Sinbad il marinaio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Sinbad il marinaio (scritto anche "Sindbad", dal persiano سندباد, Sand-baad, e talvolta anche "Simbad" e "Sindibad") è il titolo di una leggendaria storia di origine persiana che narra di un marinaio ai tempi del Califfato Abbàsside e delle sue fantastiche avventure durante i viaggi nell’Africa Orientale e nel sud dell’Asia.
I racconti sono in parte basati sull’esperienza dei navigatori nell’Oceano Indiano, in parte sulla poesia antica (compresa l’Odissea di Omero), in parte sulle collezioni di mirabilia di origine indiana e persiana. Non c’è ancora un’etimologia del nome Sinbad che sia universalmente accettata.
Indice |
[modifica] I racconti
[modifica] L’ambientazione: Sinbad il Facchino e Sinbad il Marinaio
Le mille e una notte sono i racconti, tra cui si trovano anche i racconti di Sinbad, narrati dalla bella Sharāzād per mille e una notte, appunto. Ogni racconto deve catturare l’interesse del re Sharyar in modo che egli desideri udirne il finale la sera successiva, dal momento che il re ha giurato di sposare ogni sera una vergine e di giustiziarla la mattina dopo, perché è convinto che non si possa trovare una donna di vera virtù. Rimandare la narrazione del finale al giorno successivo è, per Sharāzād, l’espediente per aver salva la vita.
Alla fine della 536esima notte, Sharāzād narra l’ambientazione dei racconti di Sinbad: ai tempi di Haroun al-Rashid, califfo di Baghdad, un nullatenente facchino (un uomo che trasporta dei beni per conto altrui al mercato e in città) si ferma su una panca a riposare fuori del cancello della villa di un ricco mercante e si lamenta con Allah dell’ingiustizia del mondo, dove i ricchi vivono tra gli agi mentre egli deve lavorare duramente e nonostante ciò rimanere povero. Il padrone della casa ode le lamentele del facchino e lo manda a chiamare. Si scopre che entrambi si chiamano Sinbad. Il ricco Sinbad riferisce al Sinbad povero che egli divenne ricco, grazie alla fortuna e al favore del destino, nel corso di sette meravigliosi viaggi, che inizia così a narrare.
[modifica] Il primo viaggio di Sinbad il Marinaio
Dopo aver dissipate le ricchezze lasciategli dal padre, Sinbad inizia ad andar per mare per recuperare la propria fortuna. Scende a terra su quella che egli ritiene essere un’isola, ma questa si rivela un pesce gigante su cui degli alberi hanno messo radici (Questa creatura è nota anche come Balena-isola). Il pesce si immerge negli abissi e la nave riparte senza Sinbad, che si salva la vita solo grazie ad un barile che passa per caso nelle sue vicinanze, inviato per grazia di Allah. Sospinto a terra su un’isola, il re di questa lo prende sotto la sua protezione e lo nomina capitano del porto. Un bel giorno la nave di Sinbad arriva al porto ed egli reclama i suoi beni, ancora nella stiva della nave. Il re dell’isola gli conferisce preziosi regali e Sinbad fa ritorno a Baghdad, dove riprende una vita di lussi e piaceri. Alla fine del racconto Sinbad il marinaio regala a Sinbad il facchino cento monete d’oro, e lo invita a ritornare il giorno dopo a sentire la continuazione del racconto.
[modifica] Il secondo viaggio di Sinbad il Marinaio
Nel secondo giorno in cui Sinbad il marinaio narra la sua storia (ma già la 549esima notte per Sharāzād, che ha interrotto il suo racconto ogni mattina per stuzzicare l’interesse del re omicida), si racconta di come iniziò a sentirsi insoddisfatto della sua vita di svaghi e si imbarcò nuovamente “posseduto dal desiderio di viaggiare nel mondo degli uomini e di visitare le loro città ed isole”. Per disgrazia abbandonato dai suoi compagni di bordo, si trovò arenato in un’inaccessibile valle di serpenti giganti e ancor più enormi uccelli, i roc, che se ne cibano. Il suolo della valle è tappezzato di diamanti e i mercanti li raccolgono gettando enormi pezzi di carne che gli uccelli portano al nido, da dove poi gli uomini li scacciano per appropriarsi dei diamanti rimasti attaccati alla carne. L’astuto Sinbad si lega un pezzo di carne alla schiena, sicché viene trasportato in un nido insieme ad un sacco di preziose gemme. Soccorso nel nido dagli altri mercanti, fa ritorno a Baghdad con una fortuna in diamanti, non prima di aver visto molte meraviglie lungo la via.
[modifica] Bibliografia
- Il libro di Sinbad: novelle persiani medievali. Dalla versione bizantina di Michele Andreopoulos, a cura di Enrico V. Maltese, Torino, UTET, 1993