Francesco Borgia
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Francesco Borgia, in spagnolo Francisco de Borja y Argon (Gandia, Valencia, 28 ottobre 1510 - Roma, 30 settembre 1572), di nobile famiglia spagnola, fu il IV duca di Gandia e ricoprì la carica di viceré di Catalogna; rimasto vedovo, divenne sacerdote della Compagnia di Gesù e venne eletto terzo Preposito Generale dell'Ordine nel 1565. È anche venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
[modifica] Biografia
Il suo nonno paterno Juan de Borja, II duca di Gandia, era uno dei figli di papa Alessandro VI; il nonno materno era il vescovo di Saragozza Alfonso, figlio naturale del re Ferdinando II di Aragona. Crebbe a Saragozza e all’età di dodici anni venne inviato come paggio a Tordesillas, dove la regina Giovanna la Pazza (che poi assistette anche sul letto di morte) si era ritirata dopo la scomparsa del marito insieme alla figlia, l’Infanta Caterina. Dal 1528 fu a Valladolid presso Carlo V: entrò presto nelle grazie dell’imperatrice Isabella, che lo nominò marchese di Lombay e lo fece sposare con Eleonora de Castro, da cui ebbe otto figli. Seguì l’imperatore in numerosi dei suoi viaggi (nel 1535 in Tunisia, poi in Provenza).
Fu molto colpito dall'orazione pronunciata da Giovanni d'Avila per il funerale dell’imperatrice Isabella, morta nel maggio del 1538, e decise di seguire alla perfezione i consigli evangelici: cominciò a dedicarsi anche allo studio della teologia, ottenendo il Dottorato. Il 26 giugno 1539 venne nominato Viceré di Catalogna. Nel 1546 sua moglie morì e lui si pose sotto la direzione spirituale dei padri gesuiti: il 1 febbraio 1548 emise i voti solenni ed entrò nella Compagnia di Gesù, ma ottenne una particolare dispensa per restare nel secolo fino a quando non avesse assolto ai suoi doveri di genitore.
Il 23 ottobre 1550 raggiunse Roma, dove venne ordinato sacerdote e divenne uno dei principali collaboratori di sant'Ignazio di Loyola: contribuì all’istituzione del Collegio romano (l’attuale Università Gregoriana) e fu incaricato di controllare la diffusione dell’Ordine nella penisola Iberica (il 10 giugno 1554 fu nominato Commissario generale in Spagna). Rifiutò la nomina a cardinale proposta prima da papa Giulio III e poi da Pio IV, Pio V e infine Gregorio XIII. Nel 1565 fondò le missioni gesuite in Perù e Florida. Fu anche nominato esecutore testamentario di Carlo V. Richiamato da Pio IV, nel 1561 tornò a Roma, dove strinse amicizia con i cardinali Michele Ghislieri e Carlo Borromeo e, il 20 gennaio 1565, venne nominato Vicario Generale della Compagnia.
Il 2 luglio 1565 venne eletto Preposito Generale della Compagnia di Gesù, succedendo a Diego Laynez. Diede un grande impulso all’attività missionaria dell’Ordine in India, Brasile e Giappone; per quanto riguarda la formazione spirituale e intellettuale dei giovani religiosi, emanò nuove regole sui costume e gli studi dei novizi (per loro fece costruire la Casa e la Chiesa di Sant'Andrea al Quirinale). Sotto il pontificato di Pio V fu incaricato di assistere il Cardinal Nepote Michele Bonelli nelle sue missioni diplomatiche: proprio questi viaggi furono fatali per la sua salute cagionevole: morì a Roma nel 1572.
[modifica] Il culto
Papa Gregorio XV lo proclamò beato il 23 novembre 1624 (alla sua intercessione era stata attribuita la guarigione della nipote del duca di Lerma); fu canonizzato il 20 giugno 1670 da Clemente X.
Memoria liturgica il 10 ottobre.