Arcobaleno
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L'arcobaleno è un fenomeno ottico e meteorologico che produce uno spettro (quasi) continuo di luce nel cielo quando il Sole si riflette sulle gocce rimaste in sospensione dopo un temporale, o presso una cascata o una fontana.
Visivamente è un arco multicolore, rosso sull'esterno e viola sulla parte interna; la sequenza completa è rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Esso è la conseguenza della dispersione e dalla rifrazione della luce solare contro le pareti delle gocce stesse.
In rari casi, un arcobaleno lunare, o notturno, può essere visto nelle notti di forte luce lunare. Ma, dato che la percezione umana dei colori in condizioni di poca luminosità è scarsa, gli arcobaleni lunari sono percepiti come bianchi.
Indice |
[modifica] Arcobaleno secondario
A volte, esterno al primo, è visibile un secondo arcobaleno, l'arcobaleno secondario. Quest'ultimo è formato dalla doppia riflessione della luce all'interno della gocciolina di pioggia. L'arcobaleno secondario ha la serie di colori invertita rispetto al primario (i rossi adiacenti ed i violetti contrapposti), è largo il doppio ed è luminoso circa la metà, a causa dell'indebolimento della luce dopo la seconda riflessione interna. Lo schema a lato mostra la formazione dell'arcobaleno primario e secondario: |
[modifica] Cenni storici sugli studi sull'arcobaleno
Il filosofo greco Alessandro di Afrodisia nel II-III secolo descrive con cura il fenomeno che si verifica quando si hanno due archi di arcobaleno: la zona di cielo al di sotto dell'arco principale, l'inferiore, appare più luminosa di quella al di sopra.
Nella prima metà del XIII secolo Ruggero Bacone misura l'angolo tra la luce incidente del Sole e la luce diffusa dai due archi ottenendo 138° e 130°.
Nel XIV secolo Teodorico di Freiberg ipotizza che il fenomeno dipenda dalla riflessione della luce solare e conduce esperimenti sopra bocce sferiche riempite d'acqua.
Esperimenti simili e una spiegazione convincente vengono presentati da Kamal al Farisi.
Marcantonio de Dominis pubblica nel 1611 l'opera Tractatus de radiis visus et lucis in vitris, perspectivis et iride sul telescopio e sull'arcobaleno: di questo da una spiegazione convincente. Egli dichiara anche di aver condotto esperimenti simili a quelli di Teodorico di Freiberg, ma è fondato il sospetto che conoscesse antiche opere sull'argomento.
Cartesio, a partire dalle leggi di rifrazione che portano il suo nome (fra l'altro è sua la dotta dimostrazione matematica del perché l'arcobaleno ha forma semicircolare utilizzando il calcolo infinitesimale) presenta Les Météores del 1637 una spiegazione simile a quella di de Dominis senza citarlo, forse per non incorrere nella disubbidienza alla Damnatio memoriae pronunciata dalla Chiesa nei confronti dell'ex arcivescovo dalmata.
Isaac Newton riprende l'argomento nella sua opera Optics dando credito a de Dominis di aver spiegato il fenomeno per primo e in autonomia.
Immagini
Un arcobaleno sopra Bristol |
Un arcobaleno sopra Orvieto |
Fenomeno di doppio arcobaleno in Italia |
[modifica] Arcobaleni in mitologia e religione
L' arcobaleno ha avuto un posto nelle leggende dovuto alla sua bellezza e alla difficoltà nello spiegare il fenomeno, anche dopo gli studi antichi e prima che Galileo studiasse le proprietà della luce.
- Nella Genesi 9:13, l'arcobaleno è un segno dell'unione tra Dio e l'umanità. Dopo che Noè sopravvive al diluvio universale nella storia dell'Arca di Noè Dio inviò un arcobaleno per promettere che non avrebbe mai più inviato un tale diluvio per distruggere la terra.
- Nella mitologia greca, si tratta di un sentiero fatto da un messaggero (Iris) tra terra e paradiso.
- Il nascondiglio segreto del folletto (leprechaun) Irlandese col suo pentolone pieno d'oro è generalmente alla fine di un arcobaleno.
- Nella mitologia cinese, l'arcobaleno era una spaccatura nel cielo sigillata dalla dea Nüwa con pietre di sette colori differenti.
- Nella mitologia Hindù, l'arcobaleno è chiamato Indradhanush- l'arco di Indra, il dio del fulmine e del tuono.
- Nella mitologia norrena, un arcobaleno chiamato il ponte bifröst collega Ásgarðr e Miðgarðr, dimore di dei e umani, rispettivamente.
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