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Equus caballus - Wikipedia

Equus caballus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Cavallo domestico

Cavallo
Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Perissodactyla
Sottordine: Hyppomorpha
Famiglia: Equidae
Genere: Equus
Specie: E. caballus
Nomenclatura binomiale
Equus caballus
Linnaeus, 1758
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Equus caballus (Linnaeus 1758), il cavallo, è un mammifero ungulato di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Di antica domesticazione da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il Tarpan (Equus ferus gmelini), viene utilizzato come animale da sella, da tiro e da soma. È in grado di rinaturalizzarsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.

Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti (praterie), ed in particolare ha sviluppato particolare efficienza locomotoria e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.

Indice

[modifica] Cenni di anatomia

[modifica] Scheletro

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La struttura scheletrica mostra una serie di interessanti adattamenti alla locomozione (caratterizzata sia dalla velocità che dalla resistenza) e all'alimentazione con vegetali duri (erba secca delle praterie).

  • Cranio. La mandibola è molto alta, per ospitare potenti molari. Gli incisivi sono separati dai molari da un ampio diastema, ossia un tratto privo di denti (le barre), utilizzate per l'applicazione dell'imboccatura fin dalla prima domesticazione. Le cavità nasali sono molto ampie per consentire una efficiente respirazione.
  • Colonna vertebrale. Il tratto cervicale è molto robusto per sostenere il notevole peso della testa e del collo. Le apofisi spinose del primo tratto dorsale sono molto sviluppate per fornire supporto alla potente muscolatura della spalla e del collo e dorso. La coda è breve.
  • Arti. L'omero e il femore sono brevi, robustissimi, completamente immersi nella muscolatura. Le ossa pari del secondo tratto degli arti (corrispondenti a radio e ulna e a tibia e perone) sono fuse tra di loro con perdita del movimento rotatorio, adattamento che consente una migliore stabilità locomotoria. I raggi metacarpali e falangei sono fortemente modificati; il peso del cavallo poggia sul terzo raggio; il secondo e quarto raggio metacarpale e metatarsale sono ridotti e privi di estremità inferiore; il primo e il quinto sono scomparsi. Tutte le falangi del primo, secondo, quarto e quinto dito sono scomparse, ad eccezione di residui del secondo e quarto dito, trasformati nei sesamoidi laterali. La terza falange (osso triangolare; coffin bone in inglese) ha assunto una particolare morfologia arciforme, e funge da sostegno alla parte anteriore dello zoccolo.

[modifica] Muscolatura

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[modifica] Origini e storia

I presunti progenitori del cavallo sono apparsi sulla terra circa 55 milioni di anni fa. Gli evoluzionisti hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale (vedi anche Evoluzione del cavallo). Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo (Hyracotherium) era alto non più di 30-40 cm al garrese ed i suoi arti avevano almeno 4 dita; il suo ambiente era la foresta ed aveva una dentatura di tipo onnivoro. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattavano progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statuta aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimastogli: il medio.

In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.

Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C.

Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto nel 1876.

[modifica] Le razze

Cavallo islandese
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Cavallo islandese

Una popolazione animale si può definire razza quando essa presenta nella sua discendenza caratteristiche omogenee. Tra le razze di tutto il mondo la più conosciuta e la più prestigiosa è quella del cavallo arabo. Da oltre duemila anni gli Arabi, sia per credenze religiose che per necessità pratiche di sopravvivenza, selezionano quasi con fanatismo questo piccolo grande cavallo.

Esso è ricercato per le sue forme perfette ed armoniche, per la sua grande intelligenza e per la sua resistenza fuori dal comune. Questo animale si è inoltre distinto per essere un ottimo miglioratore di tutte le altre razze anzi contribuendo alla formazione di nuove linee. Infatti non a caso è il progenitore di un altrettanto famoso e diffuso cavallo: il purosangue inglese. Quest'ultimo è in assoluto il cavallo che riesce ad esprimere le più alte velocità in corsa ed è anch'esso usato come miglioratore.

Altra razza molto importante è l'Andaluso, chiamato anche Pura Raza Española; direttamente derivato dall'arabo è stato un grande colonizzatore giacché fu portato in ogni parte del mondo dai conquistadores Spagnoli, in particolare nelle Americhe dove ha come discendenti il criollo, il paso peruviano, i mustang e via via dopo insanguamenti vari il quarter horse, l'appaloosa, il paint horse.


[modifica] Le razze italiane

Le razze più note tra quelle rimaste in Italia sono:

Un cavallo maremmano
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Un cavallo maremmano

[modifica] Maremmano

altezza media 160 cm, molto rustico e robusto, di carattere non facile ma adatto a tutti gli usi in equitazione è diffuso nella maremma Tosco-Laziale. Il Maremmano si divide in due tipi: il Maremmano Laziale e il Maremmano Toscano. Il primo è più tondo e possente, il secondo è più ossuto e magro. Solitamente sono presenti i mantelli baio, baio oscuro e morello.

[modifica] Lipizzano

deve il suo nome alla cittadina (ora in territorio sloveno) di Lipizza. Ormai oltre alla suddetta località è allevato solo in Austria e in un allevamento statale alle porte di Roma. Cavallo molto elegante di temperamento docile ma energico, molto usato nell'Alta Scuola. Baio o morello alla nascita, diviene dall'età di sei anni prima grigio e poi bianco candido. Rarissimi i casi di cavalli che conservano il colore baio anche in età adulta. È forse il cavallo dal portamento più nobile e fiero, ha sicuramente andature spettacolari enfatizzate dal collo arcuato (quasi fosse un gigantesco cigno) e dalla coda portata alta. È il cavallo barocco per eccellenza, utilizzato dalla celebre scuola spagnola di Vienna.

Un Murgese
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Un Murgese

[modifica] Murgese

La sua terra d'origine à la Murgia, un fazzoletto di terra brulla in territori pugliese, principalmente tra le province di Bari e Taranto. si presenta quasi sempre morello, raramente grigio ferro con estremità nere, di media statura, robusto, molto docile e con zoccoli duri e piede sicuro, caratteristiche che ne fanno un buon cavallo da Turismo Equestre e non solo, alcune linee di sangue risultano particolarmente portate al dressage ed al carosello, altre invece hanno una ottima predisposizione per gli attacchi, dove risultano particolarmente spettacolari ed appariscenti. Il portamento è fiero e tuttavia è un animale frugale e resistente, capace anche di grande affetto. La fierezza e la frugalità tipiche di una razza che ha dovuto accontentarsi del brullo pascolo della murgia ma che, per le particolari doti di spettacolarità dovute all'appariscenza del mantello morello e lucente e dalla struttura elegante, veniva utilizzato sia attaccato che a sella dai signorotti delle località pugliesi in epoca risorgimentale. I Murgesi maschi vengono lasciati sempre interi, perché hanno un carattere docile. L'allevamento del murgese avviene in purezza, cioè solo il prodotto di due riproduttori di pura razza murgese può essere considerato puledro murgese

[modifica] Salernitano

discende dal Persano ed ha un'altezza superiore alla media cosa che unita all'indole docile ed alla nevrilità ne fanno un ottimo soggetto per i concorsi di salto. Viene allevato nel centro Raccolta Quadrupedi dell'Esercito vicino a Grosseto ed in alcune zone della Campania. Attualmente, esiste ancora il Persano, che spesso è confuso appunto con il Salernitano. Famoso fu Merano, Salernitano del Colonnello D'Inzeo.

[modifica] Avelignese

di piccola statura (145 cm) ma molto robusto e sobrio ha un mantello che va dal sauro al sauro chiarissimo con criniera e coda bianche (color "miele"). La sua docilità unita all'affidabilità del suo piede ne fanno il compagno ideale per le escursioni e particolarmente per i ragazzi.

[modifica] Anglo Arabo Sardo (AAS)

Gli allevatori Sardi sono stati gli unici in Italia a saper creare un cavallo in grado di contrastare gli stranieri nelle gare di equitazione. Grazie al loro impegno ed alla loro passione hanno ottenuto un cavallo docile ma nevrile, di bel modello adatto a tutte le discipline sportive.

Con arabo si indica una razza nobile e molto selezionata, allevato fin da tempi antichissimi e caratterizzato da numerose doti che ne fanno il compagno ideale per il trekking e per altri sport. Anticamente era molto utilizzato per la cavalleria per la sua resistenza.

un Bardigiano
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un Bardigiano

[modifica] Bardigiano

Le origini di provenienza di questa razza si collocano tra l'Emilia-Romagna e la Liguria, il nome bardigiano deriva dal nome del paese Bardi, che si trova nella provincia di Parma. Nel novecento veniva utilizzato per il lavoro nelle campagne, esso infatti era un cavallo per uso agricolo. Nacque come cavallo da tiro ma con il progresso agrario la sua funzione cambiò e questo causò la sua quasi estinzione; per questo l'associazione del cavallo Bardigiano ha voluto inserire dell'arabo in questa razza per migliorarne le caratteristiche e le capacità in ambito sportivo e agonistico. Questa nuova razza viene chiamata bardarabo.

[modifica] CAITPR: cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido

Il CAITPR, o semplicemente TPR, è l'unica razza italiana da tiro pesante esistente in Italia. Nato da una selezione effettuata durante il Ventennio con lo scopo di ottenere un cavallo in grado di spostare agevolmente i pezzi d'artiglieria dell'esercito, successivamente è stato usato in agricoltura fino agli anni '50-'60. Caduto in declino con la forte meccanizzazione che è seguita nelle aziende agricole, ha avuto una certa ripresa come animale da carne e, ultimamente, per gli attacchi sportivi.

[modifica] Rapporti estetico-funzionali

Frisone
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Frisone

Un cavallo lo si definisce "bello" quando ogni parte del corpo è in armonia con l'insieme. Da ciò si deduce che un cavallo bello è anche proporzionato e quindi funzionale. Vediamo per esempio come un difetto estetico vada quasi sempre ad incidere sulla struttura e nella dinamica di un cavallo.

  • Testa grossa - già normalmente il peso del cavallo grava in maggior misura sul treno anteriore, quindi un aumento di peso non fa altro che provocare un ulteriore squilibrio in avanti con logorio degli anteriori.
  • Narici piccole - il cavallo respira solo attraverso il naso, quindi maggior apertura significa respirazione migliore.
  • Collo corto - ad esclusione del trotto in tutte le altre andature il cavallo fa un grande uso del suo bilanciere naturale che è il collo. In particolare nel galoppo e nel salto esso usa questo bilanciere per riequilibrare i rapidi spostamenti di peso. Quindi una buona incollatura è molto indicata nei cavalli da sella.
  • Reni lunghe - è questo un difetto che diminuisce la capacità di sopportare carichi e non permette al cavallo di portare bene sotto di se i posteriori limitandone la capacità propulsiva.
  • Petto stretto - anch'esso limita la capacità polmonare e normalmente data la vicinanza degli arti, provoca attinture.

[modifica] I mantelli

Un cavallo domestico
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Un cavallo domestico

Per il mantello si intende il complesso dei peli che rivestono il corpo del cavallo, proteggendolo dagli agenti atmosferici. Esso è l'elemento tra i più significativi nella distinzione tra i soggetti.

Possiamo suddividere i mantelli in:

  • Semplici:
    • Bianco
    • Morello (nero)
    • Sauro (rosso)

Il vero mantello bianco è dei soggetti con cute rosea e peli bianchi in quanto l'allele W dominante determina l'assenza di pigmento in pelle e pelo;in questi soggetti gli occhi sono di colore azzurro oppure marroni.Interessante è sapere che nel cavallo NON EISTE L'ALBINISMO (alleli cc = albino:letale).

Per il mantello morello esistono varie gradazioni: ORDINARIO,privo di riflessi; GAIETTO,nero brillante; MALTINTO,con alcune zone che tendono al grigio-marrone, ZAINO,privo di peli bianchi.

Anche per il Sauro esistono varie gradazioni: ORDINARIO,color cannella; DORATO,con riflessi dorati; ISABELLA,con peli che tendono al giallo; CILIEGIA,rosso intenso; CASTAGNA,che tende al marrone; BRUCIATO,caffè tostato; METALLICO,come il bronzo; PEL DI VACCA;sauro in tutte le sfumature,ma con coda e crini molto chiari.

  • Composti a 2 colori separati:
    • Baio
    • Isabella
    • Falbo
    • Sorcino

Il Baio è formato da peli rossi localizzati alla testa,al collo al torace e a parte degli arti,mentre i peli sono neri alle estremità degli arti,ai crini e alla coda e il mantello di fondo però è sauro in tutte le sfumature. Il mantello Sorcinoè dato da coloraioni diverse sullo stesso pelo,ma non da peli di diverso colore.

  • Composti a 2 colori mescolati:
    • Grigio
    • Ubero

Il Grigiodetto anche Leardo è un mantello formato da peli bianchi e neri mescolati;questi si possono distinguere da altri tipi di grigi,in cui lo schiarimento del mantello,avviene progressivamente con l'avanzare dell'età dell'animale.Questi soggetti possono nascere bai sauri morelli,ma mai grigi;si schiariscono,man mano che invecchiano diventando sempre più bianchi.

  • Composti a 3 colori mescolati:
    • Roano

Questo mantello presenta una mescolanza di peli bianchi,rossi e neri

  • A due pelami:
    • Pezzato

In generale un mantello viene definito zaino quando si presenta di colore uniforme senza macchie di alcun genere e senza peli bianchi.

Le macchie bianche sulla fronte sono chiamate marcature, secondo la posizione e l'estenzione che possono avere, prendono vari nomi: stella, lista, fiore, taglio, mascherina, ecc... (vista delle principali varianti)

Le balzane sono macchie bianche più o meno estese alle regioni inferiori degli arti.

Partendo dal basso si distinguono in:

  • Traccia di balzana: limitata ad un solo lato della corona
  • Piccola balzana: se estesa fino al nodello
  • Balzana calzata: se arriva allo stinco
  • Balzana alto calzata: se supera il ginocchio
  • Grande balzana se invade interamente l'arto

(vista di alcune tipologie di balzane)

[modifica] Difetti di appiombo

I difetti di appiombo si stabiliscono tramite delle linee immaginarie dette appunto linee di appiombo,queste vengono tracciate con l'animale tenuto in stazione quadrupedale forzata e successivamente con l'animale a riposo.In base a queste linee è possibile stabilire eventuali difetti di appiombo. I difetti di appiombo possono essere più o meno gravi ma tutti predispongono a malattie degli arti ed interferiscono nella dinamica del cavallo. Mediamente il peso di un cavallo si aggira sui 450 kg che vengono scaricati a terra tramite arti relativamente piccoli. Ecco quindi che ogni variazione delle linee di appiombo viene a procurare un sovraccarico di alcune parti rispetto ad altre con conseguente affaticamento e deterioramento. Inoltre bisogna tenere presente che durante il movimento oltre all'aumento dei carichi dovuto alla velocità, si avranno problemi di traiettoria e difficoltà di passaggio con possibilità di attinture agli arti. Da quanto detto si deduce che tutta la morfologia esterna del cavallo è importante ma sono ancor più importanti gli arti e gli appiombi, specie per un cavallo da sella.

[modifica] La ferratura

Il cavallo selvaggio nel suo peregrinare da un pascolo all’altro non ha bisogno di ferrature giacché compensa il naturale consumo dell’unghia con una crescita continua della parete esterna dello zoccolo. Invece quando viene utilizzato dall’uomo sia nello sport che nei lavori di campagna deve essere ferrato altrimenti il consumo dell’unghia diverrebbe eccessivo e dopo pochi giorni il cavallo sarebbe inutilizzabile. Ma vediamo innanzitutto come è strutturato il piede del nostro “amico” guardando la seguente tavola.

Si è sempre detto che la ferratura è un “male obbligatorio”, e questa è ancora l'opinione corrente e largamente condivisa; tuttavia al proposito i pareri non sono concordi, ed il Movimento per il cavallo scalzo (Barefoot movement) sostiene il contrario, sottolineando i vantaggi dell'uso del Cavallo scalzo. Ferrare un cavallo è un’operazione molto seria e delicata che va lasciata ad esperti maniscalchi evitando di ricorrere al “fai da te”. Mani inesperte possono causare danni irreversibili anche al miglior cavallo del mondo.

[modifica] L'alimentazione

Il cavallo è un mammifero erbivoro e migratore. Ciò ha influito nella sua evoluzione con un aspetto esteriore ed una conformazione interiore capace di sfruttare al meglio l'ambiente. Notiamo perciò che l'apparato digerente è strutturato per ricevere piccole ma continue quantità di cibo. Prendiamo in esame, brevemente, questi apparati:

[modifica] I denti

Il cavallo maschio adulto ne ha 40 mentre la femmina 36 (perché mancante degli scaglioni) cosi' distribuiti: 12 molari, 12 premolari, 4 scaglioni, 12 incisivi che a loro volta si distinguono in: 2 picozzi, 2 mediani e 2 cantoni (o laterali). Gli spazi tra gli incisivi e i premolari sono detti barre. Dopo la nascita si ha l'eruzione dei denti da latte che verranno via via sostituiti dai permanenti, ed al quinto anno di età si dice che il cavallo ha la "bocca fatta". Con la masticazione si ha un continuo consumo della tavola dentaria, che però viene compensato da una costante crescita del dente. Quindi è possibile stabilire con discreta esattezza l'età del cavallo in base alla forma della tavola dentaria degli incisivi inferiori.

[modifica] L'apparato digerente

Osservando una tavola di anatomia del cavallo ci salterà subito all'occhio la sproporzione tra lo stomaco e l'intestino. Lo stomaco ha una capacità relativamente piccola (15/18 litri) mentre l'intestino è enormemente più grosso. Tutto ciò porta ad una conclusione e cioè che il cavallo potrà assumere poco cibo per volta, ma in continuazione in modo da tenere sempre rifornito il grosso intestino. Quindi non potendo far pascolare liberamente il nostro cavallo, faremo in modo che la sua razione giornaliera venga suddivisa in più pasti con un minimo di tre.

[modifica] Gli alimenti

L'alimentazione di un cavallo viene stabilita in relazione al peso, all'età, alla razza, al sesso ed la lavoro svolto. Quindi distinguiamo principalmente tre tipi di razione:

  • di mantenimento (cavallo a riposo);
  • di lavoro semi leggero (mezz'ora al giorno o saltuariamente)
  • di lavoro pesante (una o più ore al giorno)

Gli alimenti che concorrono alla nutrizione del cavallo sono:

Fieno: il migliore è quello maggengo o di primo taglio da prato polifita. Deve avere un colore giallo-verdognolo ed essere privo di muffe e polveri.

Avena: fra le granaglie è la più appetitosa con maggior potere energetico, pur risultante alquanto eccitante. Anch'essa deve essere asciutta e priva di muffe, polvere e semi estranei.

Orzo: è più nutriente dell'avena ma meno eccitante. È preferibile somministrarlo schiacciato.

Crusca: ha scarso potere nutritivo, ma in piccole quantità nei pastoni risulta rinfrescante.

Erba: per erba si intende quella fresca o al massimo quella appena appassita. Contiene un'elevata percentuale di acqua e quindi per raggiungere il corrispondente del fieno ne va somministrata una quantità maggiore, anche se con molta attenzione dato che può provocare fenomeni di fermentazione.

[modifica] Regole di alimentazione

  • Abbeverare sempre prima dei pasti;
  • Somministrare sempre nell'ordine: fieno-concentrati;
  • Non effettuare repentini cambiamenti di dieta;
  • Non somministrare farine o crusche senza averle preventivamente bagnate;
  • Affettare sempre carote, barbabietole, mele onde evitare ostruzioni
  • Il cavallo non consumi la razione di fieno per terra se scuderizzato in quanto si può abituare al sapore delle profende con conseguenze all'apparato digerente, ma comunque in basso in modo da rispettare la posizione naturale del pascolo e permettergli di non ingerire e respirare la polvere;
  • I semi di lino vanno dati sempre ben cotti a causa della loro tossicità;

[modifica] Scuderizzazione

I locali nei quali vengono ricoverati i cavalli devono essere ampi, non umidi, arieggiati. La temperatura ambiente non deve superare i 20 gradi d'estate e non scendere sotto i 5 gradi in inverno. Il cavallo può essere tenuto in scuderia nei seguenti modi:

  • In posta:

Il cavallo viene tenuto sempre legato alla mangiatoia con una corda munita di contrappeso in modo da tenere la stessa sempre tesa onde evitare incidenti. I lati della "posta" sono delimitati dai "battifianchi" che possono essere in legno o in muratura o mobili. Le dimensioni di una posta fissa sono: largh. min.120 cm lungh.300 cm.

  • In box:

È di gran lunga la sistemazione migliore. Esso è costituito da un locale a pareti lisce, di dimensioni variabili da un minimo di cm 250 X 300 ad un massimo di cm 400 X 400 con ai due angoli opposti la mangiatoia per i concentrati ed il beverino dell'acqua. Nel box il cavallo viene tenuto libero in modo da permettergli di coricarsi e muoversi con un certo agio.

Sia nel "box" che nella "posta", il pavimento deve essere di materiale poco assorbente e facilmente lavabile, con una leggera inclinazione verso il tombino di raccolta delle urine. Esso inoltre và ricoperto con un buon strato di paglia di frumento asciutta e non polverosa (che il cavallo userà anche come alimento complementare), oppure può essere utilizzata una "lettiera" di trucioli ben puliti da corpi estranei.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

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