Legione romana
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La legione romana (dal latino legio, derivato del verbo legere, "raccogliere assieme") era l'unità militare di base dell'esercito romano. Corrispondeva, grosso modo, alla divisione di un esercito odierno, e normalmente era stanziata in una provincia, di cui aveva la responsabilità della sicurezza e della difesa militare. Nella storia di Roma, l'esercito romano ha potuto contare su un massimo di 60 legioni all'apice della sua potenza, e su un minimo di 18 nel periodo di massima crisi. Nel passaggio dalla repubblica romana all'impero romano l'esercito, e con esso la struttura della legione, venne ristrutturato profondamente. A causa del grande successo militare della Repubblica Romana ed, in seguito, dell'Impero Romano la legione è stata a lungo considerata un modello da seguire in efficienza militare ed abilità.
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[modifica] Legione delle origini
All'inizio della storia di Roma la legione si componeva di 3.000 fanti e 300 cavalieri. Fanti e cavalieri venivano arruolati nell'ordine di 1.000 fanti e 100 cavalieri per tribù: le tribù presenti erano 3, ovvero i Tities, i Ramnes e i Luceres. I fanti erano comandati da 3 tribuni militum, ognuno di essi comandava 1.000 fanti, mentre i cavalieri erano comandati da 3 tribuni celerum, uno ogni 100 cavalieri. La legione, normalmente, utilizzava in combattimento la formazione a falange. Questa disposizione era vantaggiosa in caso di combattimenti su terreni pianeggianti, tuttavia, quando l'esercito romano si trovò a dover operare nei territori montuosi dell'Italia centrale, come nelle guerre contro i Sanniti, si resero necessari profondi cambiamenti.
[modifica] Legione dopo la guerra coi Sanniti
I legionari si dividevano in 4 gruppi principali più 2 secondari: i principali erano i velites, gli hastati, i principi e i triarii mentre i due secondari si chiamavano rorarii e accensi. In formazione da combattimento i velites, armati di armi da lancio come archi e fionde, si disponevano davanti alla legione: nella prima fila venivano schierati gli hastati, armati di hasta, che era un'arma da urto e non da lancio come il pilum; dietro di loro si presentavano i principi, legionari più addestrati che andavano a formare la seconda linea, mentre la terza linea era formata dai triarii, soldati veterani che costituivano le riserve della legione. Normalmente erano disposti assieme ai triarii anche i rorarii e gli accensi, i primi giovani ed inesperti, gli altri poco affidabili. Questi altri due ordini rappresentavano un retaggio della quarta e della quinta fila della ormai abbandonata falange oplitica. Triarii, rorarii ed accensi erano organizzati in 3 manipoli di 180 uomini l'uno. Ciascun manipolo era chiamato ordo. Tutta la legione in epoca repubblicana era suddivisa in manipoli (coppie di centurie) e non in coorti come invece avvenne in epoca imperiale. La disposizione in battaglia era a scacchiera e, come detto prima, i velites costituivano la prima fila dello schieramento; armati con armi da lancio e facilitati dall'assenza di armatura avevano il compito di tempestare il nemico con dardi, sassi e lance, ma non di impegnarsi in combattimenti corpo a corpo. Una volta lanciate le loro armi, i velites si ritiravano attraverso i varchi della seconda fila (quella degli hastati) e si schieravano in genere nello spazio tra i principes e i triarii o a sostegno della cavalleria. Una volta compiuta questa operazione, subentravano gli hastati (avanzati attraverso i varchi dei velites). Essi erano armati con un pilum leggero (che veniva lanciato per primo quando il nemico si trovava a distanza di 20 o 30 metri), con un pilum pesante (che veniva lanciato quando il nemico si trovava alla distanza di pochi passi) e, in ultimo, si passava al combattimento alla spada. Se non bastava l'urto degli hastati, avveniva la stessa manovra fatta precedentemente (ritirata degli hastati attraverso i varchi tra i principes e contemporanea avanzata di questi ultimi). I principes (armati allo stesso modo degli hastati) adottavano la stessa tattica, cioè lancio dei due pila e combattimento corpo a corpo. Se anche questo urto non bastava a sconfiggere il nemico, entravano in azione (ma avveniva in casi eccezionali) i triarii, i quali erano armati con una lancia da urto lunga più di 3 metri e entravano in azione a ranghi serrati, quasi disposti a falange. Da qui il detto latino "Res ad Triarii rediit" la cosa è affidata ai triarii per indicare che si gioca l'ultima possibilità di riuscita !
[modifica] Legione all'epoca di Mario
Gaio Mario al fine di arruolare più soldati aprì la legione ai volontari anche se erano nullatenenti, sfruttando al massimo gli alleati italici e ottenendo una grande superiorità numerica rispetto a quella di tanti altri eserciti dell'epoca. Ma il numero non fu il solo punto di forza delle legioni di Roma: il loro addestramento e la loro incrollabile disciplina erano l'invidia del mondo civilizzato. Anche l'armamento subì delle modifiche: fu introdotto lo scudo rettangolare, la lorica segmentata, i pila (giavellotti) e il gladium, una spada corta; fu inoltre omogeneizzato, e pertanto scomparvero le divisioni in Velites, Hastati, Principi e Triarii, ma comparvero gli ausiliari, truppe di supporto ai legionari. Altra grande innovazione di Gaio Mario fu la suddivisione della legione in coorti, di 6 centurie l'una, che quindi formava un unità più solida del manipolo e più maneggevole della legione. Non solo il merito del console di origini popolari fu quello di rendere la figura del legionario una figure professionale e completamente indipendente nell'approvigionamento poichè ogni legionario fu equipaggiato di tutto l'occorrente per provvedere alla propria autonomia durante le lunghe marce. Per altro il legionario era si più autonomo nell'approvvigionamento ma meno agile nei movimenti di marcia , la conseguenza di ciò lo costrinse a trasportare diverse decine di chilogrammi di equipaggiamento che più tardi rientreranno nelle competenze delle salmerie.
[modifica] Legione imperiale
Con Ottaviano Augusto la legione cambiò struttura, aumentando i suoi effettivi fino a 5.120 soldati, essenzialmente fanti ma anche cavalieri (120 per legione). La legione imperiale era divisa in 10 coorti, che al loro interno contavano 3 manipoli oppure 6 centurie. La prima coorte era diversa dalle altre nove ed aveva 5 centurie anziché 6, ma con il doppio di soldati per centuria. La centuria venne ridotta negli effettivi e portata a 80 uomini invece dei 100 dell'epoca repubblicana. Gli ufficiali della legione imperiale erano quindi, partendo dal basso:
- 59 centurioni, di cui il più alto in grado era chiamato primipilaris;
- 1 tribuno al comando della cavalleria, il sexmenstris, in carica 6 mesi;
- 5 tribuni angusticlavii, di ordine equestre, ciascuno al comando di 2 coorti;
- 1 prefetto del campo;
- 1 tribuno laticlavio dell'aristocrazia senatoria;
- 1 legato di legione a cui era affidato il comando della legione: nel caso di più legioni in una stessa provincia vi era un legato d'armata che comandava i legati di legione.
[modifica] Stanziamenti delle legioni romane, 80 d.C.
I generali romani, durante la guerra civile che portò Ottaviano Augusto al potere, formarono le proprie legioni e le numerarono a loro piacere. Quando la guerra terminò, il nuovo Impero ebbe a sua disposizione circa cinquanta legioni. Molte di esse avevano la stessa numerazione (si ebbero infatti più legioni col numero X, ad esempio). Augusto riorganizzò l'esercito, definì il salario dei soldati e la numerazione delle legioni. In questo periodo ci fu un grande numero di legioni Gemina (gemelle), nel caso in cui due legioni venissero unite in un'unica entità.
Questa lista mostra gli stanziamenti delle legioni romane intorno all'anno 80 d.C.:
- Legio IX Hispana: York
- Legio XX Valeria Victrix e Legio II Adiutrix: Chester
- Legio II Augusta: Caerleon
- Legio XXII Primigenia e Legio X Gemina: Nimega
- Legio VI Victrix: Neuss
- Legio XXI Rapax: Bonn
- Legio XIV Gemina: Magonza
- Legio I Adiutrix: presso Magonza
- Legio VIII Augusta: Strasburgo
- Legio XI Claudia: Vindonissa
- Legio XV Apollinaris: Carnuntum
- Legio XIII Gemina: Poetovio
- Legio VII Claudia: Viminacium
- Legio V Macedonica: Oescus (l'odierna Gigen)
- Legio I Italica: Novae (l'odierna Svishtov)
- Legio V Alaudae: presso il Danubio
- Legio IV Flavia Felix: Burnum
- Legio XVI Flavia Firma: Satala
- Legio XII Fulminata: Melitene
- Legio VI Ferrata: Samosata
- Legio IV Scythica: Zeugma
- Legio III Gallica: presso Damasco
- Legio X Fretensis: Gerusalemme
- Legio XXII Deiotariana: Nicopoli
- Legio III Cyrenaica: Coptos
- Legio III Augusta: Lambaesis
- Legio VII Gemina: León
[modifica] Divisione dei compiti
La truppa delle legioni si distingueva principalmente in base al fatto che gli uomini fossero o meno incaricati in attività gravose manuali o fisiche.
I programmi di marcia, di costruzione dell'accampamento, di carregiare, acquedotti, lavori in miniere o cave, le guardie ed oneri vari più la costante partecipazione in altre costruzioni civili, facevano dei legionari delle vere e proprie macchine di costante produzione. Questa politica di continua attività era promossa anche per evitare i rischi che l'abbandono di simili truppe armate avrebbero potuto comportare per la società. In base a questo si possono distinguere quindi due categorie di legionari: gli immunes e i munifex.
Gli immunes erano esenti da fatiche perché specializzati in qualche mestiere tecnico di interesse generale: artigiani, muratori, infermieri, fabbri, costituivano quasi tutta la prima coorte della legione.
I munifex rappresentavano la maggioranza del corpo legionario, non avevano nessun tipo di valore aggiunto e la loro funzione consisteva nè più nè meno nel fare la guerra.
[modifica] Legione tardoimperiale
Gli sviluppi successivi furono vari: col passare degli anni sempre più cittadini delle province extra-italiche divennero legionari (sino a quel momento i legionari provenivano essenzialmente dall'Italia) e molti di essi divennero anche ufficiali; con Settimio Severo i legionari ebbero il permesso di sposarsi; con Gallieno i cavalieri da 120 per legione aumentarono fino a 750 e la legione non venne più comandata da Legati di rango senatorio ma da Prefetti di rango equestre. Dopo la riforma di Costantino I, l'esercito romano venne diviso in Domestici, Scholae, Vexillationes, Auxilia, Legiones (legioni): questi ultimi tre corpi, inoltre, furono divisi in Palatina e Comitatensis. L'organico delle legioni si ridusse a 1500 (millecinquecento) uomini, indebolendone così la struttura. La legione divenne così un'unità come tante e non più l'unità armata d'élite che aveva reso grande l'Impero romano.
[modifica] Voci correlate
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