Prassitele
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Prassitele fu uno scultore greco vissuto in età ellenistica ed attivo tra il 375 ed il 330 a.C.
Figlio di un altro scultore, Kephisodotos il Vecchio, Prassitele fu autore di opere memorabili, ancora copiate dai Romani, in età imperiale.
La peculiarità dell'arte prassitelica sta nella dolcezza del modellato delle sue statue marmoree, caratterizzate da una sorta di malinconia, pigrizia ed abbandono delle figure.
I suoi personaggi non sono più i saldi ed equilibrati eroi del passato, ma dèi giovani, sfiniti, umanizzati.
Il baricentro della figura si sposta su un lato, mettendo la figura rappresentata in una posizione di riposo.
In molti casi, l'eroe o il dio è appoggiato ad un tronco o ad una colonna, come se non avesse più le forze per sostenersi da solo in piedi.
Quindi, rispetto al Doriforo di Policleto (V secolo a.C.), maestro d'equilibrio, si è di fronte ad un mutamento essenziale, che caratterizzerà la nuova tendenza artistica.
Opere celebri di Prassitele furono la Venere Cnidia, il primo nudo femminile della storia, Hermes con Dioniso, l'Apollo Sauroctono, l'Apollo citaredo, una testa di Afrodite, Satiro a riposo, ed altre ancora.
Di molte di esse non si conservano più gli originali, andati perduti, ma si sono conservate copie di età romana.
Tradizionalmente si riconosce l'unico originale del maestro proprio nella statua di Hermes con Dioniso fanciullo, opera datata al 340 a.C. e ritrovata, grazie ad un riferimento presente nell'opera di Pausania il Periegeta, nel tempio di Hera ad Olimpia durante una campagna di scavo tedesca. L'analisi stilistica condotta sulla scultura, compiuta in particolare da Carl Blümel, propose però dubbi significativi rispetto alla sua presunta originalità. Fu evidenziato infatti come la lavorazione di alcune parti della figura, in particolare la schiena, presupponesse l'uso di strumenti di lavorazione inusuali per l'epoca.