Tommaso Buscetta
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Tommaso Buscetta (Agrigento, 13 luglio 1928 - New York, 4 aprile 2000) è stato uno dei più grandi pentiti della mafia siciliana (nonché il primo). Ha collaborato con Giovanni Falcone alla ricostruzione giudiziaria dell'organizzazione e della struttura di Cosa Nostra.
Nato in una famiglia poverissima (madre casalinga, padre vetraio), si sposò a sedici anni e per far soldi iniziò una serie di attività illegali, come lo smerciamento clandestino delle tessere per il razionamento della farina, diffuse durante il ventennio fascista. Questa mansione lo rende abbastanza celebre anche a Palermo, dove nonostante la giovanissima età venne soprannominato Don Masino.
Al termine della Seconda guerra mondiale, si reca a Napoli e poi a Buenos Aires, dove apre una vetreria: gli scarsi risultati economici del suo nuovo lavoro lo costringono, nel 1957, a tornare a Palermo. Qui negli anni Sessanta Buscetta si lega al clan di Salvatore La Barbera ed inizia il contrabbando del tabacco, che interrompe nel 1961 con lo scoppio della prima guerra di Mafia, che egli riesce ad eludere con dieci anni di latitanza.
Durante tale periodo Buscetta si sposa altre due volte, utilizza identità false (Manuele Lopez Cadena e Paulo Roberto Felici) e si sposta da paese a paese, passando per gli Stati Uniti d'America, il Brasile ed il Messico. Arrestato ed estradato dalla polizia brasiliana il 2 novembre del 1972, viene rinchiuso nel carcere dell'Ucciardone e condannato a 14 anni di galera (ridotti a 5 in appello) al termine del processo di Catanzaro.
Torna il libertà il 13 febbraio del 1980 e trova impiego come garzone di un falegname. L'8 giugno dello stesso anno, sentendosi in pericolo di vita, scappa di nuovo e si reca in Paraguay e di nuovo in Brasile, dove aumenta enormemente il suo patrimonio economico grazie al traffico illecito di sostenze stupefacenti. Il 24 ottobre del 1983 quaranta uomini circondano la sua abitazione e lo conducono in commissariato. A nulla vale un tentativo di corruzione operato dallo stesso Buscetta, che viene rinchiuso in prigione.
Nel 1984 i giudici Giovanni Falcone e Vincenzo Geraci vanno a trovarlo e gli chiedono di collaborare con la giustizia, ma Buscetta inizialmente non ammette nulla. Estradato in Italia, durante il viaggio in aereo tenta senza riuscirvi il suicidio, ingerendo una modesta quantità di stricnina. Inizia poi a rivelare organigrammi e piani della Mafia al giudice Falcone e viene per questo considerato il primo pentito della storia.
Nel 1993 viene estradato negli Stati Uniti d'America e riceve dal governo una nuova identità e la libertà (seppur vigiliata) in cambio di nuove rivelazioni contro i piani di Cosa Nostra americana. Negli USA esegue molti interventi di plastica facciale per depistare i numerosi killer che gli danno la caccia, dato che collaborare con la giustizia è per i mafiosi la più grave forma di tradimento. Muore di cancro nel 2000 all'età di 71 anni.
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