Paul de Man

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Paul de Man (Anversa, Belgio, 1919 - New Haven, Connecticut, Stati Uniti, 21 dicembre 1983), nipote del controverso uomo politico Hendrik de Man, è stato giornalista, critico letterario e docente universitario.

Indice 1 Biografia 2 Bibliografia 2.1 Opere di Paul de Man 2.2 Bibliografia critica in italiano 2.3 Collegamenti esterni

[modifica] Biografia

Paul de Man visse in Belgio la prima parte della propria vita. Nel 1948 si trasferì per motivi economici negli Stati Uniti, dove intraprese la carriera dell'insegnamento universitario, divenendo uno dei maggiori esponenti della cosiddetta Scuola di Yale (Yale Critics), un gruppo di teorici della letteratura fortemente influenzati dalle idee di Jacques Derrida e del decostruzionismo.
Le sue sottili analisi di testi letterari e filosofici (Marcel Proust, Reiner Maria Rilke, Jean-Jacques Rousseau, Friedrich Nietzsche, Maurice Blanchot, Walter Benjamin, Michail Bachtin, etc.), che si concentrano sulla tensione che esiste nei testi scritti fra grammatica e retorica e la conseguente impossibilità della lettura, sono scritte in un linguaggio spesso criptico ed ellittico e hanno suscitato reazioni diverse. Nel corso degli anni 1980 la sua influenza sugli studi letterari statunitensi è andato sempre più aumentando, estendendosi anche in alcuni settori della critica europea.
Nel 1988, cinque anni dopo la sua morte, Paul de Man fu al centro di un acceso dibattito, scaturito dalla pubblicazione dei suoi articoli giovanili di critica letteraria, pubblicati tra il 1940 e il 1942 (quando il Belgio era occupato dalle forze naziste germaniche) su due quotidiani collaborazionisti. Alla lettura attenta dei testi, al di là delle effettive responsabilità, emerge comunque la non compromissione di Paul de Man con la politica e l'ideologia del nazismo (soprattutto per quanto riguarda l'antisemitismo), né negli articoli giovanili (dei quasi quattrocento articoli giovanili, due hanno un tono antiebraico) né nella successiva produzione.

[modifica] Bibliografia

[modifica] Opere di Paul de Man

• 1971 Blindness and Insigth: Essays in the Rhetoric oc Contemporary Criticism, Oxforf University Press, New York, 1971; edizione accresciuta, University of Minnesota Press, Minneapolis, 1983. Trad. it. di E. Saccone, Cecità e visione. Linguaggio letterario e critica letteraria, Liguori, Napoli, 1975.
• 1979 Allegories of Reading: Figural Language in Rousseau, Nietzsche, Rilke, and Proust, Yale University Press, New Haven, 1979. Trad. it. di E. Saccone, Allegorie della lettura, Einaudi, Torino, 1997.
• 1984 The Rhetoric of Romanticism, Columbia University Press, New York, 1984.
• 1986 The Resistance to Theory, University of Minnesota Press, Minneapolis, 1986.
• 1988 Critical Writings, 1953-1978, University of Minnesota Press, Minneapolis, 1988.
• 1988 Wartime Journalism, 1939-1943, University of Nebraska Press, Lincoln-London, 1988.
• 1993 Romanticism and Contemporary Criticism, The Gauss Seminar and Other Papers, The Johns Hopkins University Press, Baltimore-London, 1993.
• 1997 Aesthetic Ideology, University of Minnesota Press, Minneapolis, 1997.

[modifica] Bibliografia critica in italiano

• 1982 Jonathan Culler, On Deconstruction: Theory and Criticism after Structuralism, Cornell University Press, Ithaca-London, 1982. Trad. it. di S. Cavicchioli, Sulla decostruzione, Bompiani, Milano, 1988.
• 1986 Jacques Derrida, Memoires for Paul de Man, Columbia University Press, New York, 1986. Trad. it. di G. Borradori e E. Costa, Memorie per Paul de Man, Jaca Book, Milano, 1995.
• 1986 Fabrizio Bagatti, Simbolo allegoria e retoricità in Paul de Man, in 'L'ombra d'Argo', 9, III, 1986, pp. 142-156
• 1993 Guido Guglielmi, Paul de Man e le aporie della lettura, in La parola del testo. Letteratura come storia, il Mulino, Bologna, 1993, pp. 121-151.
• 1997 Eduardo Saccone, Pratica e teoria della lettura, introduzione a Paul de Man, Allegorie della lettura, cit.
• 1998 Stefano Rosso, Tra grammatica e retorica, in 'L'indice dei libri del mese', 5, maggio 1998.

[modifica] Collegamenti esterni

Johns Hopkins Guide to Literary Theory
Intervista del 4 marzo 1983 a Stefano Rosso