Pier della Vigna
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Pier della Vigna o delle Vigne (Capua 1190 ca. - Toscana 1249), uomo politico e letterato del Regno di Sicilia. Iniziò la sua carriera nel 1220 come notaio al servizio dell'imperatore Federico II. Nel 1225 divenne giudice della Magna Curia in qualità del quale gli vennero affidate diverse missioni diplomatiche. La sua carriera proseguì con la nomina nel 1247 a pronotario della corte capo della cancelleria imperiale) e logoteta (funzionario preposto al bilancio ed ai conti) finché non fu arrestato a Cremona nel febbraio del 1249. I motivi dell'arresto non sono mai stati chiariti e misteriosa rimane anche la morte avvenuta a Pisa o a San Miniato dove era detenuto.
Pier della Vigna è noto soprattutto per essere citato nella Divina Commedia precisamente nel XIII canto dell'Inferno. Dante Alighieri, ponendolo nella selva dei suicidi, lo assolve dall'accusa di aver tradito l'imperatore.
Pier della Vigna è considerato il massimo esponente della prosa latina medievale, la sua opera più nota è l'Epistolario latino nel quale applica i precetti della retorica delle artes dictandi. Ha dato un contributo anche allo sviluppo del volgare di scuola siciliana con alcune canzoni, anche se solamente due sono a lui attribuibili con certezza, ed un sonetto di corrispondenza con Jacopo da Lentini e Jacopo Mostacci sulla natura dell'amore.
Capiscuola: Federico II · Giacomo da Lentini |
Altri autori: Ruggieri d'Amici · Odo delle Colonne · Rinaldo d'Aquino · Arrigo Testa · Guido delle Colonne · Pier della Vigna · Stefano Protonotaro · Mazzeo di Ricco · Jacopo Mostacci · Percivalle Doria · Re Enzo · Giacomino Pugliese · Cielo d'Alcamo · Tommaso di Sasso · Giovanni di Brienne · Compagnetto da Prato · Paganino da Serzana |
Manoscritti: Vaticano Latino 3793 · Laurenziano Rediano 9 |
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