Fescennini
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I Fescennini sono l'esempio più arcaico di teatro nella cultura Latina. Di questo genere letterario si sa poco, anche il termine stesso da cui deriva la parola "fescennino" è incerta. Secondo il grammatico Festo la parola deriverebbe dalla città di Fescennium, cittadina dell'Etruria del Sud, oppure, secondo altre fonti, dalla parola latina fascinum che significa al tempo stesso "malocchio" e "membro virile". Questo genere letterario sarebbe quindi il risultato o dell'influenza Etrusca nella cultura Romana o il tentativo di esorcizzare il timore che i romani avevano per il malocchio scherzando su di esso.
I fascennini infatti sono caratterizzati da versi mordaci, pungenti che dovevano suscitare ilarità in chi li ascoltava. A recitare molto spesso erano gli stessi contadini, non vi erano copioni prestabiliti ma si "recitava" a braccio, spesso prendendo in giro anche gli spettatori, facendo si che le rappresentazioni spesso finissero in vere e proprio liti, per questo motivo tali rappresentazioni vennero bandite da parte del Senato. I Fescennini versus si effettuavano durante le feste rurali e, secondo Orazio, si sarebbe sviluppata da qui una tradizione di salaci motteggi che potevano avere anche il carattere di una diffamazione pubblica.
I versi fescennini circolavano in numerose occasioni sociali dell’antica Roma. A questo genere letterario appartengono anche i Carmina Triumphalia.
[modifica] Bibliografia
Conte G. B. - Pianezzola E., Latinitatis memoria, Storia a testi della letteratura latina, Firenze 1998.