Nimrod
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Nimrod o Nemrod, personaggio biblico, secondo la Genesi 10,8-12, era figlio di Kus o Etiopia, figlio di Cam, figlio di Noè. Era inoltre grande cacciatore e fu il primo fra gli uomini a costituire un potente regno. Il nucleo iniziale del regno fu Babele, insieme ad alcune altre città, ma poi si spostò ad Assur dove fondò Ninive.In seguito si sposo' con la propria madre Semiramide, la quale dopo la sua morte dichiaro' che egli era diventato il dio sole Baal. Secondo alcuni ebrei Nimrod venne ucciso da Esau', figlio di Isacco e fratello di Giacobbe.
[modifica] Nimrod e la torre di Babele
Genesi non fa altri riferimenti a Nimrod, ma forse il fatto che il suo regno fosse inizialmente attorno a Babele, e probabili notizie riferite da fonti andate perdute, hanno contribuito ad attestare la tradizione che gli attribuisce l'idea di costruire la torre di Babele.
Secondo Genesi 11,1-4, gli uomini, contravvenendo al disegno divino che voleva che popolassero l'intera Terra, decisero di fermarsi tutti in un luogo: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Per aver voluto restare uniti in un solo luogo, piuttosto che per il tentativo di "toccare il cielo", vennero puniti con la confusione delle lingue che, secondo Genesi 11,9, è anche all'origine del nome Babele.
[modifica] Nimrod nella Divina Commedia
L'associazione fra Nimrod e la torre di Babele, pur non affermata in Genesi, era ampiamente consolidata al tempo di Dante. Egli, infatti, nella Divina Commedia, incolpa esplicitamente Nimrod (che egli chiama però Nembrot) di aver causato la confusione delle lingue. Per esemplare contrappasso, Nembrot è punito con l'impossibilità di comunicare, parlando un linguaggio comprensibile solo a lui, e non potendo comprenderne altri.
Nel Canto XXXI dell'Inferno, Virgilio risponde alle incomprensibili parole di Nembrot (Raphèl maì amècche zabì almi) con parole altrettanto incomprensibili per Nembrot, chiamandolo "anima confusa". Poi dice a Dante:
... questi è Nembrotto, per lo cui mal coto
pur un linguaggio nel modo non s'usa.
Lasciànlo stare, e non parliamo a vòto,
ché così è a lui ciascun linguaggio
come 'l suo ad altrui, ch'a nullo è noto.