Palla Strozzi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Palla di Onorio Strozzi (Firenze 1372 - Padova 8 maggio 1462) fu un banchiere, uomo politico, letterato, filosofo e filologo italiano.
Grazie alla ricchezza accumulata nelle ultime generazioni dalla sua famiglia degli Strozzi, il padre poté far istruire il figlio da letterati ed umanisti, e grazie all'interesse e all'intelligenza, Palla divenne di fatto uno dei più fini uomini di cultura fiorentini del suo tempo. Collezionista di libri rari e conoscitore del greco e del latino, si trovò già sessantenne invischiato nell'opposizione strenua contro Cosimo de' Medici
Cosimo il Vecchio infatti era l'uomo che per la prima volta si era di fatto preso tutto il potere cittadino, grazie a un sistema di clientelismo con uomini chiave alla guida degli uffici della Repubblica fiorentina. Davanti a Cosimo solo due strade erano possibili: allearcisi accettando un ruolo da subordinati o scontrarcisi frontalmente, e Palla, dall'alto della sua ricchezza e fiero della propria cultura, fu a capo della fazione antimedicea assiema a un altro oligarca indomabile, Rinaldo degli Albizi.
In un primo momento la fortuna arrise alla sua fazione, riuscendo ad ottenere prima l'incarcerazione di Cosimo, poi la dichiarazione del medesimo come magnate, cioè tiranno, ed il suo conseguente esilio dalla città (1433). L'obiettivo dello Strozzi comunque non era tanto l'eliminazione di un avversario, ma la restaurazione della libertas fiorentina e in questo è diverso dall'alleato Rinaldo degli Albizi.
Intanto Cosimo mandava già segni di prepararsi a un rientro, che avvenne puntuale al combio di governo con il veloce avvicendamendo dei gonfalonieri, meno di un anno dopo la partenza da Firenze.
Tra i primi provvedimenti vi è proprio la vendetta sugli avversari, con l'esilio delle famiglie degli Albizi e degli Strozzi, e in questo Cosimo fu favorito anche dall'appoggio popolare che lui e la sua casata si erano saputi conquistare.
Nel 1434 quindi lo Strozzi parte per Padova, dove si preparava per un rientro che non avvenne mai. La sua casa di Padova, nella quale egli visse una seconda giovinezza, fu un ritrovo di artisti e letterati, nel periodo d'oro quando la città veneta era uno dei centri culturali più notevoli della penisola italiana, per certi risultati artistici più importante della stessa Firenze ( si pensi ai capolavori lasciati proprio da due fiorentini come Giotto o Donatello).
Lasciò la sua raccolta di libri rari, arricchita ulteriormente durante il suo soggiorno padovano, al monastero di Santa Giustina. Morì nel monastero delle Canonichesse di Betlemme di Padova l' 8 maggio 1462.
Dalla moglie Maria Strozzi, sua lontana parente, ebbe undici figli: Lorenzo (1404-1452), Onofrio (1411-1452), Nicola detto Tita (1412-?), Gianfrancesco (1418-1468 circa), Carlo, Bartolomeo, Margherita, Lena (nata nel 1449), Ginevra, Jacopa (moglie di Giovanni di Paolo Rucellai) e Tancia.
In tarda età si sposò con una figlia di Felice Brancacci, che lo seguì a Padova. Fu anche committente di Gentile da Fabriano, al quale fece dipingere l'Adorazione dei Magi per la sua cappella nella chiesa di Santa Trinita, oggi agli Uffizi.
I suoi discendenti si stabilirono in seguito a Ferrara e diedero origine al ramo ferrarese degli Strozzi.
Storia | Portale Storia | Categoria:Storia |
Preistoria | Storia antica | Storia medievale | Storia moderna | Storia contemporanea | Storia militare | |
Aiutaci partecipando al Progetto Storia e/o ampliando uno stub di storia! -- Scrivi alla Taberna Historiae |