Virtù
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Virtù, dal (greco ἀρετή; latino virtus) è la abituale e salda capacità di un uomo di eccellere in qualcosa, di compiere un certo atto in maniera ottimale. La virtù è anche la qualità di eccellenza morale sia per l'uomo sia per la donna. È detto virtù anche un tratto caratteriale positivo.
La parola ἀρετή deriva dal greco arete (αρετη). La parola latina virtus significa letteralmente "virilità", dal latino vir, "uomo" nel suo senso maschile; ed ancora, proprio dal suo carattere originariamente maschile, essa si riferisce alle abilità guerresche quali, ad esempio, il coraggio. Per una delle molte ironie che ci riserva l'etimologia, in italiano la parola virtù è spesso utilizzata in riferimento alla castità femminile.
In Grecia essa era tipicamente chiamata ηθικη αρετη. Essa è la capacità di essere "abitualmente eccellente". È qualcosa che non può non essere mostrato nell'azione. La virtù della perseveranza ha la particolarità di essere necessaria a tutte le altre, poiché è necessario che il carattere si formi continuamente alla scuola della perseveranza se si vuole che l'uomo si mantenga virtuoso. Nel senso greco, la virtù coincide con la realizzazione della propria essenza; in questo modo la nozione è estesa a tutti gli essere viventi(anche animali teoricamente). Secondo Socrate la virtù è fare ciò che ciascuno è programmato di fare. Quello che sul piano oggettivo è la realizzazione delle propria essenza, sul piano soggettivo coincide con la propria felicità.
Indice |
[modifica] Le quattro virtù
Le quattro classiche virtù "cardinali" dell'Occidente sono:
- prudenza
- giustizia
- fortezza
- temperanza
Per approfondire, vedi la voce Virtù cardinali. |
[modifica] La virtù nella tradizione filosofica occidentale
L'elenco delle virtù occidentali (elencate sopra) risale almeno a Platone, che ne ha parlato nella Repubblica. È possibile rintracciare un elenco più completo nell'Etica Nicomachea di Aristotele. La nozione di virtù era ben radicata nella filosofia antica, ed a causa della diffusione che ne diede Cicerone fu ampiamente accettata dai filosofi cristiani fino a diventare un fondamento della teologia cattolica.
[modifica] L'unità delle virtù
Alcuni filosofi, tra cui il più celebre è Aristotele, hanno affermato che non è possibile ottenere questa o quella specifica virtù senza le altre, ma che chi vuole essere veramente virtuoso deve perseguirle tutte. Per esempio, per essere giusto, è necessario essere saggio. La tesi della unità delle virtù è controversa. Si potrebbe sostenere che è possibile essere coraggiosi senza essere saggi, oppure buoni ma ingiusti.
[modifica] Prudenza e virtù
Seneca, lo stoico romano, affermò che la perfetta prudenza coincide con la perfetta virtù. La sua considerazione era che, sulla lunga distanza, la persona prudente è in grado di considerare tutte le conseguenze di certe azioni allo stesso modo di una persona virtuosa.
[modifica] Le virtù cristiane
Nella cristianità, le tre virtù teologali sono la fede, la speranza e la carità, un elenco dedotto dalla prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi: «Rivestiti della corazza della fede e della carità avendo come elmo la speranza» (1Ts 5,8). Quattro sono le virtù cardinali:Prudenza; Giustizia; Fortezza; Temperanza. La virtù cardinale della Prudenza (intesa come capacità di discernere il vero bene) ha un ruolo predominante sulla altre virtù, al punto da essere denominata "Auriga Virtutum".
[modifica] Virtù e vizio
Il vizio è l'opposto della virtù. Molti vizi prendono le mosse dalla degenerazione delle corrispondenti virtù. Così, ad esempio, i vizi cardinali sono la stoltezza, l'avidità, la codardia e la lussuria. I vizi teologali cristiani sono la blasfemia, la disperazione, e l'odio.
Comunque, come notato da Aristotele, le virtù possono avere molti e diversi opposti. Esse possono essere considerate le vie di mezzo tra due estremi. Ad esempio, la codardia e l'avventatezza possono essere considerate entrambe opposte al coraggio; così come il contrario della prudenza può essere sia la superficialità sia l'apprensione. Una virtù più "moderna", la tolleranza, può essere considerata la via di mezzo tra i due estremi della ristrettezza mentale e del relativismo agnostico. Ogni vizio può dunque venire identificato come l'opposto di una certa virtù, ma ogni virtù può essere opposta a più di un vizio.
[modifica] La virtù nella filosofia cinese
la virtù (traduzione di "de" 德) è un concetto importante anche nelle filosofie cinesi quali il confucianesimo ed il taoismo. Le virtù cinesi comprendono l'umanità, lo xiao (solitamente tradotta come pietà filiale) e zhong (lealtà). Un valore importante, contenuto nella gran parte del pensiero cinese, è che lo stato sociale di ciascuno debba essere determinato dall'insieme delle sue virtù manifeste, e non da un qualunque privilegio di nascita. Nell'opera Analecta, Confucio parla della pratica che conduce alla perfetta virtù.
[modifica] Bibliografia
- (EN) New Catholic Encyclopedia, Catholic University of America, 1967. pg 704.
[modifica] Voci correlate
- Paideia
- Virtù intellettuali
- Bushido
- Moralità
- Etica
- Bontà
- Teoria dei valori
- Giustizia sociale
- Pietà
- Virtù etiche
- Sette peccati capitali
- Virtù cardinali
- Virtù teologali
- Virtù epistemica
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
[modifica] Bibliografia
- The Book of Virtues William J. Bennett (containing stories about a list of ten virtues) - ISBN 0671683063