Ispica
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Ispica | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Sicilia | ||
Provincia: | Ragusa | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 170 m s.l.m. | ||
Superficie: | 113,5 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 127 ab./km² | ||
Frazioni: | S. Maria del Focallo, Marza | ||
Comuni contigui: | Modica, Noto (SR), Pachino (SR), Pozzallo, Rosolini (SR) | ||
CAP: | 97014 | ||
Pref. tel: | 0932 | ||
Codice ISTAT: | 088005 | ||
Codice catasto: | E366 | ||
Nome abitanti: | ispicesi | ||
Santo patrono: | Madonna del Carmelo | ||
Giorno festivo: | 16 luglio | ||
Sito istituzionale |
Ispica (Spaccafurnu in siciliano) è un comune di 14.403 abitanti della provincia di Ragusa.
Indice |
[modifica] Geografia
Situata su una collina a 7 chilometri dalla costa, Ispica dista trentuno chilometri da Ragusa ed è situata a sud est del capoluogo; è il comune più a sud della provincia. La sua costa si stende fra il comune di Pozzallo e quello di Pachino in provincia di Siracusa. Il territorio comunale include, a due chilometri dalla costa, l'Isola dei Porri, poco più di uno scoglio, meta ogni estate di escursioni subacquee.
[modifica] Storia
Il sito dove si trova oggi la città e i suoi dintorni furono certamente abitati fin dall'antichità. In località San Marco esistono delle catacombe paleocristiane di epoca tardo romana. Secondo la tradizione, Sant'Ilarione da Gaza, eremita, soggiornò a lungo nella regione tra il terzo e il quarto secolo. Le coste e in particolare la località Porto Ulisse fu usata come porto naturale fino all'epoca bizantina, come recenti scavi e il ritrovamento di un relitto del sesto secolo hanno mostrato. Il primo documento che parla di un abitato chiamato Isbacha è del 1093, in una bolla che Urbano II editò subito dopo la fine dell'occupazione araba della regione. In una bolla del 1169 di Alessandro III, la località era denominata Hyspicae Fundus, per poi portare in epoca spagnola e borbonica il nome Spaccaforno fino al 1935, quando si decise un ritorno alle origini con l'attuale nome di Ispica.
Prima del terremoto l'abitato era all'interno della cava d'Ispica nella parte finale. Si sono succeduti i Siculi, i greci, i romani, i bizantini, gli arabi e i normanni.
Con i Normanni iniziano le tracce scritte su Ispica. Vi furono numerosi passaggi della proprietà del feudo a Ispica, l'elenco sarebbe lunghissimo, per lungo tempo fu legato alla contea di Modica. Dal 1493 il feudo passò sotto la famiglia Statella fino al XIX secolo quando si abolì la feudalità.
Il terremoto del 1693, segnò la profonda trasformazione della città come di quasi tutti i centri siciliani colpiti; la città fu trasferita nella piana al di fuori della cava. La cava non fu comunque mai del tutto abbandonata, sia come abitazioni sia come officine.
[modifica] I monumenti
I monumenti principali hanno la caratteristica di essere stati costruiti o ricostruiti dopo il devastante terremoto del 1693
[modifica] Chiesa di S. Maria Maggiore
La chiesa è a tre navate, gli stucchi sono di Giuseppe e Giovanni Gianforma. Gli affreschi fatti intorno al 1765 sono di Olivio Sozzi uno dei pittori siciani importanti del 1700. Contiene la statua del Cristo flagellato alla colonna, salvato dal terremoto precedentemente nella cava. La statua è simbolo di una venerazione particolare durante la Settimana Santa. L'esterno, del secolo XVIII è stato progettato da Vincenzo Sinatra architetto di Noto. Si compone di un muro con 23 porte che delimita la piazza
[modifica] Chiesa di S. Maria dell'Annunziata
Ricostruita dopo il terremoto dal 1704. All'interno interessanti stucchi stile rococò del palermitano Giuseppe Gianforma.
Contiene alcune opere salvate dal terremoto, come l'Adorazione dei magi e la tavola dell'Annunciazione del 1550. Le opere erano nella chiesa omonima nel vecchio paese di Spaccaforno distrutto che era nell'attuale parco Forza. Contiene il Cristo con la Croce dello scultore Guarino da Noto del ‘700. Una composizione di un gruppo ligneo con il Cristo e due Giudei,
[modifica] Chiesa Madre di San Bartolomeo
Iniziata la ricostruzione dopo il terremoto, nel 1750 e ultimata in 150 anni. Esternamente ha una doppia scalinata che la eleva rispetto alla piazza. Ha un interno semplice, l'unica opera di un certo rilievo è San Bartolomeo durante il martirio, quadro di dimensioni notevoli.
[modifica] Palazzo Bruno di Belmonte
In stile liberty è sede comunale. Fu progettato da Ernesto Basile, architetto palermitano, dal 1906.
[modifica] Nei dintorni di Ispica
[modifica] Cava d'Ispica
La cava d'Ispica è costituita di una serie di abitazioni rupestri. Preesistenti alla colonizzazione greca, furono usate fino al secolo scorso. In Sicilia è chiamata cava la valle, di solito profonda, scavata dall'erosione dell'acqua. Quella di Ispica è la più importante della Sicilia orientale, è lunga 13 chilometri ed è divisa fra tre comuni, oltre alla città che ne da il nome si estende nel comune di Modica e Rosolini. È stata abitata fin dalla preistoria e al suo interno si sovrappongono, a volte con distruzioni e a volte nel rispetto dei precedenti strati, le tracce di tutte le popolazioni che si sono stabilite in zona. La valle è attraversata da un torrente, che si chiama Pernamazzoni all'entrata e Busaittone all'uscita.
[modifica] Parco Archeologico della Forza d'Ispica
Situato nella bassa cava d'Ispica è raggiungibile tramite le cento scale ricavate nella roccia, in cui sono visibili tracce degli affreschi di eta' bizantina, racchiude numerosi sepolcri
[modifica] Catacombe San Marco
Le catacombe di San Marco, a due chilometri dal cetro abitato costituiscono una testimonianza della presenza cristiana nel territorio in epoca tardo romana. È il secondo cimitero dell'isola per dimensioni.
[modifica] Gli appuntamenti
A Ispica assumono una particolare importanza le feste religiose, vista la presenza di due confraternite (con i collegamenti indicati in coda all'articolo) particolarmente attive, una volta erano antagoniste ed in competizione. Di seguito un elenco delle manifestazioni legate all'argomento religioso e di seguito quelle che potremmo definire laiche:
- Il giovedì Santo è la festa dei Cavari, inizia alle due di notte la Via Crucis dalla chiesa di Santa Maria della Cava (scavata nella roccia) in processione si arriva a Santa Maria Maggiore con il Cristo alla Colonna (u patri a culonna) con pezzi originari del 730.
- Il Venerdì Santo i nunziatari vanno in processione con il Cristo con la Croce (u patri a cruci). Nella mattinata e nella chiesa dell'Annunziata inizia la cerimonia. La processione si svolge nel pomeriggio.
- La processione per antica tradizione, si ferma davanti la basilica di Santa Maria Maggiore, dove si ha l'incontro tra il Cristo l'Addolorata.
- A Pasqua ci sono ancora due processioni: la prima parte dalla chiesa di San Bartolomeo, con la Madonna, la seconda dalla chiesa dell'Annunziata con il Cristo Risorto: le due processioni si incrociano davanti la vecchia sede municipale a mezzogiorno alla Madonna viene fatto cadere il manto, e viene fatta inchinare in un atto di omaggio simbolico al Figlio fra spari di mortaretti liberazione di colombe.
[modifica] Economia
Si basa sull'agricoltura, con un territorio dedicato a colture intensive. Si è sviluppata la coltivazione di primizie, pomodori ed ortaggi. Fra gli ortaggi la carota ed il pomodoro hanno permesso lo sviluppo di industrie di trasformazione.
[modifica] Set nel cinema italiano
Già dagli anni '60 Ispica è stata eletta come set ideale per la scenografia dei suoi larghi viali caratteristici. Nel 1960 fu girato Divorzio all'italiana di Pietro Germi. Nel 1974 furono girate alcune scene di Il Viaggio, un film di Vittorio De Sica. Con Sophia Loren, Richard Burton, Sergio Bruni, Ian Bennen.Negli anni '80 furono girate alcune scene di Kaos dei fratelli Taviani, e nel 2005 alcune scene del Commissario Montalbano, serie poliziesca dai romanzi di Andrea Camilleri.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Pietro Rustico dal 17/05/2005
Centralino del comune: 0932 701222
Email del comune: info@comune.ispica.rg.it
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Collegamenti esterni
- Mappa della citta di Ispica
- Portale sulla città di Ispica
- Arciconfraternita della SS. Annunziata
- Confraternita di santa Maria Maggiore
- Catacombe San Marco (sito COPAI)
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