Pokémon Colosseum
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''''POKEMON COLOSSEUM SVILUPPATORE: Genius Sonority[1] EDITORE: Nintendo[2] DISTRIBUTORE: Nintendo[3] VERSIONE: Nintendo Gamecube (PAL) LINGUA: italiano GIOCATORI: 1-4
UN BRAND DA SFRUTTARE, COME? Sin dai primi passi mossi a Kanto si capiva che Pokèmon sarebbe stato uno dei migliori giochi Nintendo di sempre. Per molti semplici motivi questi piccoli mostriciattoli incantarono milioni di bambini davanti al piccolo schermo monocromatico del Game Boy. Se da un lato c’è chi si divertiva, dall’altro c’è chi contava gli incassi pervenuti non solo dai videogiochi targati pokèmon, ma anche da una serie animata e dai lungometraggi: questo uomo non era altri che Hiroshi Yamauchi, presidente di Nintendo all’epoca. Era quasi scontato che prima o poi questo brand così redditizio sarebbe approdato su Nintendo 64; scontato invece non fu il prodotto che ne uscì, non un avventura, ma bensì un videogame attraverso il quale far combattere i pokemon catturati negli episodi Rosso e Blu all’interno di arene tridimensionali. Pokemon Stadium (questo il nome del gioco) ebbe un successo immediato in Giappone e nel resto del mondo, tanto che sono stati prodotti due seguiti di questo gioco. Nonostante questo successo casalingo per i pokèmon ben presto Nintendo decise di realizzare un avventura tridimensionale su Gamecube, affidandone lo sviluppo a un nuovo team di sviluppo staccatosi da una costola di Game Freak: Genius Sonority. La loro esperienza in materia pokemon era molto elevata, ma al loro primo progetto avevano davanti una sfida molto difficile: trasportare il marchio pokemon sulla console a 128 bit Nintendo senza deludere i fans e accogliendo verso questo marchio nuovi giocatori. Spesso da sfide così difficili escono fuori giochi con qualità sopra la media. Questo è uno di quei casi?
UN’AVVENTURA DIVERSA DAL SOLITO Pokemon colosseum si apre con una notevole serie di opzioni divise in due parti: da una parte la modalità scenario, lo story mode in sostanza, dall’altra c’è il battle mode, eredità di pokemon stadium. In questa recensione mi concentrerò principalmente sulla modalità scenario, analizzando infine brevemente la modalità battaglia, rimasta sostanzialmente immutata da pokèmon stadium. L’avventura si apre con un esplosione a quello che sembra un laboratorio sperduto nel deserto, un ragazzo che lascia questo edificio in fiamme e raggiunge una strana locomotiva sperduta nel deserto su una ipertecnologica motocicletta insieme ai suoi due pokemon: un esemplare di umbreon e uno di espeon. Raggiunta questa locomotiva viene a conoscenza del furto di una misteriosa macchina chiamata cleptatrice in grado di catturare i pokemon ombra. Da questi presupposti narrativi incomincia il gioco. E’ palese come l’inizio sia totalmente differente da una qualsiasi altra avventura pokemon: tanto per cominciare non c’è il solito viaggio del solito moccioso, ma un vero e proprio ragazzo dal passato oscuro e dal viso poco rassicurante. Genius Sonority ha impostato molti spunti interessanti per sviluppare una trama ben congeniata, elemento rimasto molte volte in disparte nelle avventure pokemon. Se inizialmente il gioco presenta molti e interessanti sviluppi narrativi rendendo interessanti le scorribande attraverso i villaggi della regione di Auros, ben presto (già alla seconda città!) la storia diventa di una banalità e di una linearità impressionante. Niente più colpi di scena, mediocrità totale; le due rivelazioni verso la fine del gioco non bastano a dimenticare la noia di una trama piatta e privi di significativi colpi di scena
ASPETTI DA DIMENTICARE? Il lato tecnico non è dei migliori, con alti e bassi in diversi settori. Il sonoro presenta motivetti molto orecchiabili che si sanno imprimere discretamente nella mente del giocatore, seppur non brillano per una particolare originalità. L’ispirazione è chiaramente verso gli episodi della serie regolare, sebbene spesso vengono riarrangiati con melodie più moderne appartenenti a genere come il rock e il pop, sebbene ciò non sia così esplicito. Non brillano invece in particolare gli effetti sonori che rimangono fedeli agli episodi usciti su Game boy: stiamo parlando di semplici suoni al completamento di piccoli enigmi, “grugniti” quando i pokèmon effettuano l’ingresso sul terreno di battaglia e simpatici versetti quando le creature effettuano gli attacchi. Se il lato sonoro è discreto e convince sebbene non raggiunge qualità elevate, lo stesso discorso non può essere fatto per ciò che concerne il lato grafico. A osservare il videogioco sullo schermo il giocatore prova emozioni contrastanti, che analizzo immediatamente. Si notano già al primo scontro gli splendidi modelli 3D dei Pokemon, perfetti in ogni dettaglio, con colori molto azzeccati e vivaci. Le animazioni dei pokèmon in battaglia sono da applausi in grado di sottolineare al meglio il carattere del pokèmon coinvolto. Se le animazioni e in generale l’aspetto grafico legato ai mostriciattoli di GemeFreak è molto buono, se non ottimo, ciò che penalizza in modo impressionante a livello grafico il prodotto di Genius Sonority sono l’ambientazioni, la grafica dei personaggi e soprattutto i colori utilizzati per colorare l’arido mondo di Auros. Se nei capitoli portatili, in particolare rubino e zaffiro, la grafica è colorata e semplice, colosseum vuole in tutti i modi proporre una grafica “adulta” adatta a una console con hardware a 128 bit. E proprio in questo ultimo obiettivo colosseum fallisce miseramente, proponendo scenari spogli e colori spenti. Già all’inizio del gioco si percepisce una “bruttezza” generale negli scenari e nei colori troppo spogli, privi di atmosfera e personalità, giunti a Sulfuria (la seconda cittadina che incontriamo nel gioco) è d’obbligo mettersi le mani nei capelli. Non solo la grafica è orrenda, ma quel colore marrone è troppo spento. La situazione non accenna poi a migliorare presentando una varietà grafica a dir poco misera, i colori spenti fanno da padrone per tutto il corso dell’avventura. Non si salvano nemmeno i personaggi, anch’essi troppo spogli graficamente, con espressioni facciali praticamente inesistenti. Imbarazzanti poi i primi piani della nostra compagna di avventura… Le animazioni del personaggio principale e dei PnG sono assolutamente neutre, a volte inesistenti, quasi irreali. Di certo molti dettagli grafici non possono essere stati dettati dalla voglia degli sviluppatori di preservare lo stile grafico della serie, dato che è palese la voglia di staccarsi, almeno a livello grafico, dagli standard dei capitoli apparsi su Game Boy, proponendo un comparto grafico innovativo per la serie.
UN NUOVO GAMEPLAY… Genius Sonority nel portare i Pokèmon su Gamecube ha deciso di cercare di rinnovare il gameplay proponendo gli inediti pokemon ombra. I pokèmon ombra sono pokèmon rubati ai propri allenatori ai quali è stato imprigionato il cuore, divenendo in questo modo malvagi. Lungi dall’essere una semplice idea inerente alla trama, diventa ben presto uno dei motivi perché pokèmon colosseum è così rivoluzionario. Nella regione di Auros infatti non esistono pokèmon selvatici e questo sono convinto può far desistere i fan della serie ad acquistare il presente gioco; tuttavia questa caratteristica del gameplay riesce nel compito di svecchiare un gameplay che cominciava a presentare i primi segni del tempo. In sostanza attraverso la cleptatrice, macchina il cui utilizzo è stato accennato in apertura, è possibile catturare i pokèmon in possesso degli altri allenatori; in seguito attraverso i combattimenti i pokèmon possono purificare il loro cuore mediante una barra che con il passare del tempo si svuota. Una volta che il cuore è stato purificato il pokèmon cessa di essere un pokèmon ombra e diventa a tutti gli effetti una creatura normale, perdendo in questo modo tutti i difetti che possedeva mentre era nel “lato oscuro”. Un pokèmon ombra infatti non può guadagnare punti esperienza e di conseguenza non può evolversi, in alcune occasioni può entrare in iperstato, non potendo di conseguenza attaccare e infine risulta molto difficile il suo addestramento dato che inizialmente possiede solo la mossa ombraraffica. Sembra complicato, ma in realtà non lo è molto…E’, però, complicato catturare tutti e 40 i pokèmon ombra (alcuni possono essere incontrati esclusivamente due volte durante l’intera avventura!) e purificarli, aumentando in questo modo di non poco la longevità. Il sistema relativo ai pokèmon ombra è molto interessante e implementato bene nella struttura di gioco, anche se a tratti risulta macchinoso; nonostante ciò non è così immediato e innovativo come molti si aspettano, anzi non raggiunge in modo assoluto la complessità e la perfezione del gameplay “originale”. E’ stato (per fortuna, mi permetto di aggiungere!) conservato il sistema di combattimento a turni in tutte le sue sfumature, sebbene sia limitato agli scontri 2 contro 2 nella modalità avventura. L’esplorazione delle città e dei dungeon sono molto semplici e parecchio intuitive, anche se si differenziano rispetto agli episodi portatili soprattutto per la diversità degli edifici, la grandezza e la planimetria molto più labirintica (specialmente nel villaggio Sofo). Inesistente invece il ruolo della vostra comprimaria nell’avventura, limitato a qualche accenno nella trama e all’identificazione dei pokèmon ombra. I comandi sono molto semplici e immediati ricalcando fedelmente quelli di ogni episodio della serie apparsa su Game Boy.
MOLTE MODALITA’, LONGEVITA’ ELEVATA? La modalità avventura è completabile in circa venti ore, troppe considerando che circa da metà avventura l’originalità inizia a scarseggiare e sale la noia. Purificare tutti i pokèmon ombra richiederà molto più tempo, aumentando la longevità del titolo. Una volta terminato il gioco, infatti, i Pokèmon ombra purificati potranno essere trasferiti nelle cartucce di Rubino - Zaffiro-Smeraldo - Rosso Fuoco-Verde Foglia; caratteristica da non sottovalutare dato che alcuni pokèmon non sono presenti in alcune versioni oppure sono estremamente rari. Per quanto riguarda la difficoltà si può affermare che rimane sempre costante e si attesta su livelli medio-facili Parallelamente alla modalità avventura, si trova la modalità battaglia, eredità di pokèmon stadium, ricolma di modalità in singolo o in multiplayer. E’ possibile affrontare una serie di allenatori utilizzando i pokèmon catturati nelle versioni portatili oppure quelli presenti nella modalità avventura di colosseum, scalare il monte lotta sul quale sono presenti 100 allenatori di livello crescente oppure sfidare i pokèmon degli amici all’interno di arene tridimensionali. La carne al fuoco è molta ed è poco saggio considerare la modalità battaglia una sezione secondaria rispetto alla modalità scenario considerate le ore di divertimento extra che è in grado di regalare! La longevità dunque è a livelli molto elevati per via del numero molto elevato di opzioni selezionabili e in grado di soddisfare sia i giocatori alla prima avventura pokèmon sia coloro che ormai i pokèmon li hanno stragiocati in tutte le salse.
GIOCABILITA’: 8 La perfezione del gameplay pokèmon infarcito di nuove meccaniche. Perde un po’ di immediatezza. Trama assolutamente inesistente. GRAFICA: 7 L’aspetto più controverso e più difficile da valutare. Perfette le animazioni dei pokèmon, orrendi gli scenari di gioco. SONORO: 7 Canzoni orecchiabili, ma nulla di più. Effetti sonori nella norma LONGEVITA’: 8 Una valanga di modalità e una storia abbastanza lunga. Può però annoiarvi nel giro di pochi giorni…
GLOBALE: 7