San Bonaventura da Bagnoregio
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Giovanni Fidanza (Bagnorea, oggi Bagnoregio, 1217/1221 circa - Lione, 1274) è stato un religioso cristiano e un filosofo italiano, meglio conosciuto con il nome di Bonaventura (assunto probabilmente quando divenne frate francescano) o Bonaventura da Bagnoregio. Soprannominato "Doctor Seraphicus, insegnò all'Università di Parigi e fu amico di San Tommaso d'Aquino.
Vescovo e cardinale, dopo la morte venne canonizzato e proclamato Dottore della Chiesa. È considerato il maggiore biografo di San Francesco d'Assisi, e alla sua biografia - la "Legenda maior" - si ispirò Giotto da Bondone per il ciclo delle storie sul santo di Assisi.
Per diciassette anni - dal 1257 - fu ministro generale dell'Ordine Francescano, del quale è ritenuto uno dei padri. Sotto la sua guida furono pubblicate le "Costituzioni narbonesi", su cui si basarono tutte le successive costituzioni dell'Ordine.
La visione filosofica di Bonaventura partiva dal presupposto che ogni conoscenza derivi dai sensi: l'anima conosce Dio e sé stessa senza l'aiuto dei sensi esterni. Risolse il problema del rapporto tra ragione e fede in chiave platonico-agostiniana.
La sua memoria nel calendario liturgico romano ricorre il 15 luglio (vedi Bonaventura).
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[modifica] Vita
La data della sua nascita non è certa ma è individuata tra il 1218 e il 1221.
Nel 1235 si reca a Parigi a studiare forse nella facoltà delle Arti e successivamente, nel 1243, nella facoltà di teologia.
Probabilmente in quello stesso anno entra nell'Ordine francescano. I suoi studi di teologia terminano nel 1253, quando diventa "magister" (cioè "maestro") di teologia e ottiene la "licentia docendi" (la "licenza d'insegnare"). Nel 1250, il Papa aveva autorizzato il cancelliere dell'Università a conferire tale licenza a religiosi degli ordini mendicanti, sebbene ciò contrastasse con il diritto di cooptare i nuovi maestri rivendicato dalla corporazione universitaria. E proprio nel 1253 scoppia uno sciopero al quale tuttavia i membri degli ordini mendicanti non si associano. La corporazione universitaria richiede loro un giuramento di obbedienza agli statuti, ma essi rifiutano e pertanto vengono esclusi dall'insegnamento .
Questa esclusione colpisce anche Bonaventura, che, fra il 1253 e il 1257, fu maestro reggente.
Nel 1254 i maestri secolari denunciarono a Papa Innocenzo IV il libro del francescano Gerardo di Borgo San Donnino "Introduzione al Vangelo eterno", nel quale veniva annunciato l'avvento ella "nuova età dello Spirito Santo" e di una "Chiesa Cattolica puramente spirituale fondata sulla povertà", come quella profetizzata da Gioacchino da Fiore per il 1260.
La conseguenza fu che il Papa - appena poco prima della sua morte - annullò i privilegi concessi agli ordini mendicanti; il nuovo pontefice Papa Alessandro IV condannò il libro di Gerardo con una bolla del 1255, prendendo tuttavia posizione a favore degli ordini mendicanti e senza più porre limiti al numero delle cattedre che essi potevano ricoprire. I secolari rifiutarono queste decisioni, venendo scomunicati, anche per il loro boicottaggio ai corsi dei mendicanti, sebbene avessero l'appoggio del clero e dei vescovi mentre il re di Francia Luigi IX si trovava a sostenere le posizioni dei mendicanti.
Nel 1257 Bonaventura è riconosciuto "magister"; ma nel frattempo è diventato ministro generale dell'Ordine francescano, e così rinuncia alla cattedra. A partire da questa data, preso dagli impegni della nuova carica, lascia gli studi e compie vari viaggi per l'Europa.
Il suo obiettivo è adesso quello di conservare l'unità dell'ordine, prendendo posizione sia contro la corrente spirituale (influenzata dalle idee di Gioacchino da Fiore e incline a un ritorno alla semplicità e povertà del Francescanesimo primitivo), sia contro le tendenze mondane insorte in seno all'ordine. È favorevole a radicare l'Ordine francescano nella struttura organizzativa e nei compiti della Chiesa e, nel 1260, nel capitolo generale a Narbona, contribuisce a far stabilire le regole che devono guidare la vita dei membri dell'Ordine.
A lui, in quella circostanza, è affidato l'incarico di redigere una biografia di San Francesco d'Assisi. Intitolata "Legenda maior", diventerà, al tempo stesso, la biografia ufficiale dell'Ordine, poiché nel 1263 si provvederà alla distruzione di tutte le biografie precedenti.
[modifica] Ultimi anni
Negli ultimi anni della sua vita, Bonaventura intervenne nelle lotte contro l'Aristotelismo e nella rinata polemica fra maestri secolari e mendicanti.
A Parigi, tra il 1267 e il 1269, tenne una serie di conferenze sulla necessità di subordinare e finalizzare la filosofia alla teologia.
Nel 1270 lascia Parigi per farvi però ritorno nel 1273, quando tiene altre conferenze nelle quali attacca quelli che sono a suo parere gli errori dell'Aristotelismo.
Nel maggio del 1273, quando è già vescovo di Albano, viene nominato cardinale; l'anno successivo partecipa al Concilio di Lione (in cui favorisce un riavvicinamento fra le Chiesa latina e quella greca), nel corso del quale muore, forse a causa di un avvelenamento, stando almeno a quanto affermò in seguito il suo segretario, Pellegrino da Bologna.
Pierre de Tarentasie, futuro Papa Innocenzo V, ne celebrò le esequie, e Bonaventura venne inumato nella chiesa francescana di Lione. Nel 1434 la salma venne traslata in una nuova chiesa, dedicata a San Francesco d’Assisi; la tomba venne aperta e la sua testa venne trovata in perfetto stato di conservazione: questo fatto ne facilitò la canonizzazione, che avvenne, ad opera di Papa Sisto IV, il 14 aprile 1482.
Bonaventura venne proclamato Dottore della Chiesa il 14 maggio 1588 da Papa Sisto V. Entrambi i papi provenivano dall’Ordine francescano. La Chiesa Cattolica lo festeggia il 15 luglio.
[modifica] L'itinerario della mente verso Dio
Dal punto di vista teologico e filosofico, Bonaventura fu uno dei maggiori rappresentanti del Francescanesimo, ed inoltre difese e ripropose la tradizione patristica, in particolare l'Agostinismo. Egli combatté apertamente l'Aristotelismo, anche se ne acquisí alcuni concetti fondamentali per il suo pensiero. Inoltre, valorizzò alcune tesi della filosofia arabo-ebraica (in particolare quelle di Avicenna e di Avicebron) ispirate al Neoplatonismo. Nelle sue opere ricorre continuamente l'idea del primato della sapienza contro la filosofia e le sue pretese. Egli sostiene, infatti:
«"(...) la scienza filosofica è una via verso altre scienze. Chi si ferma resta immerso nelle tenebre."»
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Secondo Bonaventura è il Cristo, ovviamente, la via a tutte le scienze, sia per la filosofia che per la teologia. Nella sua opera più famosa, l'"Itinerarium mentis in Deum" (L'itinerario della mente verso Dio"), Bonaventura spiega che il criterio di valore e la misura della verità si acquisiscono dalla fede, e non dalla ragione (come sostenevano gli Averroisti). Da ciò fa conseguire che la filosofia serve a dare aiuto alla ricerca umana di Dio, e può farlo, come diceva Sant'Agostino, solo riportando l'uomo alla propria dimensione interiore (cioè l'anima), e, attraverso questa, ricondurlo infine a Dio. Secondo Bonaventura, dunque, il "viaggio" spirituale verso Dio è frutto di una illuminazione divina, che proviene dalla "ragione suprema" di Dio stesso.
Per giungere a Dio, quindi, l'uomo deve passare attraverso 3 gradi, che, tuttavia, devono essere preceduti dall'intensa ed umile preghiera, poiché:
La "scala" dei 3 gradi dell'ascesa a Dio è simili alla "scala" dei 4 gradi dell'amore di San Bernardo di Chiaravalle, anche se non uguale; tali gradi sono:
- 1) Il grado esteriore:
«"(...) è necessario che prima consideriamo gli oggetti corporei, temporali e fuori di noi, nei quali è l'orma di Dio, e questo significa incamminarsi per la via di Dio."»
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- 2) Il grado interiore:
«"È necessario poi rientrare in noi stessi, perché la nostra mente è immagine di Dio, immortale, spirituale e dentro di noi, il che ci conduce nella verità di Dio."»
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- 3) Il grado eterno:
«"Infine, occorre elevarci a ciò che è eterno, spiritualissimo e sopra di noi, aprendoci al primo principio, e questo dona gioia nella conoscenza di Dio e omaggio alla Sua maestà."»
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Inoltre, afferma Bonaventura, in corrispondenza a tali gradi, l'anima ha anche 3 diverse direzioni:
Dunque, per Bonaventura l'unica conoscenza possibile è quella contemplativa, cioè la via dell'illuminazione, che porta a cogliere le essenze eterne, e ad alcuni permette persino di accostarsi a Dio misticamente. L'illuminazione guida anche l'azione umana, in quanto solo essa determina la "sinderesi", cioè la disposizione pratica al bene.
[modifica] L'ordine trinitario del mondo
Il mondo, per Bonaventura, è come un libro da cui traspare la Trinità che l'ha creato. Noi possiamo ritrovare la Trinità "extra nos" (cioè "fuori di noi"), "intra nos" ("in noi") e "super nos" ("sopra di noi"). Infatti, la Trinità si rivela in 3 modi:
- come "vestigia" (o impronta) di Dio, che si manifesta in ogni essere, animato o inanimato che sia;
- come "immagine" di Dio, che si trova solo nelle creature dotate d'intelletto, in cui risplendono memoria, intelligenza e volontà;
- come "similitudine" di Dio, che è qualità propria delle creature giuste e sante, toccate dalla Grazia e animate da fede, speranza e carità; quindi, quest'ultima è ciò che ci rende "figli di Dio".
La Creazione dunque è ordinata secondo una scala gerarchica trinitaria, e la natura non ha sua consistenza, ma si rivela come segno visibile del principio divino che l'ha creata; solo in questo, quindi, trova il suo significato. Bonaventura trae questo principio anche da un passo evangelico, in cui i discepoli di Gesù dissero:
Le creature, dunque, sono impronte, immagini, similitudini di Dio, e persino le pietre "gridano" tale loro legame col divino.
[modifica] Opere
- "Breviloquium" ("Breviloquio")
- "Collationes de decem praeceptis" ("Raccolte su dieci precetti")
- "Collationes in Hexaemeron" ("Raccolte nei Sei Giorni della Creazione")
- "Commentaria in quattuor libros sentenziarum Magistri Petri Lombardi" ("Commentarii in quattro libri delle sentenze del maestro Pietro Lombardo")
- "De mysterio Trinitatis" ("Il mistero della Trinità"; questione disputata)
- "De perfectione vitae ad sorores" ("La perfezione della vita alle sorelle")
- "De reductione artium ad theologiam" ("La riduzione della arti alla teologia")
- "De Regno Dei descripto in parabolis evangelicis" ("Il Regno di Dio descritto nelle parabole evangeliche")
- "De scientia Christi et mysterio Trinitatis" ("La conoscenza di Cristo ed il mistero della Trinità")
- "De septem donis Spiritus Sanctis" ("I sette doni dello Spirito Santo")
- "De sex alis Seraphin" ("Le sei ali dei Serafini")
- "De triplici via" ("La triplice via")
- "Itineriarium mentis in Deum" ("Itinerario della mente verso Dio")
- "Legenda Sancti Francisci" ("La leggenda di San Francesco")
- "Lignum vitae" ("Il legno della vita")
- "Officium de passione Domini" ("Il dovere riguardo alla passione del Signore")
- "Quaestiones per perfectione evangelica" ("Questioni sopra la perfezione evangelica")
- "Soliloquium" ("Soliloquio")
- "Summa theologiae" ("Complesso di teologia")
- "Vitis mystica" ("La vite mistica")
[modifica] Voci correlate
- Chiesa Cattolica
- Cristianesimo
- Filosofia Scolastica
- San Bernardo di Chiaravalle
- San Tommaso d'Aquino
- Sant'Agostino
- Sant'Anselmo d'Aosta
- Santi
- Teologia
[modifica] Collegamenti esterni
- Bonaventura: vita, opere e pensiero del santo e filosofo
- La vita e il pensiero filosofico di San Bonaventura da Bagnoregio
- Esposizione sulla vita, le opere, la filosofia e la santità di Bonaventura
- La scheda si San Bonaventura dal sito Santiebeati.it
- La biografia di San Francesco d'Assisi scritta da San Bonaventura da Bagnoregio
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