Sparta
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Sparta (Σπάρτη) è una città della Grecia antica e moderna, situata nel Peloponneso meridionale, sulla destra del fiume Eurota tra i rilievi del Parno a est e del Taigeto a ovest. Rivale di Atene nell'antichità, oggi è una città che conta circa 13.000 abitanti, capoluogo del nomo della Laconia, centro industriale e commerciale di piccole dimensioni.
Della città antica, che sorgeva nelle immediate vicinanze dell'attuale Sparta, sono rimasti pochi resti archeologici: un santuario ad Artemide Ortia, l'acropoli con il tempio ad Atena Chalkioikos e i resti di un teatro ellenistico-romano.
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[modifica] Storia
Si sviluppò nel X secolo a.C. dalla fusione di quattro villaggi dorici: Cinosura, Limnai, Pitana e Mesoa. La città, nota anche con il nome di Lacedemone, si basò su un'organizzazione militare: a questo proposito si narra del semileggendario Licurgo che nel 820 AC avrebbe dato allo stato spartano una costituzione dal carattere marcatamente militarista. In effetti con successive azioni belliche Sparta dall'VIII secolo a.C. al V secolo a.C. sottomise le popolazioni della Messenia riducendole alla condizione di schiavitù della gleba e impose la propria egemonia sull'intero Peloponneso.
Gli spartani combatterono nella seconda guerra persiana (481 a.C.), inviarono Leonida alle Termopili, Euribiade a Salamina e il loro re Pausania comandò le forze greche nella battaglia di Platea nel 479 a.C.. Successivamente Sparta si trovò a contrastare l'espansione di Atene e dovette subire una rivolta degli iloti (466 a.C.) e una dei messeni (465 a.C. - 455 a.C.). Riprese le ostilità con Atene, si giunse ad una tregua nel 445 a.C. e successivamente alla guerra del Peloponneso (431 a.C. - 404 a.C.) che vide il mondo greco diviso in due campi e si concluse con la occupazione di Atene e con la supremazia di Sparta sull'intera Grecia. Questa posizione di predominio fu di breve durata, a causa della sua debolezza economica e del fallimento di imporre con la forza alle altre città greche il proprio modello oligarchico. Sparta quindi entrò in conflitto con Tebe e da questi, sotto il comando di Epaminonda, fu sconfitta nel 371 a.C. a Leuttra. Nell'anno successivo Epaminonda invase il Peloponneso, assediò Sparta e le tolse il controllo dalla Messenia. Sparta si alleò poi con Atene contro Tebe, ma nel 362 a.C. venne di nuovo sconfitta da Epaminonda nella battaglia di Mantinea.
Dopo la vittoria di Filippo il Macedone nella battaglia di Cheronea del 338 a.C. sulle forze greche capeggiate da Tebe e Atene, Sparta fu assoggettata ai Macedoni. Successivamente fece parte della lega achea e nel 146 a.C. venne assorbita dall'impero romano, insieme a tutte le città greche. Alla fine del IV secolo venne distrutta dai Goti di Alarico e nei suoi pressi fu costruita la cittadina di Mistra (o Misitra). Nel 1460 venne occupata dai Turchi, ritornando alla Grecia nel 1828.
[modifica] Il mito di Sparta
Prima che le pur ridotte testimonianze ricavate dalle campagne archeologiche, caratteristica di Sparta fu l'aura di ammirazione e leggenda che la circondava, derivante dall'assenza di testimonianze scritte provenienti da essa. Le principali notizie che la riguardano infatti provengono tutte da fonti esterne ad essa, e conseguentemente indirette.
[modifica] Educazione
La ricostruzione della sua reale natura è complicata dalla presenza di solo fonti di periodo tardo, che potrebbero quindi rappresentarla in modo idealizzato. Ne dà una importante testimonianza Plutarco nella Vita di Licurgo.
Il caratteristico sistema educativo a cui obbligatoriamente veniva sottoposto ogni giovane spartano era detto ἀγωγή.
Il giovane iniziava il proprio percorso formativo all'età di 7 anni, lasciando definitivamente le cure familiari, e lo concludeva a 20 anni, allorché, non più fanciullo, era considerato un irene (in greco εἰρήν). L'educazione dei giovani, divisi in classi d'età, avveniva in comune, come comunitario era il momento del gioco e del confronto. Durante l'agoghé i più validi dei fanciulli venivano scelti per essere sottoposti ad una ulteriore e più severa fase d'addestramento, la krypteía (κρυπτεία). I cripti erano confinati in località periferiche, con mezzi limitati, in particolare armati di un pugnale, e l'ordine di restare nascosti di giorno; la loro missione era l'aggressione degli Iloti, comportamenti "antioplitici" che preludevano, in via oppositiva, alla piena formazione del cittadino spartano.
[modifica] Classi sociali
[modifica] Gli Spartiati
Gli spartiati appartenevano al ceto dominante di Sparta ed erano gli unici cittadini a pieno diritto. Essi si dichiaravano homòioi, uguali, anche se la loro uguaglianza era solo di carattere giuridico. Gli spartiati si dedicavano esclusivamente alle attività belliche, alle quali venivano addestrati in un regime di vita comunitario. A sette anni i fanciulli di robusta costituzione fisica venivano sottratti alla famiglia e educati alle arti belliche in vita comunitaria mentre a diciannove anni erano ammessi nell'esercito. Compiuto il trentesimo anno, infine, si potevano trasferire in abitazioni private con la moglie e i figli benché fossero dovuti a continuare gli addestramenti militari fino ai sessant'anni. Ogni spartiate possedeva un appezzamento di terreno inalienabile che poteva essere lasciato in eredità solo al figlio maschio e assicurava il mantenimento della famiglia.
[modifica] I Perieci
I Perieci erano gli abitanti delle comunità indigene attorno alla città. Come membri di comunità conquistate essi dovevano combattere a fianco di Sparta in caso di guerra e dovevano tollerarne le decisioni. Tuttavia essi rimanevano autonomi nelle loro città.
[modifica] Gli Iloti
Per approfondire, vedi la voce Iloti. |
Gli Iloti erano i discendenti degli indigeni che i dori avevano asservito al momento della conquista. Privi di qualunque diritto civile e politico dovevano coltivare a proprie spese i lotti di terra degli spartiati. Gli Iloti venivano infatti assegnati a questi ultimi dallo stato a cui appartenevano anche dopo l'assegnazione. Ogni anno i magistrati spartani dichiaravano formalmente guerra agli Iloti, così che questi potessero essere uccisi impunemente. Le dure condizioni in cui si trovavano gli Iloti che erano tra l'altro in numero infinitamente più grande rispetto a quello degli spartiati favorivano rivolte. Particolarmente significativa fu quella del 464 a.C., durante la quale gli Iloti si arroccarono sul monte Itome, nel cuore della Messenia.
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