J. Edgar Hoover
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John Edgar Hoover (Washington 1 gennaio 1895 - 2 maggio 1972) è stato un alto funzionario del governo degli Stati Uniti la cui immagine è strettamente legata all'FBI, certamente il più famoso servizio investigativo del mondo. Bastano alcune cifre per dimostrarlo: Hoover ha lavorato nell'FBI per oltre mezzo secolo, la maggior parte dei quali trascorsi come suo direttore (1924-1972): operò sotto otto presidenti statunitensi, da Calvin Coolidge a Richard Nixon.
Quando il Presidente Calvin Coolidge lo mise, giovanissimo, a capo del servizio, c'erano 600 agenti in forza: al termine della sua gestione erano 6.000. L'accademia nazionale per l'addestramento degli agenti, l'immenso archivio per le impronte digitali, i laboratori scientifici, sono creazioni di Hoover.
Ereditò un'organizzazione indebolita dalle interferenze politiche, dall'inettitudine dei raccomandati: lui fece piazza pulita di tutto, instaurò una disciplina ferrea, metodi rigidissimi di addestramento e di selezione, e fece dell'FBI uno strumento di rara efficienza.
Combatté il gangsterismo ai tempi di Al Capone, eliminò John Dillinger detto il pericolo pubblico n. 1, e George Kelly detto machine gun. Scoprì dopo quattro anni di indagini il rapitore ed uccisore di Baby Lindbergh.
In un Paese con una criminalità così estesa e fenomeni di violenza così gravi come gli Stati Uniti, Hoover diventò una specie di eroe nazionale.
Verso la fine della sua carriera venne accusato di violazione dei diritti civili per aver disposto indagini tese ad identificare cittadini americani ritenuti per le loro idee politiche simpatizzanti con il comunismo. Tra questi ricordiamo il caso più famoso: Charlie Chaplin.