Leonard Peltier
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Leonard Peltier (nato il 12 settembre 1944) è un attivista nativo-americano che fu arrestato nel 1977 e condannato a due ergastoli per l'omicidio di due agenti dell'FBI. La sua colpevolezza è dubbia.
Indice |
[modifica] La giovinezza
Peltier nacque nella "Anishinabe (Chippewa) Turtle Mountain Indian Reservation" nel Nord Dakota, da una famiglia di 13 fratelli e sorelle. Peltier fece parte del Movimento Indiano Americano (AIM), diventando l'unica persona condannata per gli incidenti alla riserva indiana di "Pine Ridge" all'inizio degli anni '70.
[modifica] Condanna per omicidio
Leonard Peltier venne condannato ed è attualmente incarcerato, per l'omicidio degli agenti speciali dell'FBI, Ronald A. Williams e Jack R. Coler, di 27 e 28 anni, che moririono nel 1975 durante una sparatoria nella Riserva indiana di Pine Ridge. Peltier è in prigione dal 1976. I sostenitori di Peltier credono che venne condannato ingiustamente e illegalmente.
[modifica] Sparatoria al Jumping Bull Ranch
Gli agenti speciali Williams e Coler cercavano un giovane di Pine Ridge di nome Jimmy Eagle, ricercato per essere interrogato in merito all'assalto e rapina in due ranch locali. William e Coler videro e si avvicinarono ad un veicolo corrispondente alla descrizione del furgone in cui Eagle era stato solo pochi giorni prima. All'insaputa degli agenti Peltier e altri erano nel veicolo. All'epoca Eagle era un fuggiasco con un mandato, emesso a Milwaukee, che lo accusava di volo illegale al fine di fuggire alla cattura in seguito al tentato omicidio di un poliziotto fuori servizio di Milwaukee.
Williams trasmise via radio che lui e Coler si trovavano sotto il fuoco di fucili da parte degli occupanti il veicolo ed erano impossibilitati a rispondere al fuoco efficacemente con le loro .38 e i fucili a pompa. L'agente speciale dell'FBI Gary Adams fu il primo a rispondere alla chiamata di Williams e si trovò anch'egli sotto intenso fuoco di fucileria dal ranch Jumping Bull.
L'FBI, il BIA e la polizia locale passarono buona parte del pomeriggio piegati sulla Highway 18, aspettando rinforzi per lanciare un attacco ai fianchi. Alle 2:30 di pomeriggio, un fuciliere della BIA con un gruppetto di uomini colpì uno dei tiratori,Joe Stuntz Kills Right, uccidendolo.
Alle 4:30 del pomeriggio le autorità trovarono i corpi di Williams e Coler presso il loro veicolo e alle 6, tirarono lacrimogeni e penetrarono nel ranch, trovando il cadavere di Kills Right con addosso la giacca da federale di Coler.
Gli altri, dissero poi le autorità, se l'erano svignata dopo la morte di Kills Right, attraversando il White Clay Creek per poi nascondersi in un condotto fognario vicino ad una strada sporca. Mentre la polizia era occupata a prendere di mira il Jumping Bull, il gruppo si mosse verso le colline a sud. Nei giorni seguenti si divisero in piccoli gruppi e si sparsero per il paese, dando il via ad una caccia all'uomo di dimensioni nazionali che durò 8 mesi.
Dopo il conflitto a fuoco, l'FBI disse che Williams era morto a causa di una pallottola che gli aveva perforato la mano per finire in testa, uccidendolo all'istante. Coler, impossibilitato a muoversi da ferite precedenti, è stato colpito due volte alla testa in stile esecuzione. Nel veicolo degli agenti furono trovati 125 fori di proiettile, molti calibro .223 (5.56 mm). Gli agenti dell'FBI conclusero che entrambi erano stati uccisi a breve distanza dalla stessa arma, un fucile calibro .223.
[modifica] Il seguito
Il 5 settembre del 1975, l'arma dell'agente Williams e proiettili delle armi di entrambi gli agenti, furono trovati in un veicolo vicino all'abitazione dove Darrelle Butler fu arrestato.
Il 10 Settmbre del 1975 una station wagon esplose sulla Kansas Turnpike vicino a Wichita e un AR-15 fu poi rinvenuto, insieme al fucile calibro .308 di Coler. L'auto era carica di armi ed esplosivo, che esplosero, sembra accidentalmente, quando si trovarono troppo vicino ad un buco sulla marmitta. Sull'auto erano presenti, tra gli altri,Robert Robideau, Norman Charles, e Michael Anderson, che si diceva fossero complici di Peltier.
Il 9 settembre del 1975 Peltier comprò una station wagon Plymouth a Denver, Colorado. L'FBI diramò la descrizione del veicolo e dell'RV sul quale si pensava stessero viaggiando Peltier e complici. Un poliziotto dell'Oregon fermò i veicoli sulla base della descrizione e ordinò al pilota dell' RV di uscire, che dopo un breve conflitto a fuoco, fuggì a piedi. Le autorità identificarono l'autista come Peltier. L'arma dell'agente Coler fu trovata in una borsa sotto il sedile anteriore del RV, dove le autorità dissero di aver trovato anche l'impronta del pollice di Peltier.
Peltier fuggì poi verso Hinton, Alberta, Canada, dove si nascose nella casa di un amico finché non fu catturato dal Royal Canadian Mounted Police (RCMP). Peltier non era armato al momento dell'arresto.
Al suo processo presso la corte distrettuale degli Stati Uniti a Fargo, Nord Dakota, una giuria trovò colpevole Peltier degli omicidi di Coler e Williams e il giudice confermò la sentenza nell'Aprile del 1977.
=== Irregolarità processuali e risposta===
Ci sono stati interrogativi in merito all colpevolezza di Peltier ed alla giustizia del processo. Diverse osservazioni sono state fatte da chi credeva all'innocenza di Peltier e tutte sono state contrastate dall'FBI:
- Un agente dell'FBI che testimoniò che gli agenti seguivano un pickup sulla scena del crimine (veicolo che non può essere collegato a Peltier) è accusato di aver poi cambiato la sua versione per descrivere un furgone bianco e rosso, un veicolo simile a quello che Peltier guidava.
Inoltre, visto che nel 1975 l'FBI non registrava le conversazioni radio, c'è una discrepanza irrisolta tra gli Agenti circa il dubbio che Williamson avesse detto di inseguire "un camioncino bianco e rosso" o un "pickup bianco e rosso."
- Three teenaged Native American witnesses testified they saw Peltier approach the slain officers' vehicle, but they later alleged that the FBI had threatened and forced them to testify. The FBI answered that witnesses' testimony was in any case not necessary for conviction.
- An FBI ballistics expert testified that a shell casing found near the dead agents' bodies matched the gun tied to Peltier. Critics argued that an FBI teletype stating the firing pin of the recovered weapon did not match the shell casings proved that Peltier’s weapon was not the murder weapon. It was counter-argued in testimony by the FBI that although the marks from the firing pin did not match those on the casing, the firing pin had probably been replaced after the murders, and that the marks made by the rifle’s extractor were an exact match to the recovered weapon.
[modifica] Post-trial debate and developments
Peltier is considered a political prisoner by some of his supporters and has received support from many individuals and groups, including Nelson Mandela, Rigoberta Menchu, Amnesty International, the U.N. High Commissioner on Human Rights, Tenzin Gyatso (the 14th Dalai Lama), the European Parliament, the Kennedy Memorial Center for Human Rights, and Rev. Jesse Jackson.
The case for a Peltier pardon has been two-fold. One argument asserts his innocence, and that he variously had no knowledge of the murders (as he told CNN in 1999), that he has knowledge implicating others which he will never reveal, or (as told in In the Spirit of Crazy Horse) that he approached and searched the agents but did not execute them. Another argument holds that the killings (no matter who committed them) occurred during a war-like atmosphere on the reservation in which FBI agents were terrorizing residents in the wake of the Pine Ridge standoff in 1972.
Near the end of President Bill Clinton's presidency in 2000, rumors began circulating that he was considering granting Peltier clemency. This led to a campaign against the possibility, culminating in a protest outside the White House by about five hundred FBI agents and their families, and a letter opposing clemency from then FBI director Louis Freeh. Clinton did not grant Peltier clemency, some speculate this was at least partially due to the pressure from these protests.
In 2002, Peltier filed a civil rights lawsuit in the U.S. District Court for the District of Columbia against the FBI, Louis Freeh, and a long list of FBI agents who had participated in the campaign against his clemency petition, alleging that they "engaged in a systematic and officially sanctioned campaign of misinformation and disinformation." On March 22, 2004, the suit was dismissed. [1]
No consensus has ever been reached regarding the events on Pine Ridge in 1975, even in and among Native-American communities. News from Indian Country publisher Paul Demain wrote in 2003 that an "unnamed delegation" with knowledge of the incident told him, "Peltier was responsible for the close range execution of the agents..." [2]
DeMain described the delegation as "grandfathers and grandmothers, AIM activists, Pipe Carriers and others who have carried a heavy unhealthy burden within them that has taken its toll."
DeMain also suggested a cover-up of Peltier's role in the agents' deaths led to the execution of AIM activist Anna Mae Pictou Aquash, for whose murder two other AIM members were indicted in 2002.
Peltier launched a libel lawsuit against Demain in 2003, but withdrew the suit shortly afterwards when Demain wrote a retraction.
[modifica] Political Career
Peltier was the candidate for the Peace and Freedom Party in the 2004 Presidential race. (Although prison inmates convicted of felonies are prohibited from voting in all states in the United States except for Maine and Vermont [3], the United States Constitution has no prohibition against felons being elected to Federal offices including President.) The Peace and Freedom Party secured ballot status for Peltier only in California, where his presidential candidacy received 27,607 votes [4], approximately 0.2% of the vote in that state and approximately 0.02% of the nationwide vote.
[modifica] Collegamenti esterni
- Official International Leonard Peltier Defense Committee Website
- FreePeltier.org
- Peltier's 2002 Parole hearing
- No Parole Peltier Association
- Documents from Leonard Peltier's FBI File
- Federal Bureau of Investigation, Minneapolis Division: Leonard Peltier Case
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