Strage di Beslan
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Il 1 settembre 2004 un gruppo di terroristi occupa la scuola Numero Uno di Beslan, una cittadina dell'Ossezia del Nord. Tre giorni dopo, quando le forze speciali russe liberano gli ostaggi, sarà la fine di un massacro.
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[modifica] La scuola
La scuola numero uno (SNO) è una delle sette scuole presenti nella cittadina e raccglie circa 900 bambini tra i sei ed i diciotto anni. La palestra aveva una dimensione di 10 per 25 metri. E' tradizione in Russia che il primo settembre si festeggi nelle scuole il "giorno della conoscenza"; coincide con il primo giorno di scuola in cui insegnati, genitori e studenti accolgono i nuovi alunni con una grande festa. Si pensa che i teroristi abbano scelto questo giorno particolare per avere maggiore visibilità.
[modifica] Cronologia
- Nota: l'ora indicata è locale (UTC+03:00). Esempio le 12:00 a Beslan sono le 10:00 a Roma e le 9:00 a Londra.
[modifica] 1 settembre
Alle ore 9:30 un gruppo di terroristi fanno irruzione nella scuola numero uno con l'ausilio di tre furgoncini e prende in ostaggio bambini, genitori ed insegnanti. Il commando chiede la liberazione di alcuni ceceni detenuti in Inguscezia, e l'indipendenza della regione. Avviene subito una prima sparatoria con la polizia e la scuola viene circondata da mine. Tutti gli ostaggi vengono portati nella palestra. Le autorità inizialmente hanno diffuso la notizia con un numero molto minore di ostaggi ed hanno assicurato che non ci sarebbe stato nessun ricorso alla forza per liberali. Nel pomeriggio 65 bambini riescono a scappare[1].
[modifica] 2 settembre
I ribelli negano l'ingresso di cibo ed acqua ed alcuni ostaggi sono stati costretti a bere urina[2], altri svengono a causa della stanchezza e della fame. Alcune ragazze sono anche state stuprate[3]. Nel pomeriggio vengono liberati 11 donne e 15 bambini[1].
[modifica] 3 settembre[4]
Alle 13:04 quattro medici entrano nella scuola per rimuovere i corpi delle persone decedute, in quel momento avvengono due esplosioni sulle cui cause ci sono varie versioni[5]; sfruttando l'occasione un gruppo di ostaggi tenta di fuggire, ma i terroristi sparano su di loro. A questo punto la risposta armata della polizia era inevitabile. L'assalto delle forze speciali non era quindi stato pianificato[6]. Dopo circa due ore l'edificio è sotto il controllo delle forze speciali, gli scontri continuano all'esterno. Alcuni ribelli, infatti, sono riusciti a scappare sfruttando la confusione dell'assalto e cambiandosi i vestiti con ostaggi o soccoritori[7][8]. La polizia li insegue con gli elicotteri. Due donne, vestite di nero ed imbottite di esplosivi, hanno cercato di inseguire alcuni bambini in fuga e farsi saltare in aria con loro, fortunatamente senza riuscire nel loro intento[9].
[modifica] 4 settembre
All'alba la polizia dichiara la zona sicura, poco dopo arriva sul posto il presidente della Federazione russa Vladimir Putin
[modifica] Il bilancio
Nella scuola sono state prese in ostaggio 1127 persone le quali sono state private di cibo ed acqua. 331[10][2][11]civili sono morti, di questi 186 erano bambini. Inoltre ci furono 11 morti fra la polizia russa e 31 fra i sequestratori. Circa 800 persone sono sopravvisute al sequestro, molti dei quali sono rimasti mutilati ed alcuni bambini orfani[12].
[modifica] Le polemiche
Molti dei familiari delle vittime si sono riuniti nel Comitato delle madri di Beslan, guidate da Susanna Dudieva, per cercare di fare luce sui tragici fatti che avvennero all'interno della scuola e chiarire se ci sono responsabilità anche delle forze di polizia russe che fecero irruzione nell'edificio. Le inchieste della procura, le commissioni istituite dai parlamenti locale e federale e le indagini dei servizi segreti non hanno ancora definito completamente la situazione e si è denunciata più volte la mancanza di collaborazione da parte delle autorità.
Sembra che non ci fosse coordinamento fra le diverse forse speciali messe in campo ed agenti del FSB (ex-KGB) in posizioni non comunicate[13]. Gli spetsnaz russi usarono granate e colpi di carro armato i quali forse provocarono il crollo del tetto della palestra in cui erano tenuti gli ostaggi. Fecero ricorso anche agli Shmel (o bumblebee), speciali lanciafiamme vietati dalle convenzioni internazionali[1][14]; la maggior parte delle persone sono morte a causa dell'incendio divampato dopo il blitz della polizia[13].
Rimangono dubbi su come i ribelli riuscirono a far penetrare le armi all'interno della scuola (in ristrutturazione nell'estate del 2004).
Negli stessi giorni la polizia russa ha messo in atto un contro sequestro di civili a Khankala, in Cecenia, le condizioni di questi ostaggi non sono state migliori di quelle a Beslan[14].
Alcuni accusano anche gli insegnanti e la direttrice della scuola Lidiya Tsalieva di aver collaborato con i terroristi, ma non ci sono prove su queste affermazioni[12][15].
[modifica] I terroristi
Le autorità hanno confermato che ci sono stato 37 terroristi, di cui due donne e solo uno è stato arrestato. Ma secondo alcuni ostaggi i ribelli erano molti di più, circa 50 o 70[16]. 21 componenti del commando hanno assunto eroina e tre marijuana[17].
[modifica] Piani e finanziamento
Non parteciparono direttamente all'azione di forza, ma pianificarono l'attacco e diedero la disponibilità finanziaria.
- Shamil Basayev ha rivendicato l'organizzazione dell'attentato ed è stato nominato vice-premier del governo indipendentista della Cecenia in seguito all'uccisione del moderato Aslan Maskhadov da parte dell'esercito russo. Ha affermato che, grazie a Vladimir Khodov, un agente dei servizi segreti russi infiltrato fra i ribelli ma doppiogiochista, è riuscito a crearsi un corridoio sicuro per arrivare alla scuola. Questa versione è stata smentita dalle autorità russe, che hanno però arrestato due agenti della polizia locale osseta accusati di essere corrotti e di aver lasciato passare il gruppo di terroristi attraverso l'Inguscezia[18]. Basayev è morto nel luglio 2006.
- Magomed ('Magas) Yevloyev - proveniente dall'Iguscezia
- Abu Omar al-Saif
- Abu Zaid – dell'Arabia Saudita. Ucciso dalle forze speciali russe il 16 febbraio 2005
[modifica] Esecutori
Si è tentato di identificare alcuni dei partecipanti all'attacco
- Polkovnik Ruslan Tagirovich Khuchbarov (leader, identità non confermata)
- Vladimir Khodov - detto Abdullah, possibile doppiogiochista del FSB
- Magomed Yevloyev - detto Magas, inguscio
- Ali Taziyev - inguscio
- Doku Umarov - 42 anni, l'unico a non avere il volto coperto. Presidente della Repubblica Cecena di Ichkeria dopo l'uccisione di Sheikh Abdul Halim.[19][20]
- Khizir-Ali Akhmedov
- Magomed Aushev
- Sultan Kamurzaev
- Magomet Khochubarov
- Iznaur Kodzoyev
- Nur-Pashi Kulayev, 24 anni, è l'unico terrorista sopravvisuto all'attacco. E' stato condannato a morte dalla Corte suprema dell'Ossezia del Nord il 26 maggio 2006, pena tramutata in ergastolo in quanto la Russia ha sospeso la pena di morte nel 1997.
- Hanpashi Kulayev, fratello di Nur-Pashi Kulayev
- Adam Kushtov - 17 anni, inguscio
- Abdul-Azim Labazanov - 31 anni, ceceno, nato a Kazakhstan
- Arsen Merzhoyev - 25 anni, ceceno, nato a Engenoi
- Mairbek Shainekkhanov (o Mayrbek Shaybekhanov), arrestato poco prima dell'attacco alla scuola
- Buran Tetradze - 31 anni georgiano, nato a Rustavi in Georgia, non confermato dal ministero delle situazioni d'emergenza[21]
- Issa Torshkhoev - 26 anni inguscio, nato a Malgobek
- Musa Tsechoyev - 35 anni, inguscio, nato a Sagopshi, propretario del GAZ-66 con cui i ribelli sono entrati nella scuola
- Bei-Alla Tsechoyev - 31 anni, fratello di Musa, anche chiamato Bay o Ala. Corpo identificato nel novembre 2004.
- Osman Larussi, anglo-algerino, già considerata morta[10]
- Yacine Benalia, già considerata morta.[10]
- Slav detto Fantomas.
- Roza Nagaeva – cecena del villaggio di Kirov-Yurt in Chechnya nel Distetto di Vedensky. Sorella di Amnat Nagaeva, una delle due shahidkas, donne imbottite di esplosivo.[22]
- Mairam Taburova – cecena del villagio di Mair-Tub in Chechnya nel Distretto di Shalinsky.[22]
[modifica] I mediatori[23]
In un primo tempo si è deciso di cercare una trattativa con i ribelli con l'aiuto di tre persone che godevano della loro fiducia:
- Leonid Roshal. Medico pediatra, 71 anni, ha fondato la Brigata internazionale di pronto soccorso con lo scopo di portare aiuto e soccorso medico in tutto il mondo; è intervenuto nelle trattative anche al teatro Dubrovka di Mosca. Insignito come "eroe nazionale" della Russia.
- Aleksandr Dzasokhv. 68 anni, presidente dell'Ossezia del Nord dal 1998 ed in passato membro della Duma, esponente del Pcus.
- Ruslan Aushev. 50 anni, presidente dell'Inguscezia dal 1992 al 2002, insignito come "eroe militare" grazie alle sue gesta nella guerra in Afganistan
[modifica] In seguito
Una volta liberata la scuola sono state appese nei muri della palestra le foto dei bambini deceduti.
Il presidente Putin, giunto sul luogo alla fine dell'assedio, ha incontrato solo le autorità locali, mai i familiari delle persone morte; il primo incontro si è avuto nel primo anniversario della strage quando una delegazione del Comitato delle madri di Beslan si è recato al Cremlino.[24] Dopo questi eventi, il presidente Putin fece costruire due nuove scuole in breve tempo, ma la paura che deriva da quei giorni rimarrà per molto tempo nelle menti degli abitanti di Beslan. Il 3 settembre è stato proclamato, in Ossezia, giornata di lutto nazionale. Nel cimitero dove sono sepolti gli ostaggi è stato costruito un memoriale chiamato "Albero del dolore".
In Italia nella notte tra il 4 ed il 5 settembre molte persone hanno lasciato una candela accesa fuori della propria finestra.[25]
[modifica] Note
- ↑ 1,0 1,1 1,2 "L'orrore di Beslan, un anno dopo", Corriere della Sera, 1 settembre 2005. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ 2,0 2,1 "Ricordato il primo giorno di scuola a Beslan fra silenzio e grande dolore", Corriere canadese, 2 settembre 2005. Consultazione del 12 ottobre 2006.
- ↑ Marcello Foa. "Strage di Beslan, un anno dopo resta solo rabbia", Il Giornale, 2 settembre 2005. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ "Ossezia: il film delle ultime 9 ore", Ansa. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ Alberto Stabile. "Dall'assedio alla strage - I misteri di un massacro", la Repubblica, 5 settembre 2004. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ "Ossezia: il mistero di un blitz-non blitz", Ansa, 3 settembre 2004. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ "Ossezia - Bagno di sangue", La gazzetta del mezzogiorno, 3 settembre 2004. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ Gianluca Ursini. "Aule nuove, vecchie bugie", PeaceReporter, 22 agosto 2005. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ "Innocenti in fuga da vedove nere", Tgcom, 3 settembre 2004. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ 10,0 10,1 10,2 (EN) "Algerian-born UK man linked to Beslan attack", Russian and Eurasian Security, 4 ottobre 2004. Consultazione del 29 luglio 2006.
- ↑ "Beslan, un nuovo video-choc", Corriere Canadese, 24 gennaio 2005. Consultazione del 12 ottobre 2006.
- ↑ 12,0 12,1 Giampaolo Visetti. "L'incubo della piccola Zalina - "Ogni giono cerco la mia morte"", la Repubblica, 25 agosto 2005. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ 13,0 13,1 Emiddio Pietraforte. "Beslan, un anno dopo il massacro ancora buio sulle reali responsabilità", La Padania, 1 settembre 2005. Consultazione del 13 ottobre 2006.
- ↑ 14,0 14,1 Enrico Piovesana. "Beslan, un anno dopo", PeaceReporter, 1 settembre 2005. Consultazione del 12 ottobre 2006.
- ↑ "Insegnanti di Beslan, accusati di collusione coi terroristi, scrivono a Putin", AsiaNews, 1 settembre 2005. Consultazione del 13 ottobre 2006.
- ↑ "Beslan, i giorni della tragedia (Scheda)", Asia News, 1 settembre 2005. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ (EN) "Federal commission delivers report on Beslan", Caucasian Knot, 28 dicembre 2005. Consultazione del 29 luglio 2006.
- ↑ Enrico Piovesana. "Le rivelazioni di Basayev", PeaceReporter, 1 settembre 2005. Consultazione del 12 ottobre 2006.
- ↑ (EN) "Profiles: Key siege suspects", BBC News, 7 settembre 2004. Consultazione del 29 luglio 2006.
- ↑ "RFE/RL Interviews Chechen Field Commander Umarov", Radio Free Europe, 28 luglio, 2005. Consultazione del 29 luglio 2006.
- ↑ (EN) "Girl, 16, Held in Beslan Investigation", The Moscow Times, 19 novembre 2004. Consultazione del 29 luglio 2006.
- ↑ 22,0 22,1 (EN) "Documents suggest the feds were in charge during Beslan", The Jamestown Foundation, 20 aprile 2005. Consultazione del 29 luglio 2006.
- ↑ "Ossezia: i tre mediatori della crisi", Ansa. Consultazione del 15 ottobre 2006.
- ↑ "Le Madri di Beslan “credono” alle promesse di Putin", AsiaNews, 3 settembre2005. Consultazione del 13 ottobre 2006.
- ↑ "Una candela alle finestre per i bambini dell'Ossezia", la Repubblica, 4 settembre 2004. Consultazione del 15 ottobre 2006.
[modifica] Voci correlate
- Wahabismo
- Fatti del teatro Dubrovka di Mosca (ottobre 2002)
[modifica] Altri progetti
- Commons contiene file multimediali su Strage di Beslan