Storia di Torino
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[modifica] Le origini: Italici e Romani
Nel III secolo a.C. lungo le rive del Po si insediarono le prime tribù migrate oltre le Alpi in cerca di pianure coltivabili. Queste popolazioni di stirpe celto-ligure venivano chiamate anche taurine, e diedero anche il nome dell'insediamento "Taurasia". Il nome sembra derivare non tanto dal toro - che poi divenne comunque il simbolo della città - ma dalla parola celtica tau che significa "montagna".
Alleata a Roma, resistette all'invasione di Annibale nel 218 a.C.. Posta in un sito strategico sulla via per le Gallie, vi fu poi fondata una postazione militare (Castra Taurinorum) da Giulio Cesare nel 58 a.C..
Fu inglobata nell'Impero Romano sotto Augusto come presidio di confine, prendendo il nome di Augusta Taurinorum (29 - 28 a.C.). A questo periodo risale il caratteristico impianto a scacchiera, mantenuto ed ampliato fino ai giorni nostri, con il decumano corrispondente all'attuale Via Garibaldi e il cardo alle attuali Via S. Tommaso e Via Porta Palatina. Nel I secolo a.C. viene costruito il teatro romano del quale sopravvivono ampie parti. Anche la Porta Palatina risale a quel periodo. Nel 69 la città fu parzialmente distrutta da un incendio nel corso dello scontro tra gli eserciti di Otone e di Vitellio.
[modifica] Il Medioevo
Con la caduta dell'Impero Romano, Torino fu assoggettata prima dai Goti (VI secolo), poi ai Longobardi (creazione del ducato, dalla fine del VI secolo) e infine dai confinanti Franchi, con l'occupazione da parte delle trupope di Carlomagno nel 773. Nei secoli successivi è il centro di una vasta contea del Sacro Romano Impero soggetta al regime feudale. Fra i dominatori locali si alternano Guido di Spoleto (889), poi Arduino il Glabro e i suoi discendenti Arduinici fino alla metà del X secolo. Nel 940 viene fondata la Marca autonoma di Torino. La dinastia Arduinica regnò per quattro generazioni fino ad Adelaide, primogenita di Olderico Manfredi II. La Contessa Adelaide, detta di Susa, dal nome dell'arera che protesse e sviluppò, era una donna molto religiosa che, una volta succeduta al padre, dimostrò abilità e saggezza politica nel suo governo. Nella politica interna sostenne soprattutto nuove fondazioni religiose a Torino e nelle valli vicine. Nel 1045 si unì in matrimonio con Oddone di Savoia, figlio di Umberto I Biancamano. Questo matrimonio consentì l’aggregazione del Piemonte alla Casa Reale dei Savoia. Dal'unione nacquero Pietro I e Amedeo II, che presero il potere alla morte del padre, in realtà solo nominalmente, perché tutte le decisioni di stato venivano prese dalla madre di loro, finché ella restò in vita. Alla morte di Adelaide si scatenarono le lotte su chi dovesse governare la zona, fra i signori locali e i Savoia, che erano visti come stranieri. In un primo momento i Savoia vennero messi da parte e facendoli ritirare nel vicino feudo di Moriana. Fra alterne vicende e complessi giochi di forze fra i numerosi signori delle aree confinanti, il XII secolo vede la nascita di una organizzazione comunale ad opera di famiglie vicine al vescovo, preminenti fin dall'epoca di Arduino. Il comune e il vescovo faranno fronte compatto contro i Savoia, i quali non avevano ancora rinunciato all'ambita zona torinese. Anzi, nonostante le forze comunali avessero anche ottenuto l'appoggio degli imperatori (prima il Barbarossa, poi Federico II di Svevia), si riuscì solo a ritardare la presa del potere da parte dei Savoia: nel 1251 Tommaso II di Savoia ottenne la città in feudo da Federico II, il quale non poté far altro che riconoscere la nuova autorità, mentre il figlio Tommasino III la conquistò nel 1280. Come altre città italiane in quel periodo Torino cresce in altezza, aumentando i piani delle strutture presenti all'interno delle fortificazioni di epoca romana. Fra le rare le tracce sopravvissute fino ad oggi dell'epoca romanica c'è la torre campanaria di S.Andrea (oggi della Consolata, molto rimaneggiata).
Agli inizi del XIV secolo Amedeo V divise i possedimenti francesi dei Savoia da quelli italiani e Amedeo VI "il Conte Verde" nel 1360 eliminò gli ultimi organi autonomi comunali. Dell'epoca gotica sono sopravvissute la chiesa di San Domenico e le parti più antiche di Palazzo Madama. Nell'epoca d'oro dei comuni italiani Torino di distinse per un certo dinamismo commerciale ed artigiano. A testimoniare della posizione strategica sulla via che dalla Francia portava i pellegrini a Roma, in quel periodo erano ben 12 gli ospedali e gli ospizi e gli istituti di carità presenti all'interno delle mura cittadine.
Nel 1404 viene fondata l'Università di Torino. Nel 1416 Amedeo VIII trasforma la contea piemontese in ducato e inizia un processo di unificazione anmministrativa (anche per l'estinzione del ramo Acaia-Savoia), con la creazione di un consiglio ducale a Torino. E' un primo passo verso la scelta del centro politico del ducato, che culminerà nel 1562 con la nomina ufficiale di Torino capitale dei possedimenti Savoia.
[modifica] L'età moderna
Il XVI secolo si apre con l'occupazione francese della città (1536–1562) da parte dell'esercito di Francesco I, favorito da un periodo di declino della forza della casata Savoia. Tornò ai Duchi di Savoia con Emanuele Filiberto, il Duca Testa di Ferro, che vi trasferì la capitale del Ducato da Chambery (con il pretesto di accorciare il percorso del Cardinale Carlo Borromeo che voleva pregare sulla Sacra Sindone). Per la protezione della città, Emanuele Filiberto fece costruire una moderna cittadella pentagonale fortificata, purtroppo distrutta a metà dell'800 dall'espansione della città.
Nel 1620 Carlo Emanuele I diede avvio al primo ampliamento di Torino, decidendo fra l'altro di riprendere i tracciati stradali dell'originario "castrum" romano, con strade tutte ortogonali tra loro. Questa scelta, confermata nei successivi ampliamenti della città, caratterizza ancora oggi vasta parte del tessuto urbano fino agli inizi del '900. Tra il Seicento e il Settecento la città crebbe ulteriormenta e diventò una capitale che riservava il lusso e lo sfarzo all'interno degli edifici di governo e nobiliari. Allo scopo furono chiamati a corte architetti come Ascanio Vitozzi, Carlo e Amedeo di Castellamonte, Guarino Guarini e Filippo Juvarra.
All'inizio del XVIII secolo, durante le guerre per la successione spagnola, fu al centro di un lungo assedio da parte dell'esercito francese; eroe di quelle giornate fu Pietro Micca. L'assedio finì con la vittoria di Eugenio di Savoia sui francesi nel 1706. In conseguenza di tale vittoria, con il successivo Trattato di Utrecht (1713) il Ducato diventa Regno e nei decenni successivi si consolida il potere sabaudo (si veda in proposito la voce Regno di Sardegna). Inoltre, nello stesso anno, per ringraziare la Madonna per il voto fatto ed esaudito, il re fece costruire sulla collina che domina la città, una chiesa che fosse visibile da ogni angolo di Torino: la celebre Basilica di Superga. Nel 1798 Carlo Emanuele IV di Savoia fu costretto dai francesi di Napoleone ad abdicare e lasciare la città. In questo periodo la città subisce un importante trasformazione: infatti, per ordine di Napoleone, vengono abbattute le mura edificate a partire dalla metà del '500 e che avevano validamente protetto la città per oltre due secoli. Nel 1814, in seguito alle ripetute sconfitte subite dai francesi, i Savoia tornarono con Vittorio Emanuele I di Savoia.
[modifica] L'età contemporanea
Negli anni 1850-60, le riforme politiche e sociali e l'opera di rinnovamento di Cavour, insieme ai movimenti democratici, posero le basi per la direzione del movimento risorgimentale e del processo di unificazione nazionale.
Dopo il Risorgimento, fu capitale del Regno d'Italia dal 1861 al 1865, ruolo che passò poi per un breve periodo a Firenze e infine, stabilmente, a Roma nel 1870. La perdita del ruolo centrale di capitale fu un duro colpo per la città, che dovette reinventarsi come capitale manifatturiera ed industriale, peraltro con successo anche grazie alla presenza di competenze nel settore già durante tutto l'Ottocento.
In questo periodo viene abbandonato il tradizionale assetto urbanistico a maglia ortogonale: viene introdotto il sistema a raggiera, con la creazione delle prime barriere operaie, fuori dalla cinta daziaria.
Con l'inizio del XX secolo si aprì per Torino una fase di intenso sviluppo culturale e economico. Basti citare nel 1899 la fondazione della FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino), nonché di numerosissime altre industrie automobilistiche (Lancia, Diatto...) e non. L'importanza dell'industria automobilistica ha persino oscurato le numerose iniziative in altri settori: basti ricordare l'industria dolciaria (Venchi), conserviera (Cirio) e cinematografica (FERT). Forte impulso alla produzione industriale si ebbe, naturalmente, con la prima guerra mondiale e successivamente anche nel periodo fascista. Di questo periodo è da segnalare la completa trasformazione della centralissima via Roma, completamente rasa al suolo insieme agli isolati circostanti e ricostruita in forme parte neobarocche e parte razionaliste.
Prima e durante la seconda guerra mondiale Torino divenne un centro nevralgico delle prime lotte sociali e dell'opposizione al fascismo. Nel 1943 fu al centro di un grande sciopero operaio, che si estese ad altre città e contribuì ad affrettare le caduta del regime. A causa della presenza di molte industrie pesanti (armamenti, veicoli, ma anche fonderie), subì pesanti bombardamenti ed estese distruzioni. Dopo la seconda guerra mondiale conobbe un ulteriore intenso sviluppo industriale, condividendo con Milano il primato del "miracolo economico", ma perse il ruolo culturale d'avanguardia svolto subito dopo la Liberazione.
I decenni successivi portano a Torino molti immigrati prima dal Veneto e poi dal Sud Italia: la città si allarga tumultuosamente raggiungendo e superando la soglia del milione di abitanti, con conseguenze anche sul piano sociale. È un'epoca in cui più di ogni altra città italiana Torino si identifica con la sua industria, ma che oggi appare decisamente una fase superata; oggi Torino è divisa tra i forti segnali di rinnovamento urbanistico e culturale e i timori di un declino economico legato alla crisi dell'industria automobilistica.
Le XX Olimpiadi Invernali del febbraio 2006 sono il segno tangibile della volontà di questa città di reinventare il proprio futuro ancora una volta.
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