Commando Ultrà Curva Sud
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Il Commando Ultrà Curva Sud o CUCS è stato un gruppo organizzato di tifosi della Roma.
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[modifica] La fondazione
Il 9 gennaio 1977 in occasione della gara Roma-Sampdoria (terminata con il punteggio di 3-0 per la squadra di casa) e seguendo l'esempio dei primi gruppi di ultras italiani che si davano da fare (ad esempio gli Ultras Granata del Torino), tutti i gruppi che si erano formati in curva (Guerriglieri della Curva Sud, Pantere, Boys, Fossa dei Lupi) decisero di unirsi in un unico gruppo organizzato.
Il Commando di allora (che in trasferta portava di solito lo striscione più piccolo con la scritta Ultrà Roma) era un gruppo ultras nel vero senso del termine. Lo spirito era quello che da sempre aveva caratterizzato i tifosi giallorossi, quello di contrastare lo strapotere delle squadre del nord. Sui loro adesivi compariva una scritta particolarmente violenta: "Col cuore in sud, con le spranghe in nord", durante quel periodo altre scritte dello stesso tenore comparvero su molti muri della capitale. La figura più rappresentativa del gruppo era un tifoso soprannominato Geppo.
Dal 1977 al 1987 il CUCS fu uno dei più importanti gruppi organizzati italiani, tanto da esser diventato un esempio sia in territorio nazionale che europeo: era caratterizzato da un tifo continuo e compatto, sia in casa che in trasferta, ma cosa fondamentale era il fatto che non fossero vincolati da alcun tipo rapporto con la società. In quegli anni c'era una sintonia diversa tra i giocatori ed i tifosi: ad ogni gol, Roberto Pruzzo e gli altri attaccanti della Roma correvano a festeggiare sotto la curva; ma, soprattutto, i tifosi non venivano nemmeno scortati in trasferta dalla polizia.
[modifica] Arrivo Di Lionello Manfredonia e spaccatura del CUCS
Nell'estate del 1987 all'interno della tifoseria giallorossa cominciarono a nascere dei primi dissapori, quando alla Roma giunse l'ex laziale Lionello Manfredonia. La Curva Sud, prima dell'acquisto, era compatta nel chiedere a Dino Viola, l'allora presidente della Roma, di non ingaggiare il giocatore, perché - a dire dei tifosi giallorossi - resosi colpevole di dichiarazioni diffamatorie nei confronti dei tifosi della Roma, nonché condannato per aver venduto le partite della squadra in cui aveva sempre militato e di cui era tifoso: la Lazio. Per questo motivo fu esposto in Curva Sud - la curva occupata stabilmente ed esclusivamente dai tifosi giallorossi dopo che l'l'11 marzo del 1973 ne erano stati allontanati i pochi tifosi della Lazio che ancora vi si recavano in occasione dei derby - uno striscione di una cinquantina di metri con scritto "Viola, non ci vomitare Manfredonia" e "Viola compra tutti tranne i venduti". Il presidente Viola decise comunque di acquistare il calciatore ed il tifo della Curva Sud si spaccò in modo irreparabile.
Il CUCS si divise, infatti, in due fazioni: una parte che diede vita al G.A.M. (Gruppo Anti-Manfredonia) che altro non era che il Commando Ultrà Curva Sud "storico"; mentre una seconda parte, che prese posto, all'interno dello stadio, sul muretto al lato della Tribuna Monte Mario, fondò il gruppo chiamato: "Vecchio CUCS". Anche grazie a questo piccolo ma intelligente stratagemma del nome, quest'ultimo gruppo cominciò ad acquisire una notevole consistenza e, via via, un'ottima capacità organizzativa.
Il tifosi facenti parte del gruppo denominato Vecchio CUCS ritenevano che, essendo Manfredonia ormai diventato della Roma, che lo si odiasse o lo si amasse, non poteva essere fischiato e così la pensava la maggioranza dei tifosi della Curva Sud, nonostante il passato e gli episodi negativi nei quali il giocatore era stato coinvolto.
Il CUCS-GAM, invece, voleva rimanere fedele alla linea iniziale, continuando a contestare l'ex-laziale sin dal precampionato e per buona parte del campionato vero e proprio. I loro striscioni recitavano frasi quali: "Manfredonia boia, non ti ameremo mai" o "Manfredonia dacci le quote". La situazione si aggravò particolarmente il 2 settembre 1987 in occasione di un Roma-Genoa di Coppa Italia giocata allo Stadio Flaminio. I CUCS-GAM innalzarono uno striscione con la scritta: "Indegno, levati quella maglia". Cominciò così a scatenarsi una violentissima rissa tra centinaia di persone.
[modifica] Curva Sud: situazione allo sbando
Dal momento della scissione del CUCS tutti i gruppi che avevano concorso a formarlo tornarono alle originarie posizioni: i Fedayn, che pur non avendo mai fatto parte del gruppo, avevano però sempre partecipato alle attività (il loro motto degli anni '70: "distruggere tutto ciò che non è giallorosso"), non parteciparono più ai cori e tifarono per conto loro; i Boys tirarono fuori di nuovo il loro striscione originale; il CUCS-GAM per difendersi dal Vecchio CUCS che reclamava la paternità del Commando Ultrà Curva Sud registrarono presso un notaio il nome e si astennero dal tifare quando Manfredonia scendeva in campo, rivendicando la scelta per ragioni di cuore.
Oramai la divisione era irriparabile a nulla servì che Manfredonia, soprannominato il "balordo" dalla parte della tifoseria che lo contestava, smettesse di giocare per problemi cardiaci: la carriera del calciatore si chiuse, infatti, il 30 dicembre 1989, quando lo stesso, nel corso di una partita contro il Bologna si accasciò a terra, vittima di un infarto. L'ala più dura e radicale del CUCS-GAM, al grido di "Roma e gloria", si distaccò formando un gruppo dal nome "Opposta Fazione", gruppo elitario che rifiutava ogni contatto con gli altri gruppi di tifosi romanisti, "colpevoli" di avere tradito gli ideali dei veri ultras.
Nel frattempo la politica iniziò a farsi largo in curva e la Sud da posizioni più vicine alla sinistra che l'avevano caratterizzata negli anni 1970, si spostò sempre più marcatamente verso posizioni di destra. Questa commistione tra sport e politica portò gran parte dei vecchi ultras a lasciare il tifo attivo allo stadio.
I membri più radicali del CUCS, che non si riconoscevano più nel gruppo, diedero vita ad un'infinità di gruppi che si formarono a secondo dell'ideologia politica o delle amicizie. Nella stagione 1993/94 il Commando venne riunificato o, meglio, alcuni tra i maggiori esponenti dell'ex CUCS-GAM decisero, "per il bene della Roma" di riunirsi con gli aderenti al Vecchio CUCS. Ma ormai era troppo tardi: il gruppo visse un declino lento ma costante e non riuscì più come un tempo a far presa sulle "nuove leve".
[modifica] La nuova Curva Sud
La situazione cambiò radicalmente alla prima partita interna del campionato del 1999/2000. In occasione di Roma-Inter si verificò un "cambio della guardia" un po' turbolento che sancì il definitivo declino del CUCS e la nascita del nuovo gruppo maggioritario: l'A.S. Roma Ultras. Da quel 12 Settembre 1999 il Cucs non espose più lo striscione, che ricomparve soltanto nella partita Roma-Milan della stessa stagione, innalzato a metà curva per ricordare la scomparsa di Franco Nicastro, storico membro del gruppo ultrà, ma alcuni tra i suoi componenti scelsero comunque di rimanere in Curva Sud, senza vessilli, ma con molte bandiere, nella parte alta del settore M19, dove inaspettatamente raccolsero, col passare degli anni, diversi nostalgici del gruppo, giovani e meno giovani, che tentarono invano una rifondazione dello stesso. Alcuni di essi sul finire della stagione 2003-2004, tra lo stupore generale, riportarono un drappo Ultrà Roma di piccole dimensioni in una serie di trasferte, ma dissapori e vecchi rancori con ex componenti del Cucs stesso e con il resto della curva posero presto fine anche a questo ultimo tentativo.
Nel corso delle prime tre stagioni alla "guida" della curva gli AS Roma Ultras riuscirono a ridarle un'identità che era andata smarrita inventando nuovi cori, ripresi da varie tifoserie in tutta Italia ed anche in Europa e tifando in modo coreografico, pur senza i tamburi che avevano contraddistinto la Sud fino al 1999. La storia degli ASRU sembrava essersi chiusa in ascesa, con l'autoscioglimento proclamato il 1° marzo 2002, allorquando il direttivo del gruppo si era reso conto che le nuove dinamiche dei gruppi ultras presenti in curva non consentivano più di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Considerato che nessun gruppo si fece poi avanti per prendere le redini della curva il gruppo si ricompose, rafforzato, nell'estate dello stesso anno. Tuttavia i dissensi ed i rancori personali, legati a diverse concezioni del tifo e del modo di essere ultras, ancora nella stagione 2003/04 impedirono di avere una curva del tutto unita e gli stessi AS Roma Ultras subirono delle scissioni interne.
In occasione della partita Roma-Messina del campionato 2004/05, gli AS Roma Ultras non esposero più il loro striscione, sciogliendosi definitivamente. Le ragioni dello scioglimento furono molteplici: difficoltà a continuare a ricoprire il ruolo di gruppo guida, diffide, scarso impegno del resto della curva, dissidi con altri gruppi.
La situazione della Curva Sud oggi vede oggi la crescita considerevole degli Ultras Romani e la formazione di gruppi come Offensiva Ultras e Curva Sud Roma 1973.