Galla Placidia
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Aelia Galla Placidia principessa romana (circa 390 - 27 novembre 450), figlia dell'Imperatore Teodosio I (regno 378-395) e della sua seconda moglie Galla (374-394).
Alla morte del padre, l'Impero romano fu diviso in una parte orientale, sotto Arcadio, ed una occidentale, governata da Onorio. Entrambi gli imperatori erano fratellastri di Galla, che rimase a vivere nel settore occidentale.
Promessa sposa a Eucherio, figlio del generale Stilicone e della moglie Serena, figlia del fratello di Teodosio I, non convolò a nozze in seguito alla caduta in disgrazia del generale ed all'esecuzione dell'intera sua famiglia.
Nel 410, nel corso del sacco di Roma operato dai Visigoti, fu presa in ostaggio dal loro re Alarico e alla sua morte sposò il suo successore Ataulfo divenendo così regina dei Visigoti. Da Ataulfo ebbe un figlio, Teodosio, che morì poco dopo la nascita.
Ucciso Ataulfo (415), ed anche il suo successore Sigerico, il nuovo re Vallia stipulò con l'impero romano d'Occidente un trattato che prevedeva, tra le altre clausole, la restituzione di Galla Placidia, che, tornata in Italia, sposò Flavio Costanzo, generale di Onorio, poi imperatore col nome di Costanzo III (421, anno della sua nomina imperiale e della sua morte).
Da lui ebbe una figlia, Justa Grata Honoria (nata 417 o 418) e un figlio, Flavio Placido Valentiniano (nato 419). Dopo la morte del secondo marito, coinvolta in conflitti tra i generali Castino e Bonifacio, privata dal fratello Onorio del titolo di augusta, fuggì con i propri figli a Costantinopoli (423), dove regnava il nipote Teodosio II, figlio di Arcadio.
Nell'agosto dello stesso anno, alla morte senza eredi di Onorio, si aprì il problema della successione sul trono di Occidente. Giovanni Primicerio, incoronato in questa circostanza, non fu riconosciuto da Bisanzio, dove fu organizzata una spedizione militare per riportare a Ravenna Galla Placidia e Valentiniano, nel frattempo nominato cesare. Nel 425 Giovanni fu sconfitto, Valentiniano III divenne augusto e Galla Placidia tutrice del figlio fino alla maggiore età.
Non è facile definire il suo atteggiamento negli anni di reggenza, anni caratterizzati dall'invasione vandala dell'Africa e dall'ascesa di Ezio, generalissimo dell'esercito romano, con cui ebbe rapporti difficili da tratteggiare.
Galla Placidia morì a Roma il 27 novembre 450. Della sua vita si ricordano anche la fede cattolica fervente e intransigente, non disposta ad alcun compromesso con l'eresia ariana e con il paganesimo (punito ad esempio con la condanna a morte del mago Zosimo) e la committenza artistica, che si esplicò soprattutto a Ravenna, ed in particolare nell'edificazione del Mausoleo che ancora oggi porta il suo nome, Patrimoni dell'umanità protetto dall'UNESCO.
Nel corso dei secoli il personaggio di Galla Placidia ha colpito fortemente l'attenzione di studiosi e semplici appassionati: le sono stati dedicati infatti romanzi, biografie, opere teatrali.
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