente il fatto che un stato annoveri una percentuale elevata di individui all'interno del ceto medio è indice di benessere dello stato e della popolazione stessa. In questi casi uscire dalla zona di povertà e relativamente semplice, non c'è presenza di barriere sociali. Al contrario nei paesi in cui non c'è la presenza del ceto medio si passa da situazioni di povertà e fatiscenza a situazioni di ricchezza e lusso. In questi stati i ricchi, in minoranza, attraggono a sè la maggior parte delle occasioni e opportunità di lovoro, benessere e salute.
L'importanza del ceto medio, soprattutto con il diffondersi dell'istruzione e dell'industrializzazione, è venuta progressivamente aumentando. Spesso gli è però mancata la consapevolezza di questa sua importanza e del suo preciso ruolo nella società moderna. Soprattutto in Italia, ciò ha portato talune forze conservatrici o reazionarie a strumentalizzarlo per una una politica di difesa dei privilegi e dello status quo, sotto il pretesto della difesa della tradizione intesa in senso formalistico.
L'esempio più clamoroso, nella storia italiana, è stato quello del fascismo, che portò il ceto medio (in senso antico di borghesia, a metà strada tra aristocrazia e popolino) a difendere non i propri interessi e ad impegnarsi in un reale rinnovamento del Paese, ma nella difesa dei privilegi industriali ed agrari.
Infine si può notare come la progressiva conversione di proletariato in ceto medio abbia di fatto per molti svuotato l'ideale comunista, realizzando una risoluzione del conflitto di classe incruenta. Ed è come se il socialismo, come terza via nascesse dalla memoria di questa ceto medio, un tempo proletariato.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Riferimenti esterni
Dizionario storico della Svizzera [1]