Dama mesopotamica
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 Stato di conservazione: Vulnerabile |
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 Dama mesopotamica |
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| Classificazione scientifica | |||||||||||||||||||||||||||
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| Nomenclatura binomiale | |||||||||||||||||||||||||||
| Dama mesopotamica Brooke, 1875 |
Tra le 29 specie o sottospecie di Cervidi minacciate di estinzione qua e là nel mondo, una delle meno conosciute è, paradossalmente, proprio quella che abitava le zone del Medio Oriente e del Nord Africa che sono considerate la culla della civiltà occidentale. In effetti il daino della Mesopotamia (Dama mesopotamica) era diffuso un tempo su un'area molto vasta, che alla fine dell'era glaciale comprendeva anche gran parte del Nord Africa.
Proprio a causa dell'intensa caccia, nonché del crescente inaridimento del clima e del terreno, questo splendido daino (simile a quello europeo, ma più grande, più vivacemente colorato e dalle corna meno palmate) si estinse già in tempi antichi nel Nord Africa, e più tardi anche in vaste zone dell'Asia anteriore. Agli inizi del XIX secolo doveva essere già così raro che, non a caso, è stato uno degli ultimi grandi mammiferi asiatici a divenire noto alla scienza.
Agli inizi del secolo scorso, più esattamente dal 1917 in poi, sembrò che il daino della Mesopotamia fosse ormai estinto del tutto: per decenni, in effetti, mancarono completamente notizie in proposito. Fu solo nel 1955 che l'americano Lee Merriam Talbot sentì parlare di un branco di "cervi" che ancora esisteva presso il confine Iran-irakeno, presso Maidan e Halabja, nel punto in cui il fiume Shirwan taglia la frontiera; e quasi contemporaneamente il tedesco Werner Trense ricevette a Teheran segnalazioni sulla presenza di "cervi" nella provincia del Khuzistan. A seguito di ciò, l'IUCN promosse una specifica ricerca che portò Trense, nel 1956, a localizzare finalmente una popolazione libera e vivente di daini di Mesopotamia.
Si tratta però di pochi e piccoli branchi - in tutto, nel 1978, non più di 40-65 esemplari - che sopravvivono in limitate sacche boscate (soprattutto boschetti di pioppi e tamerici) lungo i fiumi Karkheh e Dez, nel Khuzistan iraniano. Nonostante la creazione nell'area di due apposite riserve naturali, la situazione della specie può dirsi assai precaria, tanto più che dopo lo scoppio della lunga guerra tra Iran e Irak (che proprio in questa regione si combatté per anni), non si dispone più di notizie sicure e recenti, e in assenza di controlli potrebbe perfino esser successa per i daini la catastrofe finale.
Un certo numero di individui (80-85 nel 1977) vive per fortuna in un vasto recinto all'interno del Dasht-e-Naz Wildlife Refuge nell'Iran centro-settentrionale, dove si riproduce in cattività con buoni risultati.
Da qui è partito il primo tentativo di reintroduzione in natura del daino della Mesopotamia, con il rilascio di alcuni esemplari, nel 1977, sull'isola Ashk nel lago Rezaiyeh (Iran nord-occidentale). Con le recenti vicende politiche iraniane, mancano purtroppo del tutto notizie sulla loro sorte.
