Sinalefe
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In metrica, la sinalèfe è il conteggio come una sola sillaba della vocale finale d’una parola e della vocale iniziale di quella successiva; a volte è anche detta elisione.
- mi ritrovai per una selvaˆoscura (Dante, Inferno, I ,2)
Tale conteggio non è altro che un espediente teorico che non implica, nella lettura effettiva, la caduta (o assorbimento) della prima vocale coinvolta, né una velocità d’enunciato maggiore: il verso va declamato con ritmo e pause determinati in base alle implicazioni semantiche.
Per certi, l’«elisione» corrisponde solo a quelle sinalefi in cui sarebbe stata possibile l’elisione grafica e fonica:
- Questaˆisoletta intorno ad imo ad imo (Purgatorio, I, 100)
per «Quest’isoletta»; in questo caso, la prima vocale può pure venire elisa.
N.B.: Nel seguente verso dell’Ariosto, è tecnicamente abusivo parlare di sinalefe o d’elisione dato che la i ha solo valore diacritico (per indicare il suono /ʎ/):
- Le donne, i cavallier, l’arme, gliˆamori, (L. Ariosto, Orlando Furioso, I, 1)
/'larmeʎ ʎa'mori/ con gli a- /ʎa-/ = una sola sillaba, che non andrebbe pronunciata /ʎia'mori/.
[modifica] Voci correlate
Il contrario della sinalefe è la dialèfe.