Cinema giapponese
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Il cinema giapponese muove i suoi primi passi nel 1896 con la presentazione del Kinetoscope, una cassa in cui girando una manovella scorrono alcune immagini. Nel 1897 i fratelli Lumière inviano in Giappone un proiettore cinematografico e una serie di film, che vengono proiettati in sale apposite; nello stesso anno arriva dalla Francia la prima macchina da presa e ha ufficialmente inizio la produzione autonoma giapponese. I primi film nipponici sono opera di Tsunekichi Shibata e sono riprese dal vivo di scene di strada e geishe. Le pellicole vengono utilizzate come inserti filmati per il teatro: i grandi successi dei primi anni del secolo sono i rensa-geki ("drammi a catena"), opere teatrali che si avvalgono di inserti cinematografici per le situazioni in esterni. La popolarità dei rensa-geki rimarrà costante fino ai primi anni venti. Durante gli anni dieci nascono alcune case cinematografiche; il blocco delle importazioni cinematografiche dall'Europa a causa della prima guerra mondiale favorisce l'arrivo sul mercato giapponese di molti film provenienti dagli Stati Uniti, le cui innovazioni tecnologiche consentono al cinema nipponico di uscire dalla sua sudditanza nei confronti del teatro. Nel 1923 il grande terremoto che distrugge la città di Tokyo segna la nascita di un nuovo genere: gli shomin-geki ("drammi della gente comune"), che vedono protagonista la piccola borghesia e il proletariato in un contesto contemporaneo.
Indice |
[modifica] Il cinema di propaganda
[modifica] Gli anni cinquanta e sessanta
Negli anni '50, in Giappone, ogni studio cinematografico produceva circa due lungometraggi alla settimana, giungendo quindi a una produzione annuale di 600 film. Erano presenti sei grandi studi cinematografici (Daiei, Nikkattsu, Shintoho, Shokiku, Toei e Toho). La produzione era quindi, all'epoca, molto vasta.
Fu in quel periodo che girarono i loro film più belli registi famosi in tutto il mondo quali Akira Kurosawa, Mizoguchi Kenji, Kobayashi Misaaki, Ichikawa Kon, e Yasujiro Ozu.
Il livello delle pellicole si doveva, in parte, al fatto che esse non dovevano soddisfare delle esigenze "commerciali". Gli studi potevano inoltre arrischiarsi in produzioni insolite, proprio per l'alto numero di produzioni annue. Tutto questo però durò solo una decina d'anni, perché poi l'industria cinematografica giapponese iniziò un periodo di crisi disastrosa.
Il cinema giapponese iniziò un lungo periodo di declino con le Olimpiadi di Tokyo del 1964, quando milioni di giapponesi acquistarono un apparecchio televisivo per assistere comodamente nelle proprie abitazioni alle prime Olimpiadi disputate nel loro paese. Al termine dei giochi olimpici però, il televisore poteva offrire ben poco da vedere. L'ente televisivo giapponese non era in grado, né per la creatività, né tantomeno per l'aspetto finanziario della cosa, di soddisfare con programmi giapponesi le esigenze di un pubblico di telespettatori nato così improvvisamente. La conseguenza a tutto ciò fu uno straordinario incremento dell'importazione di spettacoli e teleromanzi americani. Giornalmente almeno un serial americano compariva sul piccolo schermo e questo, insieme alla trasmissione quotidiana di circa cinque o sei film stranieri, fece sì che le vendite dei cinema crollassero in breve tempo.
[modifica] Gli anni settanta
[modifica] Gli anni ottanta
[modifica] Il cinema giapponese contemporaneo
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