Equus
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Genere Equus | |||||||||||||||||||||
Equus przewalskii |
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Classificazione scientifica | |||||||||||||||||||||
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Specie | |||||||||||||||||||||
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Il genere Equus è l'unico genere della famiglia Equidae e comprende due specie domestiche, il cavallo (Equus caballus) e l'asino (Equus asinus), i loro ibridi sterili (mulo, bardotto), e alcune specie selvatiche come le zebre. L'elenco completo delle specie della famiglia e del genere è il seguente:
- Equus asinus - asino domestico
- Equus africanus - asino selvatico africano
- Equus caballus - cavallo domestico
- Equus ferus - tra cui il tarpan (Equus ferus ferus) ora estinto
- Equus grevyi - zebra di Grevy
- Equus hemionus - kulan
- Equus onager - onagro
- Equus kiang - Kiang
- Equus przewalskii - cavallo di Przewalski
- Equus quagga - zebra delle pianure
- Equus zebra - zebra di montagna
Anche le specie domestiche sono in grado di ritornare alla vita selvatica con successo. La popolazione più estesa di cavalli inselvatichiti è nel West americano, dove sono indicati come mustang.
Un importante carattere anatomico proprio della famiglia e del genere è la trasformazione delle estremità degli arti, con atrofia di tutti i raggi metatarsali e metacarpali e delle falangi ad eccezione del III raggio e del III dito ([1]). Il II e IV raggio metacarpale/metatarsale si riducono a due strutture vestigiali prive di estremità distale, strettamente addossate al III raggio; del II e IV dito permangono abbozzi costituiti dai cosiddetti sesamoidi prossimali. La terza falange dell'unico dito ben sviluppato assume una particolare forma semilunare, incavata verso il basso, e prende il nome di osso triangolare (coffin bone o P3 in inglese). Alla trasformazione scheletrica della III falange si associano modificazioni dei tessuti molli profondi e modificazioni del rivestimento corneo derivante dall'unghia, dalla solea e dal polpastrello, con formazione dello zoccolo.
Una seconda caratteristica della famiglia è l'apparato digerente, caratterizzato da un intestino molto lungo, e da un particolare sviluppo dell'intestino cieco nel quale la flora batterica degrada i carboidrati vegetali strutturali (in particolare la cellulosa) consentendone l'assimilazione. Questo adattamento del sistema digerente distingue nettamente gli equidi dai ruminanti, in cui è invece fondamentale l'adattamento funzionale di tasche gastriche (il rumine) in cui avviene la prima fermentazione del materiale vegetale, che successivamente viene rigurgitato e rimasticato.
In comune con le altre specie dell'ordine, gli equidi hanno una particolare sensibilità e mobilità del labbro superiore, che utilizzano per selezionare e afferrare i vegetali di cui si nutrono e per smuovere lo strato superficiale del terreno alla ricerca di parti vegetali commestibili ipogee.
[modifica] Bibliografia
- Manuale di anatomia comparata dei vertebrati, E. Padoa - ed. Feltrinelli, Milano (1986).
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Atlante di Anatomia Comparata Facoltà di Scienze M.F.N. dell'Università degli Studi di Torino