Scuola romana dei cantautori
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Non tutti sono concordi nell'individuare un filone riconoscibile come "scuola romana" per la canzone d'autore italiana.
Certo è che alla fine degli anni '60 Roma era la città italiana in cui transitava maggiormente la musica. I motivi fondamentali erano due: la presenza degli studi RAI più importanti (il massimo canale promozionale per la discografia) e il fervore di Cinecittà, presso cui lavoravano importanti musicisti e impresari.
Erano molti i locali in cui si esibivano gli artisti, ma uno particolare, il Folkstudio, offriva occasioni di confronto ai nuovi cantautori: vi transitavano artisti italiani e internazionali (una volta persino il venerato Bob Dylan si esibì in quella cantina). Il locale era frequentato anche da molti intellettuali (tra cui Pier Paolo Pasolini). In quel clima artigianale cominciarono a muovere i primi passi Francesco De Gregori (trascinato dal suo fratello, Luigi Grechi), Antonello Venditti, Mimmo Locasciulli, Giovanna Marini, Stefano Rosso, Rino Gaetano, Paolo Pietrangeli, Ivan Della Mea, Edoardo De Angelis.
Forse proprio dalle esperienze del Folkstudio si può far partire l'idea di una "scuola romana", che poi si è sviluppata anche fuori da quel contesto. Molti cantautori romani, ad esempio, non passarono mai da quel locale (Claudio Baglioni e Riccardo Cocciante).
I temi comuni ai cantautori romani negli anni '70 hanno un'aspetto meno intimistico della Scuola genovese, ma comunque molto impegnato socialmente: prevale il diffuso sentimento pacifista, la liberalizzazione dei rapporti sociali, lo sguardo all'Italia povera che annaspa dietro quella del boom. Musicalmente sono forti le influenze della musica popolare (Antonello Venditti, Giovanna Marini, Claudio Baglioni, Gabriella Ferri, Franco Califano). L'aspetto sociale e la ricerca sulla musica popolare sono connotazioni che tendono a sfumarsi molto negli anni successivi.
Nell'esperienza della scuola romana, favorita dalla presenza di molte autrici (tra cui Giovanna Marini, Gabriella Ferri, Grazia Di Michele e sua sorella Joanna) comincia a nascere anche una canzone d'autore "al femminile" che vede proprio in Grazia Di Michele l'esponente di spicco. Le "cantautrici" si fanno portavoce delle istanze del movimento femminista, ma molto più importante, sono interpreti di un nuovo linguaggio, che per la prima volta coniuga al femminile le esperienze narrative della canzone italiana.
Eredi di quella scuola sono Luca Barbarossa, Paola Turci, Daniele Silvestri e negli ultimi anni Niccolò Fabi e i Tiromancino