Rosa Luxemburg
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Rosa Luxemburg (5 marzo 1871 - 15 gennaio 1919), esponente politica, teorica socialista e rivoluzionaria.
Rosa Luxemburg nacque a Zamość vicino alla città di Lublino, attualmente in Polonia, da una famiglia ebraica. Dopo essere fuggita in Svizzera per evitare la detenzione, frequentò l'Università di Zurigo assieme ad altre figure di spicco del socialismo, come Anatoli Lunacharsky e Leo Jogiches. Contro il nazionalismo del "Partito Socialista Polacco" (PPS) creò, nel 1893, assieme a Leo Jogiches e Julian Marchlewski la rivista "Sprawa Robotnicza" (La causa dei lavoratori). Credeva che l'indipendenza della Polonia sarebbe stata possibile solo tramite una rivoluzione in Germania, Austria e Russia, e che la lotta contro il capitalismo era più importante dell'indipendenza. Negò il diritto di autodeterminazione delle nazioni, in disaccordo con Lenin.
Nel 1897 ottenne la cittadinanza tedesca e l'anno successivo aderì al Partito Socialdemocratico.
Il Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), cui Rosa si iscrisse, era, prima del 1914, il più forte partito socialista d'Europa e il suo segretario Karl Kautsky era considerato l'erede e il continuatore di Marx ed Engels, il detentore e il custode della autentica dottrina marxista, del marxismo più "puro" ed ortodosso.
È a fianco di Kautsky che Rosa Luxemburg conduce la polemica con i riformisti, quando nel suo scritto intitolato Riforma sociale o rivoluzione? (1899) prende risolutamente posizione per il secondo termine dell'alternativa.
Nella sua difesa del marxismo "classico" contro il revisionismo riformista, Rosa introduce però alcune importanti note personali: interamente suo è l'accento sulla creatività delle masse, sulla loro spontaneità rivoluzionaria che i dirigenti del partito operaio non devono né forzare, né reprimere o bloccare in una "camicia di forza burocratica". Per Rosa, il compito del partito è quello di indicare la via, ma l'iniziativa storica non spetta a lui, bensì alle masse: anche i passi falsi di un reale movimento operaio sono storicamente più utili dell'infallibilità del miglior comitato centrale.
Fece parte del fronte pacifista all'inizio della prima guerra mondiale e assieme a Karl Liebknecht, nel 1915, creò il gruppo Internazionale, che sarebbe diventato in seguito la Lega Spartachista. Questa fece parte in un primo tempo del Partito Socialdemocratico e poi del Partito Socialdemocratico Indipendente, prima di divenire il nucleo del Partito Comunista Tedesco.
Il 28 giugno 1916 la Luxemburg, assieme a Karl Liebknecht, venne arrestata dopo il fallimento di uno sciopero internazionale e condannata a due anni di reclusione. Durante questo periodo scrisse diversi articoli, compreso La Rivoluzione Russa, che fa riferimento al pericolo di una dittatura bolscevica in Russia, e anche il cosiddetto «pamphlet Junius», che contiene l'espressione socialismo o barbarie, che sta ad indicare che in futuro gli unici esiti possibili saranno l'instaurazione della società socialista o la barbarie.[1]
Sullo stesso argomento è notevole la breve opera, pubblicata postuma, La rivoluzione russa. Un esame critico (recentemente ripubblicata in italiano in un'edizione a cura di R. Massari, Bolsena 2004).
In questo scritto la Luxemburg esalta il coraggio dei bolscevichi che in condizioni difficilissime, quasi disperate, hanno osato lanciare la parola d'ordine dell'insurrezione, e contrappone questo coraggio alla pusillanimità dei socialdemocratici tedeschi che si sono resi complici del militarismo del loro governo.
Per Rosa, l'unica possibilità di salvezza per la rivoluzione russa è che il proletariato europeo, stimolato dall'esempio dei russi, si sollevi a sua volta: non solo non è possibile realizzare una società socialista in un solo paese, per di più arretrato come la Russia, ma la situazione di isolamento e di difficoltà oggettiva in cui si trovano i bolscevichi li costringe, secondo la Luxemburg, a commettere degli errori, ad attuare delle misure che non vanno in direzione del socialismo.
Rosa Luxemburg critica in particolare l'abolizione delle libertà democratiche: senza libertà di stampa, senza diritto d'associazione e di riunione, la rivoluzione non può andare avanti, perché questi diritti sono uno strumento indispensabile per l'auto-educazione politica delle masse popolari. I bolscevichi hanno istituito i Soviet come organismo rappresentativo delle masse lavoratrici: "ma col soffocamento della vita politica in tutto il paese - scrive Rosa - anche la vita dei soviet non potrà sfuggire a una paralisi sempre più estesa. Senza elezioni generali, libertà di stampa e di riunione illimitata, libera lotta d'opinione in ogni pubblica istituzione, la vita si spegne, diventa apparente e in essa l'unico elemento attivo rimane la burocrazia". Rosa Luxemburg condivide il principio della dittatura del proletariato, ma per lei "questa dittatura deve essere opera della classe, e non di una piccola minoranza di dirigenti in nome della classe".
Nel 1918 si oppose alla cosiddetta Sollevazione Spartachista perché la riteneva avventurista, e alla formazione del Partito Comunista Tedesco perché prematura. All'alba della "Rivolta di Gennaio", il 15 gennaio 1919, venne rapita e in seguito assassinata, assieme a Liebknecht, dai soldati dei cosiddetti Freikorps, agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert.
Nel 1926, a lei e a Liebknecht venne dedicato un monumento di Ludwig Mies van der Rohe.
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