Fiat G.55
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Fiat G.55 | |
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Un G.55 nuovo di fabbrica in attesa di essere consegnato |
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Descrizione | |
Ruolo | Caccia |
Equipaggio | 1 |
Primo volo | 1942 |
Entrata in servizio | giugno 1943 |
Costruttore | Fiat |
Dimensioni | |
Lunghezza | 9,37 m |
Apertura alare | 11,85 m |
Altezza | 3,77 m |
Superficie alare | m² |
Pesi | |
A vuoto | kg |
Massimo al decollo | 3.720 kg |
Propulsione | |
Motore | Daimler Benz DB605 A a 12 cilindri a V raffreddato a liquido |
Potenza | 1.475 CV |
Prestazioni | |
Velocità massima | 620 km/h a 7.400 m |
Autonomia | 1.650 km |
Tangenza | 12.700 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 4 o 2 mitragliatrici BREDA - SAFAT da 12.7 mm |
Cannoni | 1 o 3 cannoni Mauser MG 151/20 da 20 mm |
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Progetto:Aviazione |
Il Fiat G.55 Centauro era un aereo da caccia italiano durante la seconda guerra mondiale. Era uno dei famosi caccia "serie 5", insieme al Macchi M.C.205 e al Reggiane Re.2005. Costituì l'evoluzione dei progetti portati avanti dall'ingegnere Giuseppe Gabrielli, che avevano portato nella seconda metà degli anni '30 alla realizzazione del G.50 Freccia.
Anche Gabrielli, come il collega dell'AerMacchi, ingegnere Mario Castoldi, aveva modificato un Freccia per potervi montare il motore tedesco Daimler-Benz DB601 A1. L'esperimento tuttavia non si concretizzò in un nuovo caccia di serie, come avvenne per Castoldi. La Fiat poté però rispondere al bando di concorso della Regia Aeronautica per i cosiddetti caccia "serie 5" (dotati del motore Daimler-Benz DB605 A da 1.475 CV) con una macchina completamente nuova, che solo marginalmente poteva ricordare il Freccia.
Il G.55 volò per la prima volta nel 1942 ma non furono poche le difficoltà e i ritardi, non ultimo quello dell'allestimento delle catene di montaggio. In base al confronto con i due concorrenti, l'M.C.205 e il Re.2005, pur validissimi, si valutò giustamente che il Centauro era il migliore dei tre, in quanto combinava in maniera ottimale velocità, potenza di fuoco, manovrabilità e robustezza. Non a caso fra gli ordinativi della Regia Aeronautica il numero dei G.55 era superiore a quello dei concorrenti. La Regia Aeronautica commise un grave errore di valutazione perché invece che puntare sulla produzione di uno dei tre caccia, stipulò contratti con tutti e tre i costruttori, disperdendo quindi le risorse necessarie e ritrovandosi con pochi esemplari di ognuno dei tre modelli. La Fiat inoltre ottenne la licenza per costruire il motore Daimler-Benz, denominato RA1050 Tifone.
Il precipitare degli eventi fece sì che fosse il caccia Macchi ad arrivare per primo ai reparti, visto il vantaggio di poter utilizzare le linee di montaggio dell'M.C.202. I primi G.55 di pre-serie (una trentina di macchine della cosiddetta serie 0) vennero consegnati ai reparti nell'aprile del 1943, ma ci volle del tempo prima che divenissero operativi. Le macchine della serie 0 erano armate con 4 mitragliatrici Breda-SAFAT da 12,7 mm, due superiori e due inferiori in fusoliera, e da un cannoncino Mauser da 20 mm sparante attraverso il mozzo dell'elica.
Nei G.55 della serie 1, la cui produzione sarà riavviata in novembre per conto della Repubblica Sociale Italiana, le due mitragliatrici inferiori in fusoliera erano sostituite da altrettanti cannoncini alari.
Indice |
[modifica] Impiego operativo
Il Fiat G.55 ebbe un impiego molto limitato prima dell'armistizio, operando con la 353a Squadriglia CT in missioni di difesa del cielo della capitale. L'armistizio vide i pochi Centauro efficienti venire catturati dai tedeschi o sabotati dal personale della Regia Aeronautica proprio per evitarne la cattura. Con la nascita della Repubblica Sociale Italiana e la costituzione di una nuova forza aerea, venne autorizzata la ripresa della produzione del G.55, che equipaggiò il 2° Gruppo Caccia e alcune squadriglie autonome (mentre il Macchi M.C.205 armava il 1° Gruppo) per tutto il 1944. I successi riportati dai cacciatori italiani sulle formazioni aeree Alleate testimoniano quanto il Centauro fosse competitivo. Il 2° Gruppo Caccia ottenne in definitiva il maggior numero di vittorie accertate fra i reparti dell'Aviazione nazionale repubblicana (A.N.R.) . Le perdite furono però alte e gli scontri con i P-47 e P-51, oltre ai bombardamenti, causarono crescenti vuoti. I devastanti bombardamenti sugli stabilimenti della Fiat il 25 aprile del 1944 ne interruppero la produzione, e i reparti che impiegavano il Centauro si dovettero ricostituire, una volta usurati i propri aerei, sui Messerschmitt Bf 109. Lo stesso bombardamento del 25 aprile dimostrò cosa significasse all'epoca la difesa aerea del Nord Italia. I bombardieri alleati arrivarono in più di 100 esemplari sugli stabilimenti Fiat e scaricarono oltre 200 tonnellate di bombe. Pochi Macchi e sette G.55 tentarono l'intercettazione. Tra bombardieri abbattuti e dispersi per varie cause, gli Alleati persero almeno sette B-24 ma la scorta abbatté 3 Fiat senza perdite; i caccia distrutti in azienda furono 15, oltre ad altri aerei vari. La produzione, che aveva totalizzato 164 aerei in 6 mesi, fu interrotta quasi definitivamente, con una leggera ripresa nonostante i tedeschi avessero proibito tale decisione e avessero sostanzialmente "imposto" agli italiani il riequipaggiamento con i Bf 109. Furono completati 37 aerei e altri 73 solo parzialmente nell'ultimo anno di guerra.
Venne sperimentata anche la variante G.56, con il solito super-motore DB 603. La possibilità di costruire centinaia di Centauro fu frenata dalla minaccia di questi bombardamenti a tappeto, indebolendo sostanzialmente la difesa aerea della zona "meridionale" della "festung Europa".
[modifica] Impiego post-bellico
Analogamente a quanto accadde per il Macchi M.C.205, anche il Centauro venne fornito in modesto numero (quello consentito dalle macchine ancora in discrete condizioni e dalla disponibilità dei motori) ad una delle neonate aviazioni arabe del Medio Oriente, quella egiziana, che lo impiegò come caccia-bombardiere contro Israele nel 1948. Furono consegnati un totale, secondo alcune fonti, di 19 esemplari. Il G.55A aveva 4 mitragliatrici Breda calibro 12,7 mm e due travetti portabombe da 100 kg; anche l'aviazione Siriana ne ebbe 16 nello stesso periodo di tempo. I cannoni Mauser non erano apparentemente disponibili e di conseguenza le prestazioni erano migliori ma l'armamento era troppo modesto. Lo stesso successe anche per i Macchi, che nel modello "ristrutturato" dai precedenti M.C.202 conservavano il stesso armamento originale, due mitragliatrici da 12,7 mm. Praticamente nulla è conosciuto sul loro impiego operativo.
Una trentina di esemplari furono esportati anche in Argentina
[modifica] Varianti e sviluppi successivi
Dal G.55 derivò nel 1944, su richiesta della Luftwaffe un prototipo equipaggiato col più potente Daimler-Benz DB603, il G.56. Le vicende belliche ne impedirono lo sviluppo. Sul G.55 venne anche sperimentata, nonostante il diniego dell'ingegner Gabrielli, la possibilità di trasformarlo in caccia-silurante. Un esemplare venne modificato a questo scopo (G.55S), con lo sdoppiamento delle prese d'aria del radiatore e il montaggio del meccanismo di sgancio per un siluro da 450 mm, nonché con la modifica del ruotino di coda, che dovette essere sollevato. Anche questo progetto non ebbe seguito per le vicende belliche. Il G.55B era invece una versione da addestramento biposto.
Nel dopoguerra il progettista del Centauro accettò di modificarne la cellula per poter montare un motore Rolls-Royce Merlin. Nel 1950 nacque così il Fiat G.59, che servì come addestratore di primo e secondo periodo dell'Aeronautica Militare Italiana.
[modifica] Collegamenti esterni
- www.preservedaxisaircraft.com Sezioni dedicata ai velivoli Fiat (tra cui i G.55) della seconda guerra mondiale ancora esistenti.
- Bella immagine del G.55